In manette la ladra del mantello della Madonna della cappella dell'Ospedale di Torrette

Finisce in manette la ladra del manto damascato della statuetta della Madonna (e dell’oro in esso contenuto) della cappella dell’Ospedale di Torrette. Ad arrestarla, gli uomini della Squadra Mobile di Ancona e di quella di Rimini nella nottata del 7 giugno.
Si tratta di una 50enne napoletana pluripregiudicata per reati contro il patrimonio (estorsione, rapine furto, ecc..), che ora dovrà scontare la pena residua di 1 anno e 11 mesi di reclusione presso il carcere di Forlì per estorsione aggravata commessa in concorso con atri soggetti ai danni di un ministro del culto Cattolico. Nel febbraio 2013 aveva infatti trafugato l’oggetto sacro e poi assoldato un finto Maresciallo dei Carabinieri per far credere al parroco che il maltolto era stato ritrovato, ma anche che gli sarebbe stato restituito in seguito al versamento di 5000 euro a titolo di deposito presso una stazione ferroviaria abruzzese. Dopo qualche giorno il parroco avrebbe quindi ricevuto a casa sua la visita di due soggetti, uno dei quali asseriva essere il Maresciallo con cui aveva parlato al telefono e l’altro un Tenente, che chiedevano i 5000 euro concordati.
Gli incontri tra i due truffatori e il prelato si sarebbero protratti per diversi giorni, in attesa che la vittima riuscisse a racimolare i soldi. A tradire i due truffatori sarebbe però stata una dichiarazione del finto tenente che, durante uno di questi incontri, avrebbe dichiarato al prelato che grazie a quell’operazione da tenente sarebbe stato promosso a tenente colonnello (e non a capitano come la gerarchia prevede). Il Cappellano, che prima di prendere i voti aveva avuto un’esperienza in campo militare, si sarebbe accorto dell’anomalia e questo lo avrebbe convinto a denunciare i fatti ai poliziotti della Mobile anconetana ad aprile. Durante i numerosi incontri, i delinquenti sarebbero riusciti ad estorcere al Cappellano oltre 4000 euro, arraffando anche il contenuto della cassetta delle offerte. All’ultimo incontro, avvenuto il 1 Aprile 2013, i poliziotti vestiti con camici bianche e stetoscopi al collo, avevano circondato ogni angolo di corridoio del primo piano dell’Ospedale, in attesa degli estorsori che si sarebbero dovuti presentare per riscuotere l’ultima tranche della somma pattuita. A presentarsi, quella volta, c'erano la donna arresta martedì e un 19enne casertano. Entrambi sono stati arrestati in flagranza per estorsione aggravata commessa in concorso e ai danni di un ministro del culto.
Da quell’episodio, a carico della donna era stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari (in tutto 4 mesi) con rilascio in attesa di giudizio. Tale giudizio è stato assicurato verso l’1.00 di notte del 7 giugno 2016, quando gli uomini della Polizia di Stato hanno rintracciato la donna in un lussuoso hotel di Rimini, dove si era recata per una vacanza estiva. R.C. non avrebbe opposto alcuna resistenza all’arresto.
Questo è un articolo pubblicato il 08-06-2016 alle 16:47 sul giornale del 09 giugno 2016 - 2060 letture
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