Aggregazione dei Porti, inopportune le dichiarazioni di Lodolini e Carrescia per i 5 Stelle

Le estemporanee, quanto a mio avviso improvvide, dichiarazioni del Deputato Carrescia, seguito a ruota dal Deputato Lodolini, rappresentano il teatrino della politica. I due (PD) si lamentano della posizione espressa dal Presidente della regione Abruzzo D'Alfonso (PD), che intende contrastare l'AdSP del mare Adriatico centrale per far inserire i porti di Pescara e Ortona nell'AdSP del Mare Tirreno centro settentrionale, contrastando il decretro legislativo votato dal PD e la proposta del Ministro PD Delrio.
Sfugge ai due Deputati che la regione Abruzzo ha già sottoscritto con la regione Lazio, guidata da Zingaretti (PD), così come è sfuggito che il Presidente di ASSOPORTI, Pasqualino Monti Commissario governativo dell'AP di Civitavecchia, nominato dal Minsitro Delrio, ha ripetutamente svolto incontri ufficiali, del tutto irrituali per un Commissario di Governo, con le delegazioni abruzzesi per giungere ad un tale esito che va a contrastare il progetto delle AdSP voluto dal Ministro e votato dal Parlamento. Il tutto nel silenzio del PD. Inoltre la Conferenza Stato Regioni, presieduta dal PD Bonaccin, ha approvato all'unanimità, come CONDIZIONE, l'emedamento "Abruzzo", inserito nel decreto legislativo di riforma all'art. 6 comma 2-bis, lettera b) che recita: "possono essere apportate, su richiesta del Presidente della Regione interessata, modifiche all'allegato A alla presente legge, al fine di consentire: b) il tasferimento di un porto ad una diversa AdSP, previa intesa con la Regione nel cui territorio ha sede l'AdSP di destinazione". Dove erano Carrescia e Lodolini che oggi attaccano il Presidente D'Alfonso, affidandosi a sterili campanilismi e alimentando ulteriori divisioni che non giovano a nessuno dei porti e dei territori abruzzesi e marchigiani, ne' al sistema portuale nazionale? Se invece decidessero di svolgere il proprio mandato parlamentare nazionale, intervengano sul Ministro, non sul Presidente di una regione, per chiedergli di applicare i poteri che la legge gli attribuisce all'art.8: "in caso di mancata intesa si applica la procedura di cui all'art. 14-quater della legge 8 agosto 1990, n. 241". A meno che i due Deputati siano parte di un disegno volto proprio a raggiungere l'obiettivo di evitare il coinvolgimento dei porti abruzzesi nellAdSP del Mare Adriatico centrale, in modo da non subire condizionamenti "o ingerenze" di un'altra regione nelle nomine e continuare a decidere sull'AdSP in tutta autonomia, come hanno fatto per la soppressione dei treni alla Stazione Marittima o per non far ripristinare al porto le centraline di misurazione della qualità dell'aria, necessarie per tutelare la salute dei cittadini anconetani. Questo irresponsabile "far finta di non vedere" attuato dai parlamentari PD e dal Presidente della Regione Marche Ceriscioli, oltre ad aver causato l'attuale stallo nell'attività del porto per la mancata nomina del presidente, farà correre un rischio ben più grave, considerato che in base alla riforma portuale il Governo avrà mano libera per fare ulteriori accorpamenti nel caso in cui, ad una verifica triennale, si dimostri che i numeri espressi da un'AdSP non ne giustifichino la sua esistenza. Di conseguenza, senza gli apporti qualificanti dei porti abruzzesi, ci sarà il rischio che l'AdSP del mare Adriatico centrale venga accorpato con altri, vanificando tutta l'attività svolta dal M5S negli anni, per farla istituire.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 11-10-2016 alle 15:59 sul giornale del 12 ottobre 2016 - 811 letture
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