Come si divide l’eredità quando vi sono più eredi? Una breve guida

Nel caso in cui vi siano due o più coeredi che hanno accettato l’eredità di una persona defunta, questi diventano comproprietari dei beni lasciati. Questo stato di comproprietà permane fin quando non si effettua l’atto di divisione ereditaria davanti al notaio e può portare a controversie: infatti, ogni decisione riguardo i beni dell’eredità richiede l’accordo di tutti, e non è sempre facile trovare un punto d’incontro.
Ecco perché molto spesso si sceglie di procedere allo scioglimento della comunione ereditaria per dividere equamente l’eredità ed evitare discordie. In questo articolo andiamo a vedere in cosa consiste la divisione ereditaria e le varie operazioni per ottenere lo scioglimento dei beni.
Cosa fare prima della divisione ereditaria
Prima di procedere alla divisione ereditaria vera e propria davanti al notaio, bisogna effettuare precise operazioni:
presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate;
l’Agenzia delle Entrate comunicherà l’importo dell’imposta di successione in relazione all’entità del patrimonio.
A questo punto, si può richiedere la divisione ereditaria dei beni del defunto in base alle quote di diritto previste dalla legge.
Come si fa la divisione ereditaria
Esistono tre modalità di scioglimento della comunione ereditaria: amichevole, giudiziale o testamentaria.
Divisione ereditaria amichevole
La divisione ereditaria amichevole è quella che si ottiene a seguito di un accordo tra le parti, senza che si renda necessario l’intervento del tribunale. In tal caso, si ricostruisce il patrimonio ereditario e si procede alla stima dei beni, si individuano le quote spettanti a ciascun erede e si formano porzioni di valore equivalente.
Può però accadere che i beni oggetto della divisione non abbiano gli stessi valori (ad esempio, tre case di diverso valore: ogni erede dovrebbe ricevere una casa dal valore pari a quello della propria quota di diritto). In tal caso, come stabilito dall’articolo 728 del codice civile, le differenze vengono compensate attraverso conguagli in denaro: il ricevente del bene di valore superiore alla quota di spettanza può elargire agli altri una somma in denaro equivalente alla differenza di valore.
Il procedimento della divisione ereditaria amichevole è abbastanza semplice, è sufficiente che l’accordo abbia forma scritta e sia autenticato da un notaio e trascritto. Se però nella divisione ereditaria è coinvolto un soggetto incapace (un minore, un interdetto ecc.), è richiesta l’autorizzazione da parte del giudice.
Divisione ereditaria giudiziale
Se gli eredi non riescono a trovare un punto d’incontro sulla divisione dei beni, si procede alla divisione giudiziale. L’intervento del giudice può disporre due diversi tipi di divisione:
domanda congiunta. Si avvia un ricorso sottoscritto dai coeredi che viene depositato al Tribunale, il giudice nomina un notaio al quale è affidata la divisione. Questo predispone il progetto di divisione, che può essere contestato entro trenta giorni. Se non ci sono contestazioni, il giudice dichiara esecutivo il progetto e incarica il professionista di portare a compimento la divisione. La procedura viene definita “congiunta” perché il ricorso è presentato dalle parti interessate.
giudiziale ordinaria. Si tratta di una causa civile ordinaria, che può essere avviata da un solo coerede che convoca gli altri davanti al giudice attraverso un atto di citazione, che deve essere notificato almeno 90 giorni prima dell’udienza. Se non sorgono contestazioni, si apre la fase istruttoria in cui il giudice dirige il progetto di divisione (o delega la pratica a un notaio) per poi depositarlo in Cancelleria; le parti ne prendono visione e, in assenza di contestazioni, il giudice lo dichiara esecutivo.
Divisione ereditaria testamentaria
Non sempre è necessario l’atto pubblico per lo scioglimento della comunione ereditaria: qualora la persona defunta abbia lasciato un testamento in cui sono state stabilite le quote di cui ciascun erede sarà titolare e i beni sono stati divisi in maniera specifica, non servirà alcun ulteriore atto formale per la divisione ereditaria. In tal caso, viene data esecuzione alle volontà della persona defunta riportate nel testamento; perché il documento sia valido, deve comunque rispettare i diritti dei legittimari e le proporzioni tra il valore dei beni suddivisi e la quota alla quale ciascun erede ha diritto.
Il testatore può predisporre la divisione dei beni tra i coeredi, ma anche limitarsi a stabilire delle regole per formare le porzioni o incaricare un avvocato di occuparsi della divisione ereditaria.
Casi particolari: lo stralcio di quota
Lo stralcio di quota o stralcio divisionale è il procedimento che assegna uno o più beni a uno o più condividenti, mentre permane la comunione tra gli altri coeredi sul patrimonio residuo. In altri termini, lo scioglimento della comunione si determina limitatamente a un coerede, ne consegue che gli altri che rimangono in comunione vedranno un accrescimento della rispettiva quota. Lo stralcio di quota è un atto piuttosto diffuso nelle casistiche in cui uno dei condividenti ha fretta di procedere alla divisione del patrimonio e ricevere un determinato bene. Per procedere è necessario il consenso di tutti i condividenti.
Questo è un articolo pubblicato il 25-08-2022 alle 16:59 sul giornale del 25 agosto 2022 - 308 letture
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