Dopo il sisma, Voi con Noi chiede maggiore attenzione alla prevenzione
L’Italia è da sempre un paese con aree ad alto rischio sismico. Dal Friuli ad oggi molto abbiamo fatto in termini di gestione dell’emergenza sismica. Abbiamo una macchina organizzativa, ben collaudata, che permette di portare soccorsi ed aiuti in breve tempo anche in aree geograficamente disagiate.
Organizzazione che ben risponde alle necessità di urgenza ed emergenza del momento, limitando per quanto possibile, i numeri di sciagure che appaiono spesso considerevoli. Accanto a ciò, però, è necessario porre l’attenzione su altri due anelli di un percorso rappresentati: dalla prevenzione e dalla ricostruzione. In termini di prevenzione ben poco abbiamo fatto in questi anni. Alcune considerazioni vanno fatte sicuramente, la prima fra tutte è che l’Italia, quella soprattutto amata dagli stranieri, è l’Italia dei mille borghi storici, per cui come si può coniugare messa in sicurezza e preservazione degli stessi? E’ oggi possibile coniugare le due cose con le tecnologie e le risorse in nostro possesso? Le esperienze estere spesso prevedono l’abbattimento di strutture e la loro ricostruzione, forse tale azione può avere un suo significato nelle costruzioni moderne ma nei piccoli centri storici medievali si può intervenire, e come? L’altro aspetto di riflessione consiste nella necessità di avere abitazioni “moderne ”che siano sicure dal punto di vista sismico per cui , in questo caso, la mappatura degli edifici risulta necessaria ed inderogabile. Troppe volte ormai assistiamo ad eventi sismici, considerati di intensità intermedia, ma che causano distruzioni importanti.
E’ indubbio che un lavoro di mappatura da un lato e di investimenti mirati alla riduzione del rischio sismico, dei nostri immobili, appare enorme e con un costo economico importante, ma del resto l’Italia ha bisogno di un piano di recupero per non dover assistere in futuro inermi , spesso, a scenari di distruzione e morte . Se il costo economico può essere alto, nulla è in confronto al costo umano che il nostro paese , e non solo, deve pagare per vivere in un territorio stupendo ma altrettanto delicato e instabile. Perché dunque non iniziare fin da ora , magari a livello regionale, là dove il rischio sismico è di grado maggiore, una ricognizione ed un censimento degli immobili al fine, inizialmente, di comprendere l’entità del problema e conseguentemente iniziando a valutare le possibili azioni correttive?
Questo è l’invito che vogliamo lanciare al Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, una regione, la nostra, che proprio sulla dorsale appenninica presenta il rischio sismico più alto .
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 25-08-2016 alle 19:29 sul giornale del 26 agosto 2016 - 1723 letture
SHORT LINK:
https://vivere.me/aAxS


















