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Al via la soprintendenza unica delle Marche. A dirigerla l'architetto Carlo Birrozzi

anfiteatro romano ancona 6' di lettura Ancona 13/07/2016 - Al via la soprintendenza unica delle Marche. A dirigerla l'architetto Carlo Birrozzi. La riforma Franceschini vista da Ancona: dubbi sugli effetti virtuosi dell'accorpamento per il settore archeologia, belle arti e paesaggio.

Si chiama Carlo Birrozzi, è un architetto e viene da Bari, il nuovo dirigente della esordiente Soprintendenza unica delle Marche, che ha accorpato quella Archeologia e la Belle arti e Paesaggio, in attuazione della riforma nazionale dell’organizzazione degli organismi territoriali del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (Mibact), voluta e avviata già nel 2015 dal ministro Franceschini. Dopo l’introduzione del “silenzio assenso” volto a velocizzare l’operatività dei cantieri, dei Poli museali, e dopo altre novità, l’accorpamento delle Soprintendenze – in vigore dall’11 luglio – consentirà loro di parlare “con voce unica a cittadini e imprese riducendo tempi e costi burocratici.

La riorganizzazione prosegue nella strada di valorizzazione del patrimonio”, si legge sul sito web del Mibact (www.beniculturali.it). Carlo Birrozzi, che abbandona il ruolo di soprintendente per i Beni storici, artistici ed antropologici della Puglia, si sarebbe dovuto insediare ad Ancona il 18 luglio, ma per sopravvenuti problemi burocratici lo farà al massimo entro la fine del mese. Il capo della nuova Soprintendenza unica Archeologia, Belle arti e Paesaggio assorbirà insieme poteri e competenze dei due ormai ex soprintendenti regionali di Ancona, il dott. Mario Pagano, che ha lasciato la direzione della Soprintendenza Archeologia (con sede in via Birarelli), e la storica dell’arte Anna Imponente, che era a capo della Soprintendenza Belle arti e Paesaggio (sede Palazzo del Senato nell’omonima piazza). Entrambi gli alti funzionari sono già partiti da Ancona l’8 luglio, l’archeologo Pagano per guidare a Cosenza la nuova Soprintendenza unica della Calabria, mentre non sarebbe stato ancora ufficializzato il nuovo incarico per la dott.ssa Imponente. Riduzione dei tempi operativi e delle spese; meno burocrazia per semplificare il rapporto tra i presidi amministrativi territoriali rafforzati e l’utenza costituita da aziende, enti e singoli privati; maggiore valorizzazione dei beni archeologici, architettonici, artistici e paesaggistici. Queste le intenzioni della rivoluzione disegnata da Franceschini per le nuove 39 Soprintendenze italiane unificate (a cui si sommano le due speciali del Colosseo e di Pompei). Ma sarà proprio così, anche nelle Marche? Da settimane ad Ancona, negli uffici di via Birarelli e di piazza del Senato, per lo più si registra un clima di incertezza, disorientamento, con punte di scetticismo. Perché il personale in organico resta lo stesso ed il lavoro da smaltire è enorme. C’è dunque il timore che questo ulteriore capitolo di accentramento che caratterizza la riforma ministeriale sortisca, tra gli effetti opposti a quelli prefissati, nuove complicazioni e lungaggini burocratiche. C’è inoltre da mettersi le mani nei capelli se si analizza la scarsità di fondi a disposizione. Già dall’anno scorso è infatti andato cronicizzandosi il taglio delle risorse erogate dal Governo alle sedi periferiche del Mibact per varie esigenze, a cominciare da quella dei restauri. Un esempio di grave difficoltà? “Nei nostri depositi sono conservati circa 50mila reperti archeologici provenienti dall’area del Monte Conero, e sono ancora, appunto, in attesa di restauro”, aveva segnalato in modo allarmante il soprintendente Pagano mesi fa. Mentre da gennaio si aspettano ancora i 500mila euro promessi dal Mibact per incrementare, ad Ancona, la pubblica fruibilità degli imponenti resti dei magazzini del porto romano e per l’ulteriore sistemazione del sito dell’anfiteatro, anch’esso romano, in via Birarelli. Nebbia fitta, inoltre, per quanto riguarda la logistica e la razionalizzazione delle sedi.

