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La Regione Marche pone fine al commissariamento del Parco del Conero

parco del conero 4' di lettura Ancona 07/09/2018 - “Non è mai troppo tardi per prendere atto dei propri errori, perciò apprezziamo la decisione della Regione Marche che ha fatto marcia indietro dalle sue posizioni e ha deciso di porre fine al commissariamento del Parco regionale del Conero.

Ora il nostro auspicio è che si procederà con rapidità alla nomina dei componenti del consiglio direttivo dell’Ente parco tenendo conto di criteri di qualità nella scelta dei consiglieri e si individui una persona autorevole per la presidenza.” È questo il commento di Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche e di Paolo Belelli, presidente del circolo Legambiente di Ancona, alla decisione della Giunta della Regione Marche che, nell’ultimo scorcio del mese di luglio, ha fatto marcia indietro sul commissariamento del Parco del Conero che era stato avviato e giustificato dalla necessità di lavorare parallelamente ad una riforma organica della legge regionale sulle aree protette. Con questa decisione la Regione, come noi avevamo opportunamente segnalato, prende atto che la riforma della legge regionale ha tempi troppo lunghi per continuare a tenere sospeso con un commissariamento i destini del Parco del Conero, e anziché una riforma complessiva della legge si propone uno stralcio che individua una nuova composizione del Consiglio direttivo dell’Ente Parco del Conero che passerà da 5 a 8 componenti, di cui: - 4 rappresentanti dei Comuni, uno per ogni Comune del Parco, dopo quasi un anno dalla richiesta dei Comuni stessi; - 1 rappresentante per la Provincia, e si tratta di un ritorno, in quanto nella precedente composizione non era presente, ma lo era in quella istitutiva del Parco; - 1 rappresentante ciascuno per la Regione, le associazioni ambientaliste e quelle del mondo agricolo. Il Consiglio Regionale a settembre dovrà approvare la proposta di Giunta e, successivamente, dovranno essere nominati i componenti del Consiglio Direttivo, il quale eleggerà a sua volta il Presidente, che potrebbe anche essere esterno al Consiglio stesso (ed è una novità). Osserviamo che se vogliamo andare fino in fondo alle questioni, facendo seguito ai problemi di rappresentatività sollevati dai comuni, è necessario che ogni rappresentante di ciascun ente sia in scadenza con la propria amministrazione. Proponiamo di ampliare ulteriormente il direttivo del parco facendo spazio alle associazioni turistiche: questa fase in cui si stanno ridisegnando i perimetri del futuro del Parco del Conero, può essere l’occasione per innovare e sperimentare un sodalizio importante. Un rappresentante delle associazioni turistiche, integrato in piena operatività all’interno del direttivo, può rappresentare lo stimolo ed il volano per caratterizzare il turismo nelle aree protette, che può spingersi maggiormente verso una sostenibilità più convinta. Dopo un anno avrà così termine, grazie alle proteste e alle insistenze delle associazioni ambientaliste e alla petizione SOS Conero da noi promossa con notevoli adesioni, un commissariamento dalle motivazioni poco comprensibili e che ha rallentato le funzioni dell’Ente Parco. La soddisfazione per questo primo passo deve essere però accompagnata da altri atti concreti, che chiediamo sia alla Regione che agli altri Enti pubblici, in particolare ai Comuni. Ci riferiamo alla nomina dei rappresentanti in seno all’Ente, che auspichiamo siano fatte inserendo persone attente alle problematiche della tutela dell’ambiente naturale, alla difesa del paesaggio, alla qualità delle scelte urbanistiche e all’attenzione ai beni collettivi e non a difendere interessi di campanile. L’altro problema, preesistente al commissariamento, è la dotazione all’Ente Parco, come alle altre aree protette delle Marche, di fondi sufficienti all’inizio e non alla fine di ogni anno per poter dignitosamente programmare le proprie attività ed i propri progetti. Non è più tollerabile quello che è avvenuto negli ultimi anni, ovvero restare un anno senza bilancio e disponibilità rinviate a dicembre, perché in questo modo il Parco non solo non può programmare, ma neanche fornire servizi o iniziative al territorio. È compito della Regione finanziare le aree protette, e farlo con tempistiche tali da assicurare il loro funzionamento e non la loro stentata sopravvivenza: la gestione di un Ente ha bisogno di presidio costante, risorse certe e disponibili prima dell’estate.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 07-09-2018 alle 13:56 sul giornale del 08 settembre 2018 - 1941 letture

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