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Diego e Lucia sono morti insieme: i risultati delle autopsie e la verità sulla tragedia di Torrette

3' di lettura

Diego è morto sul colpo, Lucia pochi secondi dopo.

Una morte immediata per entrambi. I due coniugi fabrianesi rimasti vittime della tragedia di Torrette sono spirati a pochissima distanza l’uno dall’altra. I due corpi sono stati trovati uno vicino all’altro, divisi dalla portiera lato conducente. Sotto, a contatto con l’asfalto, c’era lui. Aveva lo sportello sopra.

Le lesioni più gravi sono state trovate sul corpo del 46enne, autista soccorritore del 118 di Perugia: riscontrati traumi da schiacciamento e investimento. Presumibilmente, dunque, era fuori dall’auto quando, tra via Aso e via Esino, è scoppiato l’inferno.

È questo il quadro che emerge dalle autopsie eseguite giovedì 9 gennaio all’istituto di medicina legale dell’ospedale di Torrette sui coniugi fabrianesi Lucia Manfredi e Diego Duca, 40enni, che hanno perso la vita sabato. La coppia era partita poco prima a bordo della Fiat Panda, di proprietà della mamma di Lucia, dall’abitazione di appoggio che avevano in via Lambro, una parallela di via Esino. Da via Lambro hanno tagliato per via Aso (perché da lì si arriva all’ospedale dove Lucia, medico a Torrette, doveva attaccare il turno alle 8) e arrivati all’incrocio con via Esino si sono scontrati con una Bmw X3 guidata da un bidello ascolano di 61 anni che percorreva via Esino in discesa (l'uomo è indagato per duplice omicidio stradale). Stando agli esiti delle autopsie, Diego era fuori dalla Panda quando è avvenuto l’impatto. È stato investito e schiacciato ma c’è da stabilire da quale delle due auto, se la stessa Bmw o la Panda.

Dopo l’impatto con la Bmw, la Panda si è girata su se stessa, scontrandosi con la cabina di metano. L’uomo, dunque, era fuori dall’auto. Ma ci sono dubbi anche sulla posizione della moglie, che avrebbe dovuto iniziare di lì a poco il turno all’ospedale. Su di lei sono stati trovati prevalentemente traumi al torace e a livello addominale. Forse, ma è tutto ancora da chiarire, anche lei si trovava fuori dalla vettura. Magari si stavano salutando, perché lui (trovato senza documenti) doveva andare a recuperare la sua Golf, parcheggiata in via Lambro.

Data l’entità delle lesioni riportate, torna prepotentemente un’ipotesi investigativa: il fatto che la Bmw procedesse a velocità sostenuta lungo la discesa di via Esino. A dirlo agli agenti della polizia locale, anche un testimone: ha visto il suv scendere ma non il momento esatto dell’impatto tra le due auto.

Gli esami autoptici sono durati fino a tarda serata e sono stati eseguiti dal medico legale incaricato dalla Procura, la dottoressa Loredana Buscemi. Presenti anche due consulenti di parte: per l’indagato è stato nominato il medico legale Raffaele Giorgetti e per i familiari delle vittime il professore Piergiorgio Fedeli. Prima di effettuare le autopsie i medici legali hanno fatto un sopralluogo sul luogo dell’incidente per prelevare tracce ematiche di sangue da un muretto vicino alla cabina del gas metano sfondata dalla Panda e da un palo lì vicino.

Sarà necessario più tempo per gli esiti degli esami di laboratorio su tessuti prelevati anche per verificare la presenza di gas sui corpi delle vittime come richiesto dal legale delle vittime, l’avvocato Ruggero Benvenuto.

Un’altra perizia riguarderà le vetture che si sono scontrate per chiarire la dinamica.

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Questo è un articolo pubblicato il 10-01-2025 alle 13:00 sul giornale del 11 gennaio 2025 - 2158 letture






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