Credito di imposta del 50% per sanificazione, acquisto mascherine e dpi per le imprese: cosa c'è da sapere

La riapertura post lockdown delle attività commerciali ha visto l’obbligo dell’adozione di misure di sicurezza specifiche per garantire l’incolumità di clienti e dipendenti.
Per dare supporto alle realtà commerciali e alle PMI nell’osservanza dei nuovi criteri di sicurezza, il Governo ha pensato di introdurre delle agevolazioni fiscali promosse attraverso i DL “Cura Italia” e “Liquidità”, conosciuti anche come “bonus sanificazione”. Vediamo in cosa consistono questi bonus e quali requisiti sono necessari per potervi accedere.
Le agevolazioni per sanificare i luoghi di lavoro
Il primo aspetto sul quale il Governo ha voluto intercedere riguarda l’igienizzazione dei luoghi di lavoro. Le normali tempistiche e modalità di pulizia degli uffici non bastano per garantire l’eliminazione di potenziali microrganismi patogeni tra cui anche il Covid-19, che possono permanere sulle superfici e sugli strumenti di lavoro.
Il modo per sanificare e rimuovere questi microrganismi è agire periodicamente, integrando la consueta pulizia con interventi di disinfestazione e disinfezione.
Quali sono gli interventi previsti?
Tra i trattamenti più efficaci per l’eliminazione di virus, spore, funghi e batteri rientra la sanificazione mediante ozono, un tipo di intervento che rientra tra le prestazioni compatibili con il credito d’imposta del 50% per le imprese in alcuni comuni, per esempio quello di Roma.
Questo tipo di intervento è efficace e non ha alcun impatto sull’ambiente. Si tratta di trattamenti che vengono effettuati mediante appositi generatori di ozono che rilasciano in loco il gas dalle proprietà disinfettanti e microbicide.
L’articolo 64 del DL n. 18/2020 (l’ormai celebre “Decreto Cura Italia”) spiega che il credito di imposta pari al 50% resterà valido per tutto il 2020, permettendo alle imprese di detrarre il 50% della spesa sostenuta per le attività di disinfezione dei luoghi di lavoro con un tetto massimo di 20.000 euro ciascuno.
Cosa fare per accedere al credito d’imposta del 50%?
Per beneficiare di questa agevolazione, le imprese dovranno rivolgersi a ditte specializzate – e regolarmente abilitate – avendo cura di conservare tutta la documentazione prodotta sia sul fronte pagamenti sia per quanto concerne la certificazione e/o rapporto consegnato dall’azienda incaricata al termine del trattamento di sanificazione.
Consiglio: per assicurarsi che la ditta cui ci si rivolge sia, di fatto, abilitata, si può effettuare una verifica dei requisiti controllando che siano stati sottoposti a verifica da parte della Camera di Commercio secondo il DM 274/1997 lettera E.
Le agevolazioni per l’acquisto di mascherine e gel disinfettanti
Tra le misure necessarie per garantire la sicurezza dei dipendenti sui luoghi di lavoro rientra anche l’acquisto dei dispositivi di protezione – individuali e non – e i prodotti detergenti per le mani ad azione microbicida. Per questa ragione, il Governo ha esteso con il DL n. 23/2020 (il “Decreto Liquidità”) la gamma delle spese che potranno rientrare nel bonus sanificazione, annoverando anche i dispositivi di protezione individuale, ovvero: mascherine chirurgiche (FFP2 ed FFP3), guanti, occhiali e visiere protettivi, tute protettive e calzari. In più, saranno detraibili anche le spese sostenute per l'acquisto dei gel disinfettanti e igienizzanti per le mani.
Per ultimo, è importante precisare che anche l'acquisto di barriere, divisori, vetri protettivi e tutti i dispositivi utili per isolare gli ambienti di lavoro saranno erogati sotto forma di credito d'imposta al 50% per una spesa massima durante il periodo d’imposta 2020 pari a 20.000 euro ciascun beneficiario.
Le spese sostenute in questo senso si andranno ad aggiungere a quelle relative alle operazioni di sanificazione degli ambienti. Anche in questo caso, l’azienda dovrà conservare tutte le fatture e la documentazione relativa agli acquisti.
Questo è un articolo pubblicato il 21-07-2020 alle 15:53 sul giornale del 21 luglio 2020 - 559 letture
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