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Comitato Guasco San Pietro Capodimonte sull'orlo di una crisi di nervi. "Centro storico tra insicurezza e degrado"

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palazzo camerata
Il comitato guasco-s.pietro-capodimone sull’orlo di una crisi di nervi: "centro storico insicuro, sporco, degrado, abbandonato". Mezza giunta comunale da’ alcune risposte: telecamere, nuova illuminazione per piazza San Francesco, presidi agli ingressi del parco del Cardeto, convenzione con guardie zoofile di Legambiente. E si spera nel nuovo contratto di servizio con anconambiente a fine anno.

E’ andata un po’ come nel 1789 nella Francia sull’orlo della rivoluzione popolare, quando la marea di proteste, critiche, lamentele e denunce dei cittadini nei confronti del governo del re Luigi XVI venivano annotate a Parigi dagli incaricati delle assemblee degli Stati Generali nei “cahiers de doléances”. Certo, martedì 21 aprile, ad Ancona, a Palazzo Camerata, il clima non era quello che nel 1793 costò la testa a Luigi Capeto. Ma è stato davvero, come da titolo, un incontro “Fuori dal Comune”, quello organizzato dal Comitato per rinascita del centro storico. L’Amministrazione comunale, dal canto suo, ci ha messo la faccia – erano presenti il sindaco Valeria Mancinelli, il vicesindaco Pierpaolo Sediari e ben 4 assessori, ovvero Paolo Marasca (Cultura), Stefano Foresi (Sicurezza, Manutenzioni, Traffico), Andrea Guidotti (Sport) Tiziana Borini (Centro Storico) –, non ha perso la testa e qualche risposta l’ha data a fronte del documento di tre pagine di “doglianze” relative alla ormai cronica e scarsa vivibilità dei rioni Guasco, San Pietro e Capodimonte e dei numerosi e accesi interventi del folto pubblico in assemblea.

Costretti ad una sintesi, ecco qualche significativa risposta fornita dalla dalla prima cittadina e dalla sua “corte”. Cominciando dal problema sicurezza, vissuto dal popolo dorico come un incubo da Bronx. A fronte delle accuse di immobilismo, l’assessore Foresi ha ricordato che la Giunta ha deliberato il posizionamento di ben 78 telecamere, di cui “32 già accese, molte nel centro storico”. Ad esempio, in via Scosciacavalli, Largo Belvedere, Vicolo Bonarelli, piazza Malatesta. “E i risultati si vedono, dato che i reati di microcriminalità nelle zone interessate sono diminuiti”, ha detto. Aggiungendo non meglio specificati “progetti in cantiere in collaborazione con le forze dell’ordine per aumentare i controlli preventivi sul territorio”. Il sindaco, dal canto suo, ha invitato i presenti a non esagerare nel percepire il livello di insicurezza. E forse qualche ragione ce l’ha. Infatti, a leggere l’intera pagina del “cahiers de doléances” sulla questione, il centro storico di Ancona somiglierebbe troppo a Scampia. Popolato di: “Immigrati, clochard, mendicanti, tossici, nullafacenti, ladri di appartamenti; di giovani e giovanissimi che bivaccano con birre e sigarette e vengono avvicinati dai più grandi che li avviano a nuove esperienze di alcool e stupefacenti”. Tale eterogenea presenza è legata “ad atti vandalici, spaccio, stupri, atti di prepotenza, insistenti richieste di denaro (…) con relativo pericolo per l’incolumità delle persone e situazioni sempre più pesanti e rischiose”. Sul banco degli imputati, soprattutto zone effettivamente nascoste, scarsamente illuminate, sporche, in degrado, poco controllate, a cominciare da via Scosciacavalli con relativi giardini e antri nascosti, piazza Malatesta e dintorni, vie Padre Guido e Buoncompagno vittime delle “azioni e reazioni” dei frequentatori della locale Mensa del Povero sfociabili in “atti incontrollabili e pericolosi”. Mensa per la quale i residenti tornano a chiedere il trasferimento “in uno spazio più grande e adatto alle nuove esigenze del servizio ai poveri”.

Nessuna esagerazione, invece, per quanto riguarda la mala gestione del verde e dell’igiene pubblica e di alcuni servizi così come denunciata dall’assemblea dei quartieri: quelli igienici (bagni pubblici) sono rarissimi, come a Capodimonte, in piazza del Plebiscito, al Duomo, e aperti in orari troppo ridotti; “sporca e abbandonata l’area dell’ex Bar del Duomo; vecchie, rotte, vuote, spoglie, secche, mancanti le fioriere di via Papa Giovanni XXIII; muffe, sterpaglie, strutture metalliche arrugginite, coperture rotte e cadenti, ratti e animali randagi nella zona della struttura incompiuta sovrastante il parcheggio Traiano; batterie di contenitori per l’immondizia esemplari per il massimo degrado; mancanza di manutenzione del verde e sporcizia anche nell’area di piazza del Senato-Scalone Nappi”. Su questo capitolo il sindaco ha annunciato che “si dovrà aspettare la fine dell’anno per rifare un contratto di servizio più efficace con Anconambiente”. Quanto a una migliore collocazione dei contenitori di rifiuti, Igenio compresi, “la burocrazia che tira in ballo l’ATA richiede tempi lunghissimi”. Foresi ha sottolineato con enfasi “l’ottima manutenzione del verde al Cardeto e al Campo degli Ebrei”. Ma giusto un paio di settimane fa il circolo Pungitopo di Legambiente ha denunciato l’esatto contrario, attribuendo al Comune la responsabilità di “tagli dissennati che stanno portando all’estinzione di specie arboree preziose”. La stessa Legambiente con la quale, in positivo, l’Amministrazione comunale ha però appena stilato una convenzione che consentirà ad alcuni membri dell’associazione ambientalista di operare coi poteri delle guardie zoofile e quindi di multare i proprietari dei cani sprovvisti di sacchetto e paletta prescritti per prelevare le feci depositate in luogo pubblico.

La prima buona notizia, sul parco Cardeto-Cappuccini è che finalmente “la Giunta si sta attivando per un bando volto all’assunzione di personale che assicuri un presidio fisso agli ingressi e faccia rispettare gli orari d’apertura e chiusura”. La seconda, è che Marasca ha ribadito che “il 23 maggio aprirà definitivamente e stabilmente l’ex Polveriera Castelfidardo ristrutturata per usi sociali e culturali”. Marasca, dopo aver annunciato che a giugno riaprirà una sezione della Pinacoteca Comunale, ha inoltre sottolineato i primi importanti risultati raggiunti grazie al piano comune di interventi stilato e rilanciato con la Soprintendenza ai Beni archeologici. Piano che ha già portato in tempi rapidissimi alla ripulitura dei magazzini del porto Traianeo, delle Terme romane nei pressi di palazzo Ferretti e di altri archeo-siti, “e che darà altri ottimi risultati”. Tra pochi giorni, inoltre, proseguirà l’opera di riqualificazione del Mercato delle erbe, con la ripulitura delle vetrate della facciata. Paradossale la situazione dell’ex Istitiuto Birarelli (accanto alla chiusa e sconsacrata Chiesa di San Bartolomeo) che si affaccia in modo osceno da tempi biblici sull’omonima via: “I lavori per rendere la struttura antisismica sono ultimati da un pezzo, quindi le mega-impalcature potrebbero essere tolte anche subito, purtroppo dipende dalla Direzione regionale per i beni culturali delle Soprintendenze…”, hanno sottolineato il sindaco e Marasca. I quali aspettano “l’ok della Soprintendenza anche per avviare il progetto di nuova illuminazione in piazza San Francesco prima dell’estate”.

Luci ed ombre, dunque, nei rapporti Comune-Soprintendenze. Un esempio? La querelle infinita per ottenere dalla Direzione delle Soprintendenze la possibilità di dare in concessione per uso pubblico-residenti il parcheggio sottostante la sede di quella ai Beni archeologici, che fino ad ora lo utilizza per i suoi dipendenti. Infine, il capitolo Anfiteatro Romano: “Pieno di macerie, sterpaglie, un patrimonio storico di così vaste proporzioni in degrado e abbandono”, scrivono i portavoce dell’assemblea dei quartieri. Marasca: “Non è così: è in atto, ed è noto, un progetto della Soprintendenza proprio per la manutenzione razionalizzata del verde e la pulizia”. Tuttavia, ahinoi, la Soprintendenza ha già fatto sapere che anche questa estate l’Anfiteatro sarà molto probabilmente chiuso all’accesso di cittadini, turisti e crocieristi.



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