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Firmata una dichiarazione pubblica a sostegno della "Casa de Nialtri"

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“Casa de Nialtri” si porta sul piede di guerra dopo le trentatré denunce comminate agli occupanti dell’asilo abbandonato di via Ragusa. A quelle ai trentuno senza tetto si aggiungono quelle ad Alessio Abram e Silvana Pazzagli.

Fatti sgombrare su istanza del Comune dall’edificio il 5 febbraio 2014, tornano a parlare della loro situazione proprio nelle stanze del Palazzo del Popolo. Dichiarano partite le trattative con la Regione per ottenere nuovi spazi per rifugiati e persone in difficoltà, ma pongono a priori dei paletti a qualunque tentativo di dialogo con l’Amministrazione comunale. Martedì mattina piovono accuse contro il sindaco Mancinelli e l’Assessore Urbinati. L’Associazione ha presentato in Comune una dichiarazione pubblica per sensibilizzare le istituzioni, sottoscritta da trenta sostenitori dell’iniziativa. Tra i firmatari figurano i consiglieri comunali Francesco Rubini (Sel) e Daniela Diomedi (M5S).

Il portavoce Sergio Sinigaglia ha ribadito che “il sindaco si è comportato in modo arrogante, contrapponendosi e dando una risposta inadeguata ad un’esperienza che sarebbe potuta diventare importante per Ancona – ricorda l’esperienza Socrate, istituzionalizzata a Bari dopo due anni di battaglie – coinvolgendo molti attori e diventando un progetto di autogestione sociale. Avrebbe dovuto mediare, non fare da sceriffo”. Indignati i consiglieri presenti per l’utilizzo che si è fatto della legge. Rubini ha sostenuto che “il reato contestato non sussiste. Lo stato di necessità dei denunciati avrebbe dovuto scavalcare la legalità di un articolo che impedisce l’occupazione di un edificio, per altro abbandonato da anni. Il compito primario delle istituzioni è infatti garantire i diritti primari delle persone, come la casa”. Diomedi ha riportato il dolore umano vissuto il giorno dello sgombero e chiesto ad Urbinati di smettere di negare l’esistenza del problema: “è stata un’occasione persa per Ancona. Speriamo che si possa ripetere con più intelligenza”.

Ha concluso Pazzagli con il punto sulla nuova struttura di via Cialdini, che può contenere quotidianamente quindici persone: “Mancano la luce, perché va rifatto il quadro elettrico, e l’acqua perché i condomini non sono molto contenti. Ma intanto per i profughi avere un tetto sopra la testa è un’alternativa insperata alla panchina”. Con l’Assesore regionale Marcolini erano già state avviate trattive sull’acqua ed ora si sta avviando il dialogo per trovare una struttura adeguata. Intanto si attende l'appuntamento del 15 ottobre con Cesetti per trovare una soluzione idonea al progetto di Cohousing in uno spazio alternativo. Il messaggio lanciato è che la "Casa de Nialtri" continua ad esistere





Questo è un articolo pubblicato il 06-10-2015 alle 15:11 sul giornale del 07 ottobre 2015 - 2088 letture