contatore accessi free

Distrugge una decina di auto della Polizia Penitenziaria a Montacuto e scappa

polizia penitenziaria 2' di lettura Ancona 17/10/2016 - Sono oltre una decina le auto della Polizia Penitenziaria di fronte al carcere di Montacuto. Autore dell'atto sconsiderato di sabato notte sarebbe stato un uomo a bordo di una Fiat Panda bianca.

A denunciarlo è il Sappe, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Intorno alle 3, uno sconosciuto a bordo di una Panda bianca ha danneggiato varie vetture del personale in servizio, forse 9, con taglio delle gomme, danni alla carrozzeria e con il disegno delle sbarre sul cofano di un autovettura” ha affermato Nicandro Silvestri, segretario regionale Sappe Marche, proseguendo: "Sono in corso le indagini per accertare il responsabile, ma respingiamo ogni tentativo di intimidazione. La Polizia Penitenziaria non si fa intimorire e svolge, come sempre con professionalità e umanità, il suo duro e difficile lavoro”. Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha voluto ricordare anche un altro episodio grave degli ultimi giorni, questa volta di rilevanza nazionale. “Mercoledì scorso - ha affermato - alcuni hacker hanno violato il sito internet del Sindacato lasciando sulla home page il messaggio “Giustizia per Cucchi”. Ma questi hacker sono di una ignoranza spaventosa: accusano noi, esponenti e rappresentanti della Polizia Penitenziaria, di volere giustizia per Stefano Cucchi senza sapere che sia la sentenza di primo grado che quella di appello hanno assolto i poliziotti penitenziari che lavorano a piazzale Clodio dalle accuse (non suffragate da alcuna prova) loro mosse. Lo hanno accertato due Corti, quattro giudici togati, dodici giudici popolari. Lo ha confermato definitivamente la Corte di Cassazione. Siamo sempre stati solidali con la famiglia Cucchi per la perdita del loro familiare, ma anche fieri del nostro lavoro quotidiano e della nostra abnegazione al servizio del Paese. Siamo convinti che il SAPPE proseguirà la battaglia in difesa dei colleghi e dell’intero Corpo di Polizia Penitenziaria che in questa vicenda è attaccato da molti che forse sono in possesso di una verità che conoscono solo loro. È il caso di questi hacker, eccellenti sotto il profilo delle conoscenze informatiche ma ignoranti sulla realtà dei fatti”. Capece ha concluso ricordando che il compito del Sappe "è sempre stato ed è quello di rendere il carcere una “casa di vetro”, cioè un luogo trasparente dove la società civile può e deve vederci “chiaro”, perché nulla abbiamo da nascondere ed anzi questo permetterà di far apprezzare il prezioso e fondamentale – ma ancora sconosciuto - lavoro svolto quotidianamente – con professionalità, abnegazione e umanità - dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria. Tanto per dire, negli ultimi vent'anni, abbiamo salvato la vita, in tutta Italia, ad oltre 19.000 detenuti che hanno tentato il suicidio ed ai quasi 124mila che hanno posto in essere atti di autolesionismo, molti deturpandosi anche violentemente il proprio corpo”.


   

di Enrico Fede
redazione@vivereancona.it

 





Questo è un articolo pubblicato il 17-10-2016 alle 15:41 sul giornale del 18 ottobre 2016 - 1246 letture

In questo articolo si parla di cronaca, carcere, polizia penitenziaria, articolo, Enrico Fede

Licenza Creative Commons L'indirizzo breve https://vivere.me/aCpt





logoEV
logoEV