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Producevano documenti falsi per stranieri, nei guai un 70enne e 11 suoi collaboratori

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Polizia generico
Produceva cercificati falsi per consentire a cittadini stranieri di ottenere permessi di soggiorno. A finire nei guai martedì mattina è stato G.V., un 70enne italiano già conosciuto dalla Polizia per fatti analoghi commessi negli anni 2010 e 2011 per i quali, a conclusione di un’attività investigativa della Squadra Mobile, era stato destinatario di un’ordinanza di custodia Cautelare.

Sono stati di nuovo i poliziotti della Squadra Mobile dorica, Sezione Criminalità straniera, a conclusione di una lunga e articolata attività di indagine a denunciarlo, insieme ad altre undici persone, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Anconaper il reato previsto e punito dalla legge sull’immigrazione, riguardante la produzione di atti falsi, diretti ad ottenere permessi di soggiorno a cittadini stranieri (punito con la reclusione da uno a sei anni salvo aggravanti). G.V. è esperto in materia fiscale e contabile. Pur non avendo titoli di studio adeguati, si spacciava per un esperto commercialista e ingaggiava cittadini stranieri anche tramite loro connazionali. Il suo compito era quello di curare l’istruzione di pratiche concernenti la loro richiesta di permessi di soggiorno in Italia per motivi di lavoro. Gli stranieri in condizioni disperate si rivolgevano a lui pagando somme di denaro sproporzionate rispetto alle loro possibilità economiche.

Spesso erano costretti a vendere proprietà nelle loro terre di origine per retribuire il finto commercialista che non faceva sconti a nessuno. Un giro di affari stroncato con la denuncia del 70enne e degli undici cittadini stranieri che si spacciavano per procacciatori di clienti e stretti collaboratori. Le nazionalità di appartenenza dei soggetti che chiedevano l’illegale regolarizzazione della loro posizione di soggiorno, erano le più svariate; marocchini, albanesi, ucraini, nigeriani, algerini, tunisini. Una varierà di soggetti che G.V. gestiva con abilità, creando documenti falsi come dichiarazioni dei redditi e buste paga e riuscendo contemporaneamente a reclutare anche compiacenti datori di lavoro che dietro ad un pagamento erano disposti a dichiarare le assunzioni degli stranieri irregolari all’interno delle loro ditte.



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