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Corsi di italiano per i dipendenti stranieri, come scegliere il più adatto?

6' di lettura

Nel mercato globale del lavoro, l’esigenza di conoscere una seconda o terza lingua è sempre più importante. Se l’inglese rappresenta da tempo il linguaggio comune, un’opzione di default per lavorare in contesti internazionali, la lingua italiana acquisisce sempre più importanza e nuovi parlanti. Oggi l’offerta di corsi online e offline per imparare la lingua del Belpaese è sempre più vasta, quindi bisogna saper scegliere bene.

Immaginiamo di essere imprenditori a capo di una realtà che opera su paesi diversi, ma con sede centrale in Italia, oppure di gestire un’impresa che assume in base alle competenze specifiche e non disdegna di considerare impiegati provenienti da paesi stranieri. In ogni caso avremo dei dipendenti che parleranno un buon inglese ma un italiano stentato, da migliorare. È compito proprio del datore di lavoro fornire questo tipo di formazione, in modo da migliorare la comunicazione tra i propri dipendenti.

Per questo la domanda è: come scegliere il corso con l’offerta più adatta alle proprie esigenze, e quindi a quelle dei propri dipendenti? In questo articolo cercheremo di fornire alcune indicazioni a riguardo.

Chi si occuperà della docenza?

Trattandosi di un corso professionale che vogliamo offrire ai nostri dipendenti, non possiamo permetterci di fare tentativi, occorre invece andare a colpo sicuro. I corsi di lingua rappresentano per forza di cose una forma di investimento, sia per quanto riguardo l’aspetto relativo a soldi e tempo, sia riguardo la formazione del dipendente.

Quindi, come per ogni tipo di investimento, bisogna ottenere tutte le informazioni utili a orientare la nostra scelta. Quella che ci sentiamo di definire come la più importante, la prima domanda da porre a chi ci sta vendendo il corso è: chi sarà l’insegnante? È questa la persona che si occuperà del corso, quindi è lecito volerne sapere di più.

Le variabili sono molteplici, non è possibile definire l’identikit del professore perfetto per insegnare una lingua straniera, ma certamente la presenza di alcuni elementi può rassicurare. Innanzitutto il curriculum: essere in possesso di un certificato di abilitazione all’insegnamento dell’italiano come lingua straniera è il requisito cardine. Il codice di questa abilitazione è L2/LS, si ottiene tramite la classe di concorso A23. Altrettanto valide sono le certificazioni CEDILS, DITALS e DILS-PG rilasciate da alcune università italiane, rispettivamente Cà Foscari, Università per stranieri di Siena e Perugia.

Poi bisognerebbe tener conto dell’età dell’insegnante e della sua passata esperienza, due variabili da valutare caso per caso. Un professore giovane con una didattica al passo coi tempi può agevolare un processo di apprendimento più veloce e facile da digerire, al contrario un professore vecchio stampo potrebbe risultare noioso. Ovviamente bisognerebbe confrontarsi con il docente per esprimersi con certezza su questo punto. Non è una richiesta troppo pretenziosa, a nostro avviso. Un buon corso ha un suo costo specifico, rappresenta una spesa considerevole per un imprenditore e chiedere di avere un confronto con il docente non sembra un’esagerazione a fronte dell’investimento che si va a compiere.

Quanti sono i partecipanti?

Il numero di studenti che possono prendere parte a ogni lezione è un fattore da tenere in conto. Il massimo per un allievo è quello di poter godere di lezioni private, con un docente che abbia tempo e modo di dedicarsi completamente a questa persona. Ovviamente, questo tipo di corsi ha un costo più alto rispetto a quelli che prevedono una classe di più persone. Il rischio di un corso sovraffollato è che il professore non abbia tempo di venire incontro ai tempi di ogni allievo e che quindi non tutti riescano a raggiungere i medesimi obiettivi. Spesso, però, è lo stesso imprenditore a voler un corso di italiano per più di un dipendente: se dovesse trattarsi di un folto numero, allora il consiglio è quello di dividere il gruppo numeroso in unità più piccole, magari organizzando gli allievi a seconda del livello di partenza di ognuno nella conoscenza della lingua.

Costi e certificazioni

Un prezzo elevato non garantisce una qualità eccelsa, partiamo da questo presupposto. Capita che alcune scuole di lingua italiana per gli stranieri gonfino il proprio cachet in virtù dell’esclusività delle proprie strutture, dei materiali a disposizione, di altri elementi che conciliano ma non definiscono la didattica. Invece è proprio l’offerta formativa il principale elemento da tenere in considerazione per stabile se il prezzo proposto è giusto o esagerato (in un senso o nell’altro).

Nel periodo successivo alla pandemia da Coronavirus c’è stato poi il boom di offerte per corsi di italiano online, fattore da valutare bene. I corsi online sfrondano molto i costi legati alla struttura e al “contorno” della didattica, in pratica la spesa a carico dell’ente riguarda il professore e le tecnologie messe a disposizione per la didattica. In più, il corso può essere seguito ovunque e con comodità, come ben sappiamo. Bisogna considerare la condizione dei propri dipendenti: hanno facilità a spostarsi verso la sede delle lezioni? Hanno dimestichezza con le modalità di apprendimento a distanza? Frequentare un corso da due ore dopo l’orario di lavoro, lontano da casa, non è proprio il massimo della comodità. Sempre meglio orientarsi verso un corso di italiano per stranieri online dal vivo con una struttura agile (che non superi l’ora di lezione), magari da seguire in rete.

Infine c’è il discorso certificazioni, che spesso fa lievitare il prezzo. L’ottenimento di un’attestazione fa sì che si propongano delle lezioni ad hoc per affrontare i test, oppure che si forniscano solamente i materiali per prepararsi a quegli esami. Ma i nostri dipendenti stranieri hanno davvero bisogno di questo titolo visto che già lavorano per la nostra azienda? Ricordiamoci poi che nessun attestato di conoscenza della lingua dura per sempre. Se consideriamo quanto sia importante l’immediata conoscenza della lingua per una persona già in possesso di un contratto di lavoro, probabilmente è più utile domandarsi se il corso produrrà dei risultati a breve e medio termine.



Questo è un articolo pubblicato il 08-07-2020 alle 15:20 sul giornale del 08 luglio 2020 - 60 letture