comunicato stampa
Falconara: antenne per la telefonia, gli operatori cercano 21 siti

Iliad, Linkem e Vodafone cercano siti per installare nuovi impianti di telefonia mobile. E' quanto emerso durante gli incontri pubblici di giovedì e venerdì organizzati dal Comune di Falconara per illustrare ai cittadini la bozza del 'Regolamento comunale per la localizzazione degli impianti radioelettrici', fatta predisporre dall'ente locale per stabilire in quali aree del territorio falconarese sarà possibile installare nuove antenne. Stando ai piani di sviluppo presentati dalle compagnie telefoniche, Iliad sta cercando 13 nuove aree per installare i suoi impianti e Linkem è alla ricerca di tre nuove localizzazioni cui si aggiunge un'area già individuata. Vodafone ha già individuato quattro candidati puntuali e procederà alla riconfigurazione di 11 impianti esistenti. Telecom non avrebbe intenzione di incrementare le installazioni, ma si limiterà a riconfigurare quelle esistenti. In totale dunque sono 21 i siti tecnicamente idonei a ospitare antenne per il servizio di telefonia mobile. Proprio per questo è necessario per l'amministrazione comunale adottare una disciplina che permetta di individuare in anticipo le aree in cui realizzare nuove installazioni.
«Il regolamento - ha affermato il sindaco Stefania Signorini - permetterebbe al Comune di non soccombere in caso di contenziosi davanti al tribunale amministrativo per eventuali dinieghi alle installazioni di impianti, come ha dimostrato l'esperienza dell'antenna di via Puglie e come accaduto in altre città italiane. Le amministrazioni comunali che invece si sono dotate di un Piano antenne hanno visto respinti i ricorsi ai loro dinieghi».
«In assenza di una pianificazione, l'operatore può scegliere un candidato privato e presentare una richiesta di autorizzazione senza che l'ente possa governare questo processo», ha spiegato l'ingegner Massimo Brait, che ha redatto la bozza di regolamento del Comune di Falconara per conto della ditta incaricata Sinpro, leader in Italia in tema di pianificazione ambientale in generale ed in particolare di piani di settore della telefonia mobile e di monitoraggio dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. L'ingegner Brait, che ha partecipato alle assemblee insieme agli amministratori e ai tecnici comunali, ha anche sottolineato come siano gli stessi cellulari a emettere campi elettromagnetici: «Se il telefonino non è in una zona in cui c'è copertura ottimale - ha affermato - aumenta la potenza per ricevere il segnale e aumenta quindi il campo elettromagnetico che il telefonino stesso emette».
«Stando ai dati Istat del 2011, il 18 per cento dei bambini tra sei e 10 anni ha un telefono personale, per i ragazzi tra 11 e 13 anni l'incidenza sale al 74 per cento - fa presente l'assessore all'Ambiente Valentina Barchiesi, presente agli incontri pubblici -. C'è un uso smisurato della telefonia, che negli ultimi anni ha visto incrementare l'utilizzo per la trasmissione dati. Questi dati ci devono far riflettere sulla necessità di un uso consapevole dei nuovi strumenti di comunicazione e sulla sempre maggiore richiesta di tecnologia. La normativa nazionale consente alle compagnie telefoniche autonomia nel posizionare gli impianti, perché le antenne sono considerate alla stregua di opere di urbanizzazione primaria di pubblica utilità, come quelle per la fornitura di luce, acqua e gas. In assenza di un regolamento i gestori potrebbero scegliere le aree che ritengono più opportune per soddisfare la migliore copertura».
«Spetta all'amministrazione pubblica tutelare la salute della popolazione e limitare il più possibile i rischi - dice l'assessore all'Urbanistica Clemente Rossi -. Questa tutela va collimata con le esigenze poste dai gestori telefonici che offrono un servizio pubblico ritenuto dalla legge di primaria importanza. Va trovato il giusto equilibrio, tenendo presente che una diffusione degli impianti che copre l'intero territorio si riverbera anche sul funzionamento dei telefonini, che non si surriscaldano e quindi c'è un minore rischio per chi li utilizza».
Nella bozza di regolamento, predisposta dopo un ampio confronto con le compagnie telefoniche e con il contributo dell'Arpam, delle associazioni e delle commissioni consiliari (il documento è stato condiviso dalla stragrande maggioranza delle forze politiche presenti in Consiglio), le aree individuate per le nuove installazioni sono di proprietà pubblica e sono distribuite su tutto il territorio. Sono state scelte per rispondere a una duplice esigenza: garantire la copertura del servizio dove c'è un reale bisogno e al tempo stesso preservare alcuni siti sensibili dove si concentra la presenza di persone. In assenza di una disciplina puntuale i gestori avrebbero maggiore libertà nella scelta del sito in cui installare gli impianti, rivolgendosi anche ai privati. Il regolamento ha come obiettivo il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti, affinché venga minimizzata l'esposizione della popolazione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, come prevede il principio di precauzione. Il documento, attraverso divieti o limitazioni, mira a tutelare la salute pubblica, ma anche l'ambiente e il paesaggio e a salvaguardare zone o siti di particolare interesse pubblico, sociosanitario, storico-architettonico.

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