La riforma Franceschini mantiene l’operatività dei Segretariati regionali, sorta di anelli di congiunzione tra le Soprintendenze (cui sono sovraordinati) e il Mibact. Soprintendenza unica dovrebbe tradursi anche in sede unica. Ma, stando a fonti ufficiose, non sembra che il Segretariato regionale delle Marche diretto dalla dott.ssa Giorgia Muratori abbia giocato d’anticipo, dandosi da fare a fronte di un nodo che pare destinato a scogliersi nel medio- lungo periodo. Con buona pace delle forti esigenze di risparmio spese. Altissimi ad Ancona, e oramai quasi insostenibili, i costi d’affitto per l’attuale sistemazione della ex Soprintendenza Archeologia presso quello che fu il complesso della Chiesa di Santa Maria Nuova (o Del Castello) con annesso convento di via Birarelli. Per ovviare al problema, nel dicembre scorso, l’allora soprintendente Pagano - dopo l’ennesimo incontro con l’assessore comunale ai Lavori Pubblici Maurizio Urbinato - aveva rilanciato la sua ipotesi di trasferirne la sede in parte degli ambienti dell’Istituto Nautico, nel porto storico. Ipotesi che rischia di azzerarsi, perché al Nautico lo spazio per la nuova Soprintendenza unica non c’è. Sui vantaggi figli dell’accorpamento - in attesa di verficare l’assestamento attuativo della riforma - si può dire con certezza che la nuova Soprintendenza unica marchigiana è nella fascia di seconda classe, più alta quindi della terza in cui era inquadrata la Soprintendenza Archeologia.

E soprattutto più alta a livello valoriale, ad esempio, di una importante Soprintendenza unica come quella di Pisa-Livorno (terza classe). Ciò dovrebbe far ben sperare l’esordiente dirigente unico regionale Birrozzi in vista di qualche quota in più di finanziamenti da Mibact e Stato. Il soprintendente Birrozzi, va ribadito, dovrebbe insediarsi entro due-tre settimane ad Ancona. Nel frattempo la funzione di supplente provvisorio è stata assegnata dalla Direzione generale del Mibact (Roma) all’architetto Biagio De Martinis, ottimo funzionario della ex Soprintendenza regionale alle Belle arti e Paesaggio, che ha dimostrato e dimostra grande efficienza nell’occuparsi, come di competenza, delle province di Ancona e Pesaro/Urbino, ed in particolare del capoluogo marchigiano e della città urbinate, quest’ultima unico sito Unesco della nostra regione. Per completare il quadro della riforma, va ricordato che la Soprintendenza Beni artistici e storici di Urbino era già stata mesi fa “assorbita” da quella alle Belle arti e Paesaggio di Ancona. Conserva invece la sua autonomia la Soprintendenza Archivistica di Marche e Umbria, con sede ad Ancona, in via dell’Artigianato, retta dal dott. Mario Squadroni. Ad Urbino, dove non hanno più sede Soprintendenze, restano la favolosa Galleria Nazionale delle Marche ospitata nel Palazzo Ducale, e il Polo Museale Unico delle Marche (altro frutto già in via di maturazione della riforma, guidato dal dott. Peter Aufreiter), da cui la Galleria dipende assieme agli altri Musei statali della regione (come l’Archeologico di Ancona e quello di Urbisaglia, per fare due esempi), alle Rocche di Senigallia e di Gradara ed ad altri siti di grande interesse culturale ed espositivo.


di Giampaolo Milzi
    redazione@vivereancona.it





Questo è un articolo pubblicato il 13-07-2016 alle 22:00 sul giornale del 14 luglio 2016 - 10956 letture

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