La Galleria d’Arte Puccini di Ancona: origini, storia ed identità

Il presente Comunicato in riferimento alla recente questione rispetto alla presenza di due spazi espositivi ad Ancona con lo stesso nome. Evidentemente non esiste memoria storica in alcuni ambiti cittadini o non si è in grado di inquadrare l’argomento.
E’ con questo spirito che cercheremo, una volta per tutte, di chiarire definitivamente la questione. Continuazione dell’Accolta “Amici della Cultura” (attiva fin dal 1953 ad Ancona con la primitiva Galleria Puccini), la Galleria d’Arte Puccini (Galleria Puccini, Circolo Artistico), si costituisce il 10 marzo 1959 ed opera stabilmente nella sede di Via Curtatone n.2 sotto la presidenza pluridecennale del prof. Alfredo Trifogli fino al 1999, divenendo, con questo nome, lo spazio espositivo dell’AMIA (art.2 dello statuto), a partire dalla costituzione dell’Associazione Marchigiana Iniziative Artistiche, nel 1984.
L’Amia, ne organizza e disciplina l’attività espositiva (assieme a quella del Premio Marche), all’interno di un’operatività associativa più ampia, fatta anche di incontri, convegni, pubblicazioni ecc. Nel tempo, la Galleria d’Arte Puccini ha presentato, nello spazio di Via Curtatone n.2, artisti marchigiani, italiani e stranieri di livello anche internazionale le cui opere sono patrimonio della storia dell’arte: da Cagli a Morandi, Fazzini, Cintoli, D’Arcevia, Ciarrocchi, Bruscaglia, Ferretti, solo per citarne alcuni. Dopo aver lasciato lo spazio di Via Curtatone, dal 2001, la Galleria d’Arte Puccini ha continuato ad operare stabilmente ad Ancona, prima per lunghi anni a Palazzo Camerata (fino al 2009), e poi in altri luoghi della città (Sale del Rettorato dell’Università, Atelier dell’Arco Amoroso), realizzando importanti mostre con pubblicazione di brochure e cataloghi d’arte. Nel 2009, su invito dell’allora Galleria Art’è, in fase di dismissione, accoglie l’invito ad insediarsi in Via Bernabei n.39, allestendo più di un intero anno di mostre.
Nel frattempo, con nostro stupore, nel 2010, al termine della locazione, negli stessi spazi in Via Bernabei assistiamo al costituirsi, in propria esclusiva autonomia, dell’Associazione Culturale Galleria Puccini, che tra gli scopi dichiarati ha la “volontà di non spezzare il legame con quella storica Galleria dalla quale la [nuova] Associazione prende il nome, nel desiderio di diventare oggi un punto focale artistico-culturale per la città di Ancona, come la “Puccini” lo era stata in quegli anni” (Sandro Setti, Presidente dell’Asssociazione, dal catalogo della mostra, Roberto Papini, opere 1952-2011, Mole Vanvitelliana , Ancona, 2011).
Paradossalmente lusinghiero, nella realtà risulta singolare che nel recente passato un’associazione abbia pensato, legittimamente, ma arbitrariamente, di costituirsi ricalcando deliberatamente e alla lettera lo Statuto dell’Amia e le finalità della storica Galleria d’Arte Puccini (l’art.4 - Scopi, dello statuto dell’Associazione Culturale Galleria Puccini del 2010 è la trascrizione fedele dell’art.2 - Scopi, dello statuto dell’Amia del 1984), assumendo tra l’altro una similare, ma diversa denominazione, ma soprattutto non essendone stata investita da alcuno, né giuridicamente, né per titolo ereditario, né rilevandone legalmente la personalità giuridica, in quanto non esistono documenti notarili o qualsiasi altro atto legale al riguardo, a fronte, invece, della continua e ininterrotta attività espositiva della Galleria d’Arte Puccini negli anni.
Inoltre, questa presunta attribuzione velleitaria d’identità, per come viene presentata, muove da presupposti metodologici del tutto sconclusionati ed unilaterali e da aspetti scientifici e critico - disciplinari inesatti, scorretti e puramente velleitari. Negli intenti dichiarati, non si palesa una valorizzazione della storia della Galleria d’Arte Puccini (da mettere in pratica con un’attività condivisa con un soggetto ancora esistente), ma una conseguenziale manifesta e vanagloriosa attribuzione di quella storia e di quel suo ruolo.
