Bagno di folla per l'addio a Gigliola Mancinelli, la dottoressa morta in Nepal

Funerali laici per Gigliola Mancinelli, dottoressa anconetana vittima del terremoto in Nepal. Tantissimi amici e conoscenti accorsi. A ricordarla intervengono Pino, uno dei superstiti anconetani, i colleghi medici e gli amici speleologi e del 118. Presenti molti compagni di scuola dei figli e l'Assessore Capogrossi.
È una bara nera quella che si posa giovedì mattina sulle scale del candido tempietto di San Rocco nel cortile della Mole Vanvitelliana. Sono tantissimi tra amici e parenti quelli che si si stringono in un angosciante silenzio per dare l’ultimo saluto a Gigliola Mancinelli, la vittima anconetana del terremoto in Nepal dello scorso 25 aprile. Tra di loro si presentano i compagni di classe e di nuoto dei due figli. Non mancano i suoi amici e colleghi speleologi e operatori del soccorso e persino l’assessore ai Servizi Sociali Emma Capogrossi.
Interviene anche il sopravvissuto Giuseppe ‘Pino’ Antonini: “Giglio, amica grande, compagna nella strada della vita, madre forte ma capace di dolcezza infinita, figlia devota e sempre presente. Venivi dal nulla e per questo sei diventata ancora più grande. Quello che sei, quello che ci hai lasciato è solo opera tua. Nella vita non hai mai trovato scorciatoie e neppure ne cercavi. Giglio, sempre dalla parte di chi ne aveva bisogno. Per gli amici eri la magàra, la saggia dottoressa la cui immensa esperienza tuttavia non bastava a spiegare le intuizioni ed il sesto senso di cui eri dotata”. La ricorda come rassicurante, coraggiosa, modesta e forte di una forza che “veniva da quelle nude pietre nella luce abbacinante delle nevi della montagna, il tuo tempio, dove rigenerarti, per continuare”. Conclude paragonandola ad un ramo di ciliegio spezzato che riuscirà a continuare a fiorire nei sorrisi di chi ne conserverà il ricordo: “L’altro giorno sono tornato in montagna per vedere cosa era rimasto di me senza di te e lungo il cammino che mi portava verso le cascate di una forra ho attraversato i resti di una valanga. Dalla neve affioravano i rami di un ciliegio oramai spezzato dalla valanga, ma che nella certezza della fine aveva trovato la forza di fiorire ancora. Ho pensato a te, Giglio, alla valanga che ha separato la nostra strada terrena, ma in quel ramo spezzato, eppure fiorito, ho visto il tuo volto e la tua anima, che saranno sempre più in fiore dentro di noi. C’è un tempo delle lacrime ed un tempo per sorridere. Ora le lacrime solcano i nostri volti e non vi dirò di non piangere, perché una stella luminosa si è spenta”. Deve interrompersi in lacrime lasciando il posto a Mario Milani, direttore della Scuola Nazionale Medici Alpini, che non dimentica un’altra vittima del terremoto, la guida alpina Oskar Piazza: “Alcuni di noi non sono tornati dai soccorsi alle montagne e in chi è rimasto a volte cresce una rabbia per queste morti, per questa promessa tradita, non mantenuta, “e poi torni, però…”. Oskar e Gigliola non sono tornati, perché sono morti”, ma sottolinea come siano morti seguendo le proprie passioni di aiutare ed esplorare.
Il collega cardiologo e primario di Anestesia del Lancisi, Cristopher Munch, parla commosso della sua tenacia e delle sue capacità mediche, ma soprattutto della sua bravura nell’imparare cose nuove – “le piaceva sciare anche se l’aveva imparato da adulta; aveva paura dell’acqua ma ha imparato a nuotare; non sapeva bene l’inglese ma lo ha imparato” - da adulta e da sola. Gli amici del 118 non riescono a non sorridere con lei nemmeno durante questa cerimonia e la loro è più che altro rabbia per l’improvvisa assenza di Gigliola. È estrema la difficoltà che ha Roberto Bartola, ex responsabile del Soccorso Alpino Marche, nell’aprire e chiudere la cerimonia con un ricordo condiviso dall’XI zona speleologica, che propone il suo aiuto ai figli per qualunque necessità ed è sostenuto dal responsabile della VII zona, quella di Puglia e Basilicata, nel raccontare i suoi modi speciali di vivere il soccorso.
Questo è un articolo pubblicato il 07-05-2015 alle 15:29 sul giornale del 08 maggio 2015 - 3220 letture
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