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comunicato stampa

Visite ai malati no-Covid in ospedale, Quacquarini: "Un problema sentito e, sembra, sottovalutato"

3' di lettura

Oltre la pandemia, oltre i reparti Covid, oltre i vaccini, oltre i discorsi che da quasi un anno, dallo scoppio della pandemia, giustamente ci stanno interessando, esiste un problema che al momento sembra sottovalutato o comunque non interessare molto: l’assistenza ai malati no-Covid.

Sappiamo che durante il lockdown marzo-aprile 2020, purtroppo, molto persone sono morte di Covid in completa solitudine e come i parenti più stretti NON abbiamo potuto dare loro il saluto che meritavano e che siamo abituati a dare ai nostri cari. Il solo pensiero fa star male… In questo ultimo periodo, in questa nuova ondata, si è riproposto di nuovo lo stesso angoscioso problema.

Ma questo problema non riguarda solo i malati Covid ma sta interessando anche le persone con altre patologie e i ricoverati nelle RSA, tanto che in questi giorni sta girando nelle televisioni uno spot dove si fanno vedere le cosiddette “stanza degli abbracci” utili alle visite senza avere un contatto diretto. Un’ottima iniziativa ma che, ahimè, non è così radicata nelle strutture sanitarie e\o di ricovero per anziani nell’intera nazione.

Anzi negli ospedali ci sono veri e propri problemi per le visite ai degenti come ad esempio le persone con problemi di cuore od altre patologie. Sappiamo per certo, visto che ci stanno contattando vari concittadini, che le visite ai malati non sono più ammesse in molti, se non tutti, i reparti no Covid dell’ospedale regionale di Torrette (e non solo). Non bene…

Vorremmo, infatti, ricordare che in molti casi i ricoverati sono persone anziane che non hanno dimestichezza con smartphone od altri mezzi di comunicazione di nuova generazione e dunque rimane alquanto difficile anche il solo parlare con loro creando così isolamento con l’esterno. Le conseguenze sono a lungo andare molto impattanti visto che nei malati questa situazione può trasformarsi in un senso di abbandono e non reazione alle cure mentre nei loro cari senso di angoscia ed impotenza. Già: familiari che risultano impotenti davanti a questa situazione e a decisioni prese dall’alto senza valutare caso per caso. Davvero un grave danno sociale.

Che si può fare? Bé intanto suggeriamo più assistenza oltre che degli addetti anche da parte di volontari, se ciò fosse possibile, che magari aiutino i pazienti nell’uso di apparecchiature digitali per comunicare con i propri cari e nel frattempo studiare un modo per far recare qualche parente in visita con le dovute cautele ed il rispetto di protocolli stilati ad hoc. Insomma chi può faccia qualcosa e studi delle forme per poter rendere più agevole la permanenza dei pazienti no Covid nelle strutture ospedaliere e meno angosciosa la lontananza dei propri cari con possibilità di visite. Il solo pensiero di questa situazione è un pugno nello stomaco! La solitudine è una brutta cosa sempre, figurarsi per una persona che non sta bene…



Questo è un comunicato stampa pubblicato il 25-01-2021 alle 16:53 sul giornale del 26 gennaio 2021 - 173 letture