Dal 2010 la Galleria d’Arte Puccini riprende quindi l’attività in spazi espositivi della provincia di Ancona (in particolare a Falconara M., dal 2015 al 2018), per approdare definitivamente nel 2019 nell’attuale spazio di Via Matteotti n.31/A, che risulta così diventare lo spazio espositivo definitivamente ricostituito e trasferito all’interno della città. In questo contesto, pertanto, oggi la Galleria d’Arte Puccini prosegue un’interrotta tradizione espositiva, secondo l’originaria, univoca e specifica identità unanimemente riconosciuta, che non si può disperdere, né tantomeno è possibile delegare, o rinunciarne, non fosse altro per il rispetto che si deve al lavoro realizzato con la storica operosità di personaggi, come, per primo, Alfredo Trifogli, per i quali si è assunto l’obbligo istituzionale di aver dato seguito alla diretta eredità culturale a beneficio della città.
Si tratta pertanto di una questione di mantenimento di una esclusiva identità, per nobiltà di origini e di personalità accademiche coinvolte nel corso del tempo nella gestione scientifica della Galleria d’Arte Puccini, e per la qualità operativa in ambito artistico ed espositivo. Con l’attività pluridecennale della Galleria d’Arte Puccini e del Premio Marche, si è contribuito alla costituzione di una Collezione d’arte contemporanea alla Pinacoteca Civica di Ancona, anche con proprie donazioni, oltre ad aver collaborato in ambito espositivo con Comuni, Pinacoteche e Musei delle Marche, Regione Marche, Camera di Commercio, Ente Fiera di Ancona, Università Politecnica delle Marche, Accademie di Belle Arti, Ministero dei Beni Culturali, Istituto Italiano di Cultura (Parigi, Francia), con riconoscimenti come l’Alto Patronato o la Menzione del Presidente della Repubblica.
La storia ultrasessantennale della Galleria d’Arte Puccini, ed il riconosciuto contributo artistico - culturale dato alla città di Ancona ed alle Marche, non può essere acquisito da chiunque se ne voglia appropriare, scimmiottandone il nome, solo vantando la registrazione del proprio marchio commerciale. L’associazionismo, l’attività espositiva a carattere artistico e l’identità storica e culturale, non sono un marchio registrato di un prodotto o di un’attività mercantile. Condotti, pertanto, nostro malgrado, sul piano giuridico, precisiamo, come l’Amia e la Galleria d’Arte Puccini, hanno sempre mantenuto il proprio codice fiscale originario, che ne sancisce l’identità di soggetto giuridico, informando anche che la denominazione originaria della Galleria, fin dal 1953, prende il nome dal notabile e mecenate, Cav. Aldo Puccini, iniziatore di tutta quanta l’opera.
Se oggi, la storica denominazione della Galleria d’Arte Puccini, in ordine alla recente presenza ad Ancona dell’Associazione Culturale Galleria Puccini, a questi ultimi genera un problema di riconoscibilità e d’identità, o, come pubblicamente dichiarato, può creare confusione, ciò non dipende certo da noi, ma dall’esito della loro scelta rispetto alla definizione del proprio nome in occasione della loro costituzione associativa, e tantomeno ci si può invitare a non dover usare la nostra originaria e ufficiale denominazione.
Per quanto riguarda l’Assessore Marasca, ci ha sorpreso favorevolmente il suo interesse per la riapertura in città della storica Galleria d’Arte Puccini, anche se risulta piuttosto singolare che questa attenzione sia stata legata non tanto alle più recenti mostre (di notevoli autori italiani, della Collezione della Galleria ed anche di grafiche di artisti internazionali, ecc.), quanto in riferimento a presunti malintesi rispetto ad una denominazione che, egli afferma erroneamente: “è stata legalmente rilevata da un’altra associazione”, per uno spazio espositivo storico che invece l’Assessore, in virtù del suo ruolo, avrebbe dovuto conoscere, e per il quale avrebbe dovuto congratularsi per la ripresa stabile dell’attività espositiva della Galleria ad Ancona.
Pertanto, non esistendo da parte nostra un’intenzione mistificatoria dei ruoli o l'intenzione di creare sovrapposizioni o confusione, ma l'esigenza e la responsabilità di mantenere doverosamente un'identità storica riconosciuta e chiaramente identificabile per mezzo di obiettive ragioni, l’auspicio è quello di mettere la parola fine a ciò che sta cominciando a trascinarsi come una davvero antipatica, infantile, penosa questione, non sollevata da noi, che, d’altra parte, si sta già naturalmente chiarendo alla maggior parte del pubblico e degli anconetani, proprio in virtù dei ruoli e della originale e storica identità di cui si di diceva.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 25-06-2021 alle 17:19 sul giornale del 26 giugno 2021 - 665 letture
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