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comunicato stampa

Falconara: Ambasciata dei Diritti, "Basta costruire nuovi impianti nell'area a elevato rischio di crisi ambientale"

3' di lettura

L’incontro organizzato da Legambiente a Falconara Marittima per permettere alla società Renco di Pesaro di illustrare il nuovo impianto di produzione di idrogeno - realizzato in una porzione dell'area ex-Montedison al confine tra il comune di Falconara e quello di Montemarciano - è stato organizzato solo a giochi fatti: il progetto è già entrato nella fase esecutiva (sono iniziati i lavori veri e propri) e l'obbiettivo della Renco è far entrare l’impianto in funzione entro la fine del 2026, per evitare di perdere i fondi del PNRR.

Pertanto non si parli di coinvolgimento della popolazione, ma di semplice comunicazione di cosa si è deciso unilateralmente di realizzare.
Unico dei 52 progetti presentati in Italia ad essere già entrato nella fase operativa, l’impianto sorgerà a meno di 3 km dalla raffineria API, in una zona dichiarata AERCA (Area ad Elevato Rischio Ambientale), nonostante successivamente tale dichiarazione sia decaduta non perché siano cambiati i fattori di rischio (che anzi sono aumentati), ma per l’assenza di iniziative da parte degli enti competenti per il suo rinnovo e per la sua proroga. Ancora una volta, invece di tutelare la sicurezza della popolazione, si è scelto di aggiungere ulteriori elementi di criticità ad una situazione già gravissima.

Grandi enfasi ed entusiasmo da parte degli ