Cantanti dell’anconetano in Portogallo fra Settecento e Ottocento

Nel corso della prima metà del settecento l’opera italiana non ebbe grande fortuna presso le corti e nei teatri del Portogallo, a causa delle remore religiose che non vedevano di buon occhio gli spettacoli tipici del melodramma.
Quando, invece, salì al trono Giuseppe I nel 1750, la situazione cambiò. Amante egli stesso del teatro, così come sua moglie M. Vittoria di Borbone, fece costruire nuovi teatri e favorì con importanti investimenti un clima di rinnovamento culturale in cui la musica ebbe sicuramente un posto di rilievo. Sul piano della musica religiosa, invece, un ruolo importante mantennero i cori della Cappella Reale e della Cappella Patriarcale di Lisbona, istituite in diverse chiese tra il 1755, anno del devastante terremoto che colpì Lisbona, e il 1792. Una situazione che favorì l’emigrazione in terra lusitana di molti cantanti italiani, tra cui diversi castrati, che poterono esibirsi sia nel repertorio sacro presso le due suddette cappelle (con la possibilità di entrare nel prestigioso “Coro degli italiani”, i cui compensi erano di tre o quattro volte superiori a quelli dei loro colleghi portoghesi) che in teatro, nelle rappresentazioni di argomenti tipici del melodramma.
Segue un elenco di artisti marchigiani che hanno cantato, chi più chi meno, in Portogallo nei due secoli di riferimento. I cantanti che sono nati nella provincia di Ancona verranno ripresi e trattati in brevi schede personali.
Annibale Imperatori (Arcevia 1695 c. – Loreto 1748), basso; Laura Bambini (Pesaro 1705 - ? d. 1742) contralto; Alessandro Veroni (Urbino 1720 c. - ? d. 1743) tenore\basso “Virtuoso di S.A.S. Margravio di Brandeburgo Barait”; Sinibaldo Durelli (Rosora 1719 - ? d. 1785), basso; Domenico Luciani (Ancona 1720 c. - ? d. 1769), soprano e “virtuoso della cappa reale”; Giovanni Ripa (Jesi 1731 – ivi d. 1814), soprano; Giuseppe Romanini (S. Angelo in Vado 1746 – ivi 1833), soprano corista e contrabbassista; Giovanbattista Lungarini (S. Costanzo 1764 - ? d. 1831), soprano e maestro di canto, castrato; Domenico Guizza detto Caporalini (Recanati 1769 – ivi 1848), soprano, castrato; Daniele Spadolini (Recanati 1770 – Loreto 1830), tenore; Domenico Patriossi (Macerata 1778 – Firenze 1862), basso; Angelica Catalani (Senigallia 1780 – Parigi 1862), soprano; Vincenzo Sabbatini (Jesi 1835 – Milano 1915) tenore.
Una breve notizia indica che Annibale Imperatori (Arcevia 1695 c. – Loreto 22 gennaio 1748 (Arch. della C. Musicale di Loreto “liber defunctorum”), cantante basso detto anche anconetano, è stato al servizio della corte reale del Portogallo. Se realmente l’artista ha realmente in terra lusitana (di cui alcuni dubitano) deve essere stato prima del 1735, forse nei primissimi anni ’20. Fra il 1715 e il 1730 l’attività canora di Imperatori è documentata in diversi teatri italiani, benchè dal 16 luglio 1726 al 28 febbraio 1734 egli fosse entrato a far parte del Coro della Cappella Musicale di Loreto, cantando sotto la direzione dei maestri G.P. Franchi, F. Caldara e T. Redi. Rimane sconosciuta la fonte da cui Radiciotti trae l’informazione che Annibale Imperatori sia morto a Lisbona il 30 novembre 1745.
Sinibaldo Durelli (Rosora 1719 - ? d. 1785), cantante basso castrato, dall’ottobre del 1755 al 1757 e dal 1° gennaio 1775 al 2 febbraio 1781 fece parte del coro della Cappella Musicale di Loreto. Nel 1756 Durelli si recò alla corte del re del Portogallo, dove vi restò fino al 1772 c. distinguendosi come “virtuoso di sua Maestà fedelissima del Portogallo”. Di questa lunga esperienza in terra lusitana non abbiamo alcuna notizia di sue interpretazioni. Tornato in patria continuerà la sua carriera artistica che lo vedrà protagonista nei principali teatri e oratori del centro Italia. Nel dicembre del 1780 l’artista non rientrò in servizio a Loreto e il suo posto fu dichiarato vacante.
Di Domenico Luciali, soprano, sappiamo che è nato in Ancona, ma non abbiamo altri dati anagrafici, anche se, avendo fatto parte del Coro della Cappella Musicale di Loreto dal 18 novembre 1746 al 1763, possiamo dedurre che sia nato nei primi anni venti del settecento. Il 28 febbraio 1752, Luciani ebbe il permesso dalla Congregazione Lauretana di compiere per un anno un giro di studi per l’Italia. Ma già nell’autunno dello stesso anno il cantante è fra gli interpreti di “Il Siroe” di P. David, andato in scena nel Teatro Reale di Corte di Lisbona. La sua esperienza canora in Portogallo durò fino all’autunno del 1755, quando, in seguito del catastrofico terremoto che colpì Lisbona il primo novembre dello stesso anno, decise di ritornare in Italia. Nel biennio 1768-69, dopo che si era dimesso dal coro lauretano, troviamo l’artista a Londra, protagonista in diverse opere rappresentate al King’s Theatre in the Hymarket. Oltre questa data non abbiamo più sue notizie.
Giovanni Ripa (Jesi 1731 – ivi 1814) “esimio sopranista”, castrato, aveva cantato al Teatro Valle di Roma in diversi intermezzi musicali prima di recarsi in Portogallo nel 1771. Vi rimarrà fino al 1790 c., esibendosi nelle tre principali sedi teatrali di Lisbona: la Villa Reale di Queluz, il Palazzo Reale dell’Ajuda e il Teatro Reale di Salvaterra. Nel cast di alcuni spettacoli troviamo Ripa insieme a Giuseppe Romanini. Tornato a Jesi si dedicherà all’insegnamento musicale; il più noto dei suoi allievi sarà il compositore Giuseppe Balducci (Jesi 1796 – Malaga 1845).
Angelica Catalani (Senigallia 1780 – Parigi 1849), invitata dal Reggente del Portogallo, arrivò a Lisbona nel 1801, dove tenne una serie di concerti al Teatro dell’Opera Italiana. La cantante interpretò opere di Zingarelli, Mayr e Niccolini, “incantando la corte con le sue qualità canore e drammatiche”. In questo periodo conobbe l’ufficiale francese Paolo Valabregue che sposò nel 1805. In seguito la Catalani si esibirà nei principali teatri europei riscuotendo ovunque un enorme successo.
Il tenore Vincenzo Sabbatini (Jesi 1835 – Milano 1915), insieme a sua moglie, la soprano inglese Anna Trafford (Liverpool 1847 – ivi 1929), furono cantanti itineranti che si esibirono in molte e prestigiose piazze d’Europa e (secondo alcuni) d’America. Intorno al 1882 si stabilirono a Oporto, dove, smessa l’attività di cantanti, continuarono a rimanere nel mondo della musica come maestri di canto. Il re del Portogallo conferirà a Vincenzo l’onorificenza di Cavaliere per il suo contributo alla cultura portoghese. Fu grazie alla preziosa guida di Vincenzo Sabbatini che il tenore irlandese J. McCormack raggiungerà fama internazionale. I coniugi Sabbatini ebbero un unico figlio, Rafael Sabatini (Jesi 1875 – Adelboden 1950), il famoso scrittore di lingua inglese, autore, tra le altre cose, dei due famosissimi romanzi di avventura: “Scaramouche” (1921) e “Captain Blood” (1922).






Questo è un articolo pubblicato il 28-04-2025 alle 10:25 sul giornale del 29 aprile 2025 - 25 letture
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