Contro lo spopolamento delle aree montane firmato il protocollo con l'Univpm

Firmato ad Ancona il primo protocollo tra Univpm e una delle comunità montane delle Marche. A fare da capofila nella lotta allo spopolamento delle aree interne, l'Unione Montana del Catria e del Nerone.
I nove comuni interessati (Acqualagna, Apecchio, Cagli, Cantiano, Piobbico, Frontone, Serra Sant'Abbondio, Arcevia e Sassoferrato) sono quelli con meno di 10.000 abitanti del pesarese e dell'urbinate (oltre che dell'estremo entroterra anconetano), in grado di presentare per primi il progetto soprattutto perché non interrotti dal terremoto durante la formulazione, a differenza di quanto avvenuto per le comunità montane del maceratese e dell'ascolano. Per queste ultime il presidente del consiglio dei ministri ha chiesto di inserire nei futuri protocolli anche un progetto di ricostruzione. Il protocollo prevede una serie di obiettivi importanti da realizzare nei prossimi tre anni (2017-2020) grazie allo stanziamento di 10 milioni di euro tra fondi regionali (6,2 milioni) e nazionali (3,8milioni) e che potranno salire a 12 milioni tramite i cofinanziamenti.
L'accordo mira ad accorciare la distanze tra centri urbani e accentramenti rurali sparsi attraverso l'introduzione della banda larga - per ora a 30 mbs sebbene il rettore Univm Longhi sogni la fibra a 100 mbs per quei luoghi - , l'utilizzo della telemedicina - che consentirebbe agli anziani, ultimo baluardo delle comunità montane, di essere assistiti senza muoversi di casa -, il trasferimento di nuovi metodi economici sperimentato in città nella campagna e di conseguenza l'attrazione di imprenditori giovani che vogliano impegnarsi nell'agroalimentare senza rinunciare ai comfort metropolitani. Non viene meno lo sguardo alla da sempre problematiche viabilità di quelle zone, messa in crisi dall'eliminazione delle provincie e poi salvata dal recupero Anas. L'accordo infatti renderà possibile l'avvio della Pedemontana delle Marche nel tratto Cagli-Sassoferrato che andrà a collegare Urbino con la Quadrilatero rendendo più facili gli scambi fra le tre regioni di quella che qualcuno già vede come l'Italia di Mezzo. Nella sede temporanea del Rettorato, che con il sisma si è trasferito in via Oberdan, Longhi ha potuto spiegare come l'Univpm potrà aiutare le aree periferiche con problemi di spopolamento individuate nella Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI): "L'Università Politecnica delle Marche ha avviato una ricerca per rendere più ecosostenibili le vite delle persone anziane in generale. Ora voremmo vedere se questo tipo di sperimentazione fatta in città possa essere riproposta anche in questi territori adattando i risultati ad un contesto diverso, migliorando la loro interconnessione alle città per eliminare le distanze e rendere ancora più attrattivi quei luoghi per gli imprenditori dell'agroalimentare". In questo insieme di progetti il Rettore vede una formidabile opportunità di risolvere i grandi problemi nazionali, come quello dell'immigrazione, impiegando i nuovi arrivati per la ripopolazione del territorio (necessaria a contenere il dissesto idrogeologico) e quello dell'impiego di forza lavoro giovanile attraverso l'uso di nuovi modelli economici, primo fra tutti quello della rete d'impresa che consentirebbe anche all'allevatore (impegnato 365 giorni all'anno) di organizzare le proprie vacanze.
Firmatario del protocollo, il sindaco di Frontone, Francesco Passetti, presidente dell'Unione Montana del Catria e del Nerone. "Ci deve essere la possibilità di aiutare gli anziani a distanza - ha detto - senza sradicarli dal loro territorio. Molti saranno i progetti culturali nei nove comuni dell'area pilota, ad iniziare dall'inserimento in rete delle riproduzioni interattive dei loro monumenti più rappresentativi. In sostanza chi viene da noi si trova bene, a stretto contatto con l'arte e la natura, ma ci chiede più servizi ed è proprio a questo che serve il protocollo con progetto riguarderanno i trasporti, la sanità, la scuola, con la necessità in particolare di formare i giovani in discipline come agraria e l'individuazione degli istituti per farlo, assistenza agli anziani e sostegno alla filiera agricola di qualità con particolare riguardo ai prodotti tipici come la birra artigianale, il tartufo, i cereali e il pane". Il modello che si vuole realizzare in quest'area pilota è insomma quello delle Smart Communities in cui una rete di piccoli centri dell'ordine di un migliaio di abitanti possano realizzare un nuovo modello di economia fatto di interconnessioni e scambi continui e fruttuosi fra tutti gli attori presenti. La Sua realizzazione costituirà per l'Univpm un attività di ricerca, innovazione e formazione su tematiche inerenti la valorizzazione e la salvaguardia dei territori, sulle attività produttive, suelle relazioni sociali e sull'assistenza sanitaria. La scommessa per Sauro Longhi "è quella di superare l'azienda familiare per andare verso la rete d'impresa con un modello organizzativo che possa permettere ad ognuno di avere le sue libertà, soprattutto per gli allevatori. Le pratiche antiche utili a preservare il territorio devono essere allacciate a quelle moderne per mantenere i nuovi stili di vita".
Questo è un articolo pubblicato il 28-11-2016 alle 14:33 sul giornale del 29 novembre 2016 - 1452 letture
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