comunicato stampa
Raschia: "Asili Nido? Un sistema già al collasso, ma il futuro è ancor più cupo"

Dieci miliardi in meno dal 2010 ad oggi per i soli enti locali, cui vanno aggiunti i tagli che dai ministeri colpiscono a cascata Regioni e Comuni, blocco del turn over e licenziamento dei precari. Un mare di ostacoli al servizio pubblico rivolto all'infanzia, e più in generale al sistema di welfare locale nel suo complesso, all'assistenza alla persona, con il risultato che la privatizzazione avanza senza garanzia alcuna sulla qualità dei servizi offerti. Sabato scorso, per iniziativa dell'amministrazione dorica, si è svolto un convegno sulle politiche per la qualità dei servizi educativi all'infanzia. Seminario di studio oltre che occasione di confronto tra comuni marchigiani per fare il punto. Le ultime sforbiciate sottraggono al comune di Ancona 8 milioni di entrate che -secondo le anticipazioni del Sindaco- non sarebbero scaricati sul bilancio sociale. Solo gli effetti della manovra regionale per i mancati trasferimenti alla voce “asili nido” valgono complessivamente altri 3 milioni di euro, rispetto ai 5 erogati l'anno scorso. Il 60% in meno, dunque: quota che applicata al contributo 2014 porta via altri 250mila euro dal bilancio comunale.
C'è da star tranquilli? Certo che no. Per parte nostra, continueremo a contrastare con decisione questo lento e graduale declino del sistema pubblico, sempre più marginalizzato: l'anno scolastico 15/16 si apre, infatti, con pesanti incognite. In particolare, i prossimi pensionamenti del personale educativo, la scadenza di contratti di lavoro precari e delle graduatorie per sostituzioni a tempo determinato, pongono una serie di interrogativi cui occorre rispondere tempestivamente. Prima che sia inevitabile dover valutare ipotesi diverse, insopportabili per l'organizzazione del servizio. Già oggi, sulle 15 strutture che offrono 577 posti-bambini, solo 7 Asili Nido sono gestiti in modo diretto con 33 educatrici in servizio. Personale dimezzato dagli anni '90.
La gestione è allargata ai privati che si misurano con l'offerta pubblica, progetto educativo e qualità garantita per l'infanzia. Un rapporto che non può ulteriormente ridursi, per mantenere il quale va confermato il personale a tempo determinato e al più presto pubblicato un bando di concorso pubblico. A livello nazionale bisogna modificare il Patto di Stabilità e favorire gli investimenti su asili nido e scuole materne; vanno sbloccate le assunzioni; investite tutte le risorse disponibili per potenziare i servizi. A livello locale, va costruito un sistema di governance per rivedere le leggi regionali in materia, una riforma che garantisca l'estensione del servizio pubblico, la continuità educativa nella fascia 0-6 anni e l'allineamento del livello qualitativo e quantitativo dei servizi. Bisogna intervenire immediatamente perché ad essere in gioco non è una forma retorica, ma il futuro dei bambini, la qualità del loro apprendimento e lo sviluppo della loro personalità.

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