Punti nascita, il M5S chiede di sospendere la chiusura prevista dalla giunta

Sospendere in via cautelativa le procedure per la chiusura dei punti nascita marchigiani quale effetto dell’attuazione della delibera di giunta regionale 665/2015; avviare da subito la richiesta di deroga al Ministero per tutti i punti nascita che ricorrono nelle condizioni di previste dal decreto emanato dallo stesso, in data 11 novembre 2015, con il quale si apre alla possibilità di sperimentare, in aree montane, punti nascite inferiori ai 500 parti annui.
Come pure di quelli compresi nelle aree interne, in grado di garantire standard di qualità e di sicurezza previsti dal Ministero. Opportunità questa che non può andare persa in considerazione dell'elevata qualità di cui i punti nascita delle Marche hanno raggiunto grazie alla grande professionalità degli operatori sanitari.
La risoluzione, respinta dall'Aula, evidenzia ancora una volta che nulla è cambiato dalla precedente legislatura. Si guarda ai fondi da sopprimere a scapito della salute dei cittadini. La Regione Marche, ha avviato il percorso riorganizzativo dei punti nascita e con delibera di giunta, nel 2011, sulla base di un precedente accordo Stato Regioni, ha chiuso quelli con meno di 500 parti annui, vale a dire: Recanati, Villa Igea di Ancona e Stella Maris di San Benedetto del Tronto.
A fronte di tutto questo e in rotta quindi contraria, il Ministro della Salute, Lorenzin, ha firmato l’11 novembre scorso un Decreto che, in deroga a quanto previsto dall’Accordo Stato-Regioni del 2010, consente di mantenere in attività i punti nascita delle aree montane e disagiate che non raggiungono il tetto dei 500 parti annui, purché vengano mantenuti standard di qualità e sicurezza previsti dalla normativa;
Un decreto che stabilisce che siano le Regioni ad avanzare la richiesta al Ministero della Salute, sul mantenimento dei punti nascita, ed affida al Comitato “Percorso Nascita Nazionale” il compito di esprimere, entro 90 giorni, un parere motivato.
Viene cosi chiaramente sancito il principio della salvaguardia dei punti nascita delle aree montane e disagiate, al fine di non privarle di servizi essenziali che metterebbero a rischio la salute di gestanti e nascituri. Ma la decisione è stata già presa e a prescindere dalle possibilità, che si avrebbero oggi, di mantenere vitali le nostre aree interne per contrastare l'abbandono, per dare ad ogni marchigiano gli stessi diritti, al di la di dove vive.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 15-12-2015 alle 17:30 sul giornale del 16 dicembre 2015 - 1088 letture
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