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Legge sulla cannabis light, le regole e le domande

2' di lettura Ancona 10/09/2021 - In Italia la legge sulla marijuana legale è entrata in vigore a gennaio 2017, e stabilisce la legalità di coltivazione della canapa sativa depotenziata, ovvero geneticamente modificata affinché le quantità di THC siano inferiori allo 0,5%.

I prodotti vengono infatti definiti legali in base ad un bassissimo contenuto di THC, in quanto vengono ricavati da infiorescenze femminili di Canapa Light Sativa, scelte appositamente perché poverissime di THC e ricche di cannabidiolo o CBD, un cannabinoide legale con importanti effetti sedativi. La bassa concentrazione di THC rende questo prodotto non stupefacente e, rientrando nei limiti stabiliti dalla legge italiana, tranquillamente commercializzabile e acquistabile.

L’argomento è comunque del tutto nuovo, e proprio per questo ci sono alcuni dubi e discorsi aperti che ancora non sono stati risolti.

Prima di tutto il testo di legge non utilizza termini specifici, non nomina infiorescenze, radici, foglie ecc… cosa che può generare un po’ di confusione sull’argomento.

Inoltre un’altra insicurezza riguarda gli utilizzi della canapa. La legge infatti riporta:

“La coltivazione delle varietà di canapa di cui all’articolo 1, comma 2, è consentita senza necessità di autorizzazione. Dalla canapa coltivata ai sensi del comma 1 è possibile ottenere:

  • Alimenti e cosmetici prodotti esclusivamente nel rispetto delle discipline dei rispettivi settori

  • Materiale finalizzato alla fitodepurazione per bonifica di siti inquinanti

  • Coltivazione dedicate alle attività didattiche e dimostrative nonché di ricerca da parte di istituti pubblici o privati

  • Semilavorati, quali fibra, canapulo, polveri, oli o carburanti, per fornire alle industrie e alle attività artigianali di diversi settori, compreso quello energetico

  • Materiale destinato alla pratica del sovescio

  • Materiale organico destinato ai lavori di bioingenieria o prodotti utili per la bioedilizia

  • Coltivazioni destinate al florovivaismo.”

La cosa certa è una: è fondamentale la percentuale di THC. Solo qualora il THC superasse i limiti consentiti, infatti, le autorità possono sequestrare e distruggere la piantagione e la vendita risulterebbe, ovviamente, illegale.


   

di Redazione





Questo è un articolo pubblicato il 10-09-2021 alle 11:37 sul giornale del 10 settembre 2021 - 56 letture

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