Calciomercato invernale: Ad Ancona tutti si ricordano ancora di Jardel

Ad Ancona però non andò così nel 2004, quando la società era in Serie A e come presidente c'era Ermanno Pieroni. La squadra era in grande difficoltà con soli 5 punti dopo il girone d'andata (all'incirca la stessa situazione del Benevento nel campionato attuale) realizzati grazie a 5 pareggi. Per il resto zero vittorie e ben 12 sconfitte. Insomma, oggi nessuno avrebbe puntato un euro su Eurobet Scommesse sul fatto che i dorici si sarebbero potuti salvare a fine stagione.
Pieroni si mette però in testa di "rivoltare la squadra come un calzino" e non scherzava affatto. Diciotto le cessioni tra cui Hubner, Luiso, Di Francesco, Viali e Poggi che vengono sostituiti da una decina di acquisti. Ecco dunque Dino Baggio oramai a fine carriera, Sartor reduce da un grave infortunio, Luis Elguera, Corrado Grabbi, il portiere svedese Magnus Hedman, l'attuale allenatore Christian Bucchi e soprattutto lui, l'attaccante che avrebbe dovuto salvarci: Mario Jardel e che fa titolare al più importante giornale sportivo d'Italia "Ancona Meravigliao: preso Jardel".
Di meraviglioso però ci fu ben poco. Il passato del brasiliano era veramente glorioso, con una scarpa d'oro vinta e centinaia di gol fatti prima con il Porto, la gloriosa squadra portoghese, poi in Turchia con il Galatassaray e di nuovo in terra lusitana con lo Sporting Lisbona dove tra i suoi compagni c'erano anche Quaresma ed un certo Cristiano Ronaldo. Il Jardel che però arrivò nelle Marche era soltanto un lontano parente dell'attaccante che aveva annichilito persino un autentico mito del calcio come Paolo Maldini in un Milan - Porto di quella che allora era la Coppa dei Campioni.
Purtroppo per i tifosi anconetani, Jardel era reduce da una serie di problemi personali: separazione dalla moglie, la modella Karen Ribeiro Matzenbache che sfocia prima in una depressione e poi in una dipendenza dalla cocaina. Con questi problemi sul groppone, Jardel arriva all'Ancona appesantito ed incapace di esprimere il suo reale potenziale. E subito la sua esperienza non comincia nel migliore dei modi. Nel giorno della presentazione, l'Ancona gioca il sentito match contro il Perugia e Jardel, conoscendo soltanto i colori della sua nuova squadra, si confonde e va a salutare i tifosi umbri. L'intervento repentino dell'allora dirigente anconetano Petrachi non evita ulteriori conseguenze negative.
La sua avventura con l'Ancona dura soltanto 203 minuti in campo non riuscendo a segnare neppure un goal in Serie A e la società il 29 marzo lo rispedisce in Inghilterra al Bolton, la squadra da cui era stato prelevato. A distanza di 14 anni, il suo nome è ancora associato ai peggiori bidoni arrivati in Italia ed è un vero peccato perché senza i problemi personali che lo avevano colpito, Jardel era sicuramente un grande attaccante che all'apice della sua carriera avrebbe potuto veramente cambiare il destino di quell'Ancona di tanti anni fa.

Questo è un articolo pubblicato il 03-02-2018 alle 17:06 sul giornale del 02 febbraio 2018 - 688 letture
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