Arcioni (M5S): 'Giù le mani dalla stazione marittima'

La mobilità è tra i problemi prioritari che emergono in tutte le aree urbanizzate, il 30% della percorrenza dell’intero sistema dei trasporti è effettuata in città. Le stime aggiornate indicano che l’80% di tutti i costi esterni dei trasporti urbani è dovuto a fenomeni di inquinamento e congestione.
La politica e le istituzioni dovrebbero riflettere e dare indicazioni che possano migliorare la qualità della vita che come noto comprende un gran numero di “indicatori non solo economici. Quando si stilano le classifiche delle città in cui la qualità della vita è migliore si guarda alla situazione politica locale, all’economia, alla cultura, alla sanità, alla vivibilità dell'ambiente urbano, agli spazi verdi e loro accessibilità, al traffico, e all’inquinamento atmosferico. In queste classifiche, proprio la mobilità, l’accesso ai luoghi e la lotta contro l’inquinamento sono sempre più fattori determinanti di successo. Si può quindi dire senza timore che il trasporto e la mobilità incidono sul modo di vivere e sulla garanzia dei diritti. Infatti per garantire il bene sociale ed economico della comunità nel suo complesso è necessario che sia garantito l’accesso delle persone ai luoghi, ai servizi e ai beni.
Chi si occupa di mobilità dovrebbe quindi gestire la domanda individuando gli obiettivi da perseguire dopo aver però studiato il problema e averne conosciuto i numeri. I dati infatti non hanno connotazione politica quello che può cambiare è la politica che si mette in atto una volta ottenuti i dati. E allora garantire il diritto alla mobilità a chi vive, lavora o fruisce il nostro Comune significa affrontare in maniera organica e congiunta il tema del trasporto privato e di quello collettivo, delle merci e delle persone, dei parcheggi, del trasporto pubblico, della sicurezza stradale e così via stabilendo gli obiettivi da perseguire nell’ottica del miglioramento della qualità della vita.
Come scrive il giornalista Antonello Caporale, autore di una splendida docu-serie LA VITA E’ UN TRENO, “Il treno ha rappresentato in Italia, per i piccoli paesi, non semplicemente un mezzo di trasporto ma un’apertura verso realtà più grandi (le città), un’opportunità di crescita sociale ed economica. Ad oggi, dunque, è importante difendere i propri territori dai continui tagli che possono determinarne la morte, lottando perché i piccoli borghi possano essere vivibili per i giovani con idee di sviluppo sostenibile. Il treno è l'unico vettore a essere connettore di comunità. Attraversa vallate, buca le montagne, incontra i paesi come un lungo bruco che trascina persone e speranze, progetti e disgrazie. Con gli anni è maturata l'idea che non fosse utile, opportuno, intelligente collegare le grandi metropoli ai piccoli borghi, la campagna alle città, il piccolo al grande. Sono nati i treni super veloci, le tratte super moderne che hanno diviso l'Italia, sezionandone la capacità di spesa, il merito, e persino i bisogni. Chi corre a trecento all'ora e chi rimane a piedi. L'Italia è come un barcone affollato su un lato.
Di qua piegato fino a imbarcare acqua, di là quasi deserto. Per i malati della crescita il treno è costoso, le strade no. Il treno porta deficit, l'asfalto crea valore economico, distribuisce ricchezza. Per una parte dell'Italia il treno è divenuta una spesa insostenibile”. Questo evento é per proteggere e rilanciare una tratta ferroviaria strategica non solo per la città di Ancona ma per tutti i nostri territori e che l'ottusità di RFI e della politica tende a sopprimere in luogo di un modello di mobilità ferroviaria fatta solo di alta velocità, un'opportunità di rilancio vero per tutte le nostre comunità.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 12-10-2015 alle 18:29 sul giornale del 13 ottobre 2015 - 651 letture
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