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Falconara: Rossi, variante centro città "Non sia soddisfacimento di appetiti pre-elettorali, ma di rilancio"

Bandiera Partito democratico 4' di lettura 22/12/2016 - Apprezziamo lo sforzo di provare a condividere un percorso di trasformazione urbana, ma la tempo stesso non possiamo non chiederci perché solo ora, visto che fino ad oggi questa amministrazione ci ha abituato a subire gli interventi a colpi di maggioranza (vedi variante Falconara Alta, poi cassata dalla Provincia, o al maxi park della Stazione FS, ritirata in fretta e furia quando contestata e oggi oggetto di un contenzioso da oltre un milione di euro).

Come del resto non sfugge che, come per il citato caso della precedente variante Falconara Alta, anche questa cada proprio in concomitanza della prossima scadenza elettorale, ingenerando sospetti di una manovra più propagandistica che altro. A confermare questa ipotesi l’assenza del Sindaco ieri in commissione, proprio a sottolineare che, non mettendoci lui stesso la faccia, si tratti di un percorso che ha più un valore di marketing politico, che di reale sostanza. Il PD, forza di maggioranza relativa in città, oggi all’opposizione ma che si propone come alternativa credibile in grado di aggregare l’ ampia area del centro sinistra e le forze vive della città in questi anni emarginate da questo governo di destra, pur con le premesse fatte, con senso di responsabilità coglie la sfida e l’opportunità di ragionare di trasformazione urbana, partendo dal centro cittadino, ma non dimenticando, anzi rilanciando, un lavoro simile anche negli altri quartieri, che non sono certo figli di un Dio minore, ma hanno stessa dignità del centro. Nel merito vanno distinti il piano tecnico, da quello politico.

Sugli obiettivi del primo siamo tutti d’accordo: semplificare le norme per rendere più snello e conveniente ogni tipo di intervento che punti a migliorare o riqualificare la città. Sul secondo aspetto invece occorre discutere a partire da quello che è il contesto demografico, sociale ed economico, profondamente mutato negli anni: la popolazione si è fortemente ridotta, anche quella degli immigrati, mentre è in aumento la popolazione emigrata, giovani che se ne vanno; la media dei componenti il nucleo familiare si abbassa, cresce il tasso di anzianità, diminuisce quello di natalità: un combinato disposto di cui non si può non tener conto. Ancor più marcata la tendenza nel centro cittadino, una realtà in cui sono prevalentemente gli anziani e gli immigrati, i principali residenti. Nel primo caso degli anziani, parliamo di soggetti che generalmente hanno una limitata capacità di spesa, ma hanno l’esigenza di servizi a misura delle necessità e spesso purtroppo dei limiti fisici della terza o quarta età, come ad esempio consegna a domicilio, accessibilità per soggetti con disabilità o con difficoltà di deambulazione. Nel secondo dobbiamo considerare che le comunità di immigrati, importanti nei numeri e molto concentrate in alcune zone, spesso presenti attivamente sul territorio con attività commerciali o artigiane o di assistenza agli anziani, ma assenti o quasi dalla vita sociale cittadina, un po’ per scarsa attenzione di chi governa, un po’ per differenze culturali e linguistiche, generando diffidenza e paure, limiti questi da superare con politiche attente di integrazione ed un loro coinvolgimento maggiore. Questo però non significa trascurare i giovani, tutt’altro.

In questo senso abbiamo rilanciato la nostra proposta di un uso ludico ricreativo dell’ex Fanesi, ma non solo, proprio perché siamo fermamente convinti che riportare i bimbi e le famiglie in piazza sia il sistema migliore per rivitalizzare le piazze, il commercio e la vita civica. Solo in questo quadro e successivamente alla sua definizione organica e possibilmente condivisa, hanno senso e si inseriscono gli specifici interventi: sulla viabilità, compresa quella ciclabile e pedonale, sui parcheggi, sul recupero dei contenitori pubblici dismessi e dei locali commerciali sfitti, sull’arredo urbano, la riqualificazione e il verde pubblico.

La variante perciò sia non tanto e non solo la soddisfazione degli appetiti urbanistici di qualcuno o per dare qualche contentino pre-elettorale, quanto piuttosto vera occasione per ricostruire quel senso di comunità cittadino che negli anni si è perso e che proprio dall’ incontro tra generazioni e culture diverse, a partire dagli spazi urbani riqualificati, può dar luogo ad una contaminazione virtuosa che aiuti a superare stereotipi e paure, per vivere tutti meglio insieme: questo infatti dovrebbe essere il fine ultimo di una politica urbanistica degna di questo nome.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 22-12-2016 alle 00:44 sul giornale del 22 dicembre 2016 - 9193 letture

In questo articolo si parla di falconara, politica, partito democratico, falconara marittima, pd, andrea rossi

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