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comunicato stampa

Vaccini in farmacia, il sindacato degli infermieri si oppone

3' di lettura

Il Sindacato delle Professioni Infermieristiche NurSind, Segreteria di Ancona, in tutela e garanzia della sicurezza e qualità delle cure erogate agli utenti, si oppone categoricamente alla DGR 498 del 25/04/2021 della Regione Marche che con lo stanziamento di 1 milione di Euro, apre anche ai farmacisti la possibilità di somministrazione della vaccinazioni anti covid nelle proprie farmacie.

Nursind Ancona sottolinea che tale strategia asseconda solo interessi specifici di business di categorie influenti e che in realtà non si ravvedono obiettivi a beneficio della popolazione. Anzi mostra la sua pericolosità nel garantire la sicurezza delle prestazioni per la popolazione. Sono i punti vaccinali con l’equipe di medici e infermieri che hanno competenze specifiche ed esperienza a realizzare le procedure dettate dalle evidenze scientifiche con oculatezza e assicurare l’assistenza necessaria alla popolazione.

È legittima la preoccupazione per Nursind Ancona perché nelle Farmacie chi controllerà l’operato di questi vaccinatori dell’ultima ora? Chi verificherà il corretto dosaggio e l’asepsi della procedura? Poi in caso di evento avverso grave, i farmacisti sono abilitati e competenti nella rianimazione cardio-polmonare? Hanno certificazione BLSD? Sanno utilizzare il DAE? Come qualsiasi persona in stato di necessità potranno solo chiamare il 118. Inoltre sottolinea che l’incremento della platea dei vaccinatori non è giustificabile in alcun modo, perché il numero di infermieri e medici che si + reso disponibile per le vaccinazioni è attualmente in sovrannumero rispetto alle dosi di vaccino disponibili da somministrare. Sono molti gli infermieri e medici “in panchina” che attendono il loro turno per poter prestare il proprio servizio per le vaccinazioni anti-covid.

Secondo il Nursind Ancona il milione di euro stanziato dalla Regione Marche per i Farmacisti poteva essere impiegato con maggior vantaggio in servizi di assistenza alla popolazione. Ad esempio le farmacie potevano essere utili hot-spot di prenotazione vaccini per le fasce fragili e per coloro che non hanno confidenza con i mezzi informatici; potevano incrementare le assunzioni per i front-office, cup dei servizi distrettuali con possibilità di prenotazione anche per le vaccinazioni, fornire un servizio proattivo di call center per contattare gli anziani che ancora non si sono vaccinati e aiutarli a prenotare una vaccinazione domiciliare oppure nei centri destinati a questa funzione.

Per le vaccinazioni gli infermieri, medici, assistenti sanitari sono in numero più che sufficiente, sostituirli con altre professioni sanitarie, per la somministrazione vaccinale è pericoloso e controproducente. I professionisti sanitari non sono intercambiabili e l’emergenza pandemica non deve essere un pretesto per riportare la scienza e la società indietro di 100 anni.

Gli infermieri hanno bisogno di istituzioni che diano seguito alle loro promesse, siamo stati cruciali nel fronteggiare anche senza mezzi di protezione individuali l’emergenza pandemica ed ora che il servizio nazionale si appresta a compiere la più grande campagna vaccinale della storia; invece di valorizzare e impiegare a pieno gli infermieri, assistenti sanitari e medici, si rivolge e crea accordi di dubbia utilità con altre professioni che hanno competenze sanitarie in altri ambiti. Impiegare le risorse professionali già disponibili e competenti per dare risposte appropriate e sostenibili alla popolazione per consegnare la massima efficacia, efficienza, sicurezza e limitare gli sprechi, questa la strada da percorrere per il bene della collettività.



Questo è un comunicato stampa pubblicato il 23-05-2021 alle 19:57 sul giornale del 24 maggio 2021 - 195 letture