Banca Popolare di Bari, Cgil: "licenziamenti mascherati da trasferimenti?"

Sembra un incubo ma è la triste realtà: il trasferimento al Call Center di Teramo dei 4 Dipendenti in servizio presso la Filiale di Ancona su un totale di 6, si configura come un vero e proprio invito all'autolicenziamento
Infatti, per presentarsi al lavoro alle 8,15 a Teramo, dalle Marche centro-nord, utilizzando i mezzi pubblici, bisogna partire alle prime luci dell'alba per poi rientrare a casa a notte fatta! Quindi, vista l'impossibilità di attuare questa soluzione, il lavoratore è costretto a prendere casa a Teramo con tutto ciò che ne consegue: stravolgimento della vita familiare (i lavoratori interessati hanno quasi tutti mogli/mariti e figli), raddoppio dei costi di gestione (2 affitti, doppie bollette per le utenze, notevole incremento della spesa per il mangiare, spese di trasporto, ecc.) e notevoli problemi di carattere psicologico che la situazione potrebbe comportare. Oltretutto, se l'attività che sono chiamati ad espletare è quella di operatore telefonico, non si capisce perchè la suddetta attività non possa essere svolta in una sede logisticamente di più facile fruibilità, come d'altronde già attuato in altre realtà bancarie. Ma è fin troppo chiaro che l'intenzione della Popolare di Bari è solo quella di liberarsi di dipendenti: come Fisac/Cgil Ancona e Marche e come Cgil Provinciale e Regionale - denunciando il comportamento irresponsabile della banca in questione – abbiamo già messo in atto ogni azione possibile per proteggere i lavoratori e le loro famiglie.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 10-07-2018 alle 16:19 sul giornale del 11 luglio 2018 - 4606 letture
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