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comunicato stampa
Confindustria, bene ampliamento giurisdizione portuale anconetana ma preoccupazione per la riforma

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Claudio Schiavoni, presidente Confindustria Ancona
“Se possiamo dirci soddisfatti perché Ancona è stata individuata sede di un’Autorità di Sistema Portuale, allargando peraltro la propria giurisdizione ai porti abruzzesi, siamo invece fortemente preoccupati e contrari alla riforma portuale che sta prendendo corpo.

Il nuovo Decreto legislativo di fatto esclude gli operatori portuali dagli organi direttivi del nuovo organismo: ciò significa escludere proprio quei soggetti che per esperienza quotidiana vivono e conoscono perfettamente le problematiche del porto!” Esprime così la propria preoccupazione il Presidente di Confindustria Ancona Claudio Schiavoni in merito ai contenuti dello schema di decreto legislativo sulla riorganizzazione delle autorità portuali, a latere della riunione svoltasi in Associazione tra i vari imprenditori associati che nel porto dorico operano stabilmente. “Nel Comitato di gestione, il nuovo organo direttivo che sostituisce il Comitato portuale, la governance è esclusivamente riservata ad una composizione pubblica ristretta.

La partecipazione dei rappresentanti delle categorie di settore interessate e delle associazioni datoriali è limitata al Tavolo del Partenariato della Risorsa Mare, organo con funzioni consultive, peraltro eventuali, e di cui ancora non si comprende bene la composizione. Come stiamo sostenendo da mesi anche all’interno del tavolo nazionale, al pari delle altri componenti confindustriali, noi chiediamo il rafforzamento della partecipazione dei rappresentanti delle maggiori attività economiche operanti in ciascun singolo porto. Ad esempio, in una realtà come quella dorica, è impensabile fare a meno della partecipazione attiva della raffinazione petrolifera e della cantieristica. Una governance strutturata come prevede il Governo non rappresenta la soluzione idonea per garantire politiche portuali adatte a garantire una gestione delle banchine efficace ed efficiente. Sono, invece, evidenti i potenziali rischi connessi a tale scelta: strategie avulse dall’effettivo contesto in cui il porto si trova ad operare nonché una presenza negli organi portuali di soggetti rispondente più a logiche di “posizionamento” politico che di effettivo rilancio della competitività del singolo porto e, di riflesso, dell’intero sistema portuale nazionale.”

“Tra l’altro – conclude Schiavoni - occorre considerare che, decorsi tre anni dalla data di entrata in vigore del decreto, valutate le interazioni fra le piattaforme logistiche a livello nazionale, verificati i volumi di traffico merci di ogni singolo porto, potrà essere ulteriormente ridotto il numero delle Autorità di Sistema Portuale. Ciò significa che il nostro Porto è chiamato ad assumere scelte strategiche assai delicate per evitare il rischio di essere in prospettiva esclusi dalle Autorità. Anche per questo è quanto mai necessario dare un ruolo attivo a chi di porto se ne intende veramente.”



Claudio Schiavoni, presidente Confindustria Ancona