Festa del Corpus Domini a San Ciriaco, la messa in diretta su Raiuno

Una Festa diversa quella del “Sacro Cuore” di questo 2019 che l’Arcidiocesi Ancona-Osimo ha celebrato nel Duomo di San Ciriaco.
Innanzitutto perché la s. Messa delle 11.00 è stata trasmessa in diretta televisiva su Raiuno e poi perché è stata celebrata in occasione degli 800 anni dalla partenza di San Francesco D’Assisi da Ancona per l’Egitto per incontrare il sultano al-Malik al-Kamil per poi proseguire per la Terra Santa. L’omelia dell’Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo Sua Ecc. Mons. Angelo Spina è stata incentrata tutta sull’accoglienza, sulla condivisione e sulla solidarietà. Dopo aver parlato dell’istituzione dell’Eucaristia, l’Arcivescovo Angelo ha commentato il Vangelo del giorno con quella giusta lettura che oggi trova tanta parte dell’opinione pubblica italiana divisa.
”Gesù parla alla folla del Regno di Dio. – Ha detto l’Arcivescovo Angelo Spina. - Guarisce quanti hanno bisogno di cure. Quando il giorno sta per declinare, gli apostoli chiedono a Gesù di mandare via la folla. Gesù non manda via, non ha mandato mai via nessuno. Agli apostoli dà un ordine: “Voi stessi date loro da mangiare”. Gli vengono presentati cinque pani e due pesci. Egli compie il miracolo, li moltiplica e la folla viene sfamata. Così Gesù fa capire che alla folla non basta solo la Parola di Dio, le cure, le guarigioni, essere sfamati, ma è necessaria l’Eucaristia, cioè il suo corpo e il suo sangue che danno la vita, quella vera, la vita eterna.
Nel vangelo ascoltato Gesù benedice i pani e poi li moltiplica, li spezza. Cosa può significare per noi oggi il verbo “spezzare”? Prima di tutto l’uomo è chiamato a spezzare se stesso, a inginocchiarsi davanti all’Eucaristia, spezzare la propria figura in due davanti a Dio e riconoscerlo come Signore, unico e insostituibile. Ma spezzare significa anche condividere, ossia dividere-con. Con chi ha meno, con chi non sa, con chi non ha mezzi, con chi è disperato, abbandonato, sconfitto dalla vita. Un proverbio africano recita: “Nessun pezzo di pane è tanto piccolo da non poter essere spezzato in due”.
Nessuno si deve sentire tanto povero da non poter donare nulla e nessuno si deve sentire tanto ricco da non chiedere aiuto a qualcuno. Dopo aver affermato che lo “spezzare il pane” è il segno distintivo di ogni cristiano ci sono persone che hanno spezzato se stessi e la propria vita per i fratelli: sono i santi e le sante, famosi e anonimi.
“Quante mamme, quanti papà, insieme con il pane quotidiano, tagliato sulla mensa di casa, hanno spezzato il loro cuore per far crescere i figli, e farli crescere bene! Quanti cristiani, come cittadini responsabili, hanno spezzato la propria vita per difendere la dignità di tutti, specialmente dei più poveri, emarginati e discriminati! Dove hanno trovano la forza per fare tutto questo? Proprio nell’Eucaristia: nella potenza d’amore del Signore risorto, che anche oggi spezza il pane per noi e ripete: «Fate questo in memoria di me». Gesù, donandoci nell’Eucaristia il suo corpo spezzato e il suo sangue versato, vuole che la nostra fede si appoggi non su idee, ma su di Lui che può dare la vita eterna”.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 24-06-2019 alle 16:32 sul giornale del 25 giugno 2019 - 1026 letture
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