Fibromialgia e ambiente: i primi risultati dello studio AFI OdV

Unico e all’avanguardia, lo studio sta cercando di dimostrare quanto l’ambiente in cui vive la persona affetta da fibromialgia condizioni il suo stato psico fisico peggiorandone la vasta sintomatologia.
Dopo una selezione di oltre 100 candidati marchigiani, lo studio osservazionale dell’Associazione Fibromialgia Italia OdV (AFI OdV) dal titolo “Fibromialgia: counseling, bioarchitettura ed energie sottili” sta lavorando su due gruppi eterogenei (in totale 13 donne e 3 uomini) con risultati incoraggianti.
La Fibromialgia, sindrome che crea una condizione debilitante ad andamento cronico, colpisce il 2,2% degli italiani e provoca profonda sofferenza a causa della sua vasta sintomatologia: dolore e rigidità muscolare, affaticamento, stanchezza cronica, disturbi del sonno e dell’attenzione, sofferenza affettiva e qualità della vita molto scarsa.
L’equipe dello studio è composta da sei figure professionali provenienti da ambiti differenti: la Presidente AFI e counselor professionista Antonella Moretto, Serena Pano counselor professionista, Agnese Mengarelli geobiologa, Michele Pietropaolo bioarchitetto, il dott. Maurizio Massetti medico anestesista e specialista della terapia del dolore e il dott. Luca Imperatori, oncologo ed esperto di epigenetica.
In una patologia come la Fibromialgia di origine genetico-epigenetica e con notevoli implicazioni ambientali, si ritiene che il paziente non debba essere studiato solo dal punto di vista clinico ma anche dal punto di vista ambientale. Il team dello studio AFI OdV, infatti, sta effettuando sopralluoghi nelle abitazioni dei partecipanti.
“Lo studio è volto a dimostrare quanto l’ambiente in cui vive la persona affetta da fibromialgia condizioni il suo stato psico fisico peggiorandone la vasta sintomatologia. - ha spiegato Antonella Moretto, Presidente AFI e counselor professionista - Attraverso il percorso di counseling si sta cercando di riequilibrare l’omeostasi della persona. Sono emozionata di ciò che sto facendo insieme ai miei collaboratori e dei notevoli risultati che stanno emergendo”.
Se lo studio riuscirà ad individuare anomalie strutturali o funzionali dell’ambiente e a collegarle con la malattia, non sarà improbabile riuscire a migliorare la qualità di vita dei soggetti anche con interventi ambientali minimi, poco aggressivi ed economici per il malato. Considerando che la media nazionale del tempo di permanenza all’interno di spazi confinati è di circa il 90% (una persona di 50 anni vive 45 anni in spazi chiusi), è sempre utile una verifica generale del mantenimento e utilizzo della casa in termini di gestione dei campi elettromagnetici artificiali e qualità dell’aria indoor.
Durante i rilievi nelle abitazioni dei soggetti sono emerse problematiche soprattutto nelle camere da letto, stanze più sensibili nei confronti della persona. Anche dal punto di vista geobiologico, sono stati rilevati elementi geopatogeni da elettromagnetismo naturale. Nei casi in cui è stato possibile allontanarsi dai fattori di stress geopatico e ridurre l'inquinamento elettromagnetico, i soggetti hanno riferito una migliore qualità del sonno quasi sin da subito. “La clinica insieme ai sopralluoghi all’interno delle abitazioni dei partecipanti allo studio, - ha spiegato la Presidente Moretto - ci ha dato la possibilità di lavorare sulla singola persona, strutturando il percorso in modo sartoriale”. Ad oggi la maggior parte dei partecipanti ha acquisito la consapevolezza che la principale causa della sindrome fibromialgica è strettamente connessa al loro stile di vita e all’influenza dell’ambiente interno ed esterno che abitano. Uscendo dall’atteggiamento di reazione sono passati ad un atteggiamento determinato da azioni efficaci e funzionali per il loro benessere psicofisico.
Negli incontri di counseling svolti in remoto sin da subito è emerso nelle persone l’intrinseco e accentuato senso del dovere. Con l’utilizzo di metodologie e tecniche di counseling pluristico integrato i partecipanti hanno riconosciuto e si sono concessi il passaggio dall’atteggiamento del doverismo “io devo” a quello di volontà “io voglio”; permettendosi l’azione (“io posso”). Cambiando lo stile di vita, migliorando il linguaggio e la “mappa” del loro ambiente esterno ed interno la percezione verso la vasta sintomatologia (obiettivo dello studio) è mutata, riconoscendo la capacità e il potere di farlo.
Per fine anno si concluderanno le ultime rilevazioni ambientali e geobiologiche nelle abitazioni dei soggetti, mentre gli incontri in remoto di counseling sono ancora in atto, in quanto lo step successivo è quello di responsabilizzare i partecipanti a mantenere attivo nel tempo un atteggiamento più funzionale. Lo studio, per motivi logistici, al momento sta coinvolgendo i soli soci ordinari AFI residenti nella regione Marche e se soddisferà le aspettative, diverrà uno "studio pilota" nazionale che si estenderà anche ai soci ordinari residenti in Italia.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 26-09-2023 alle 12:45 sul giornale del 27 settembre 2023 - 761 letture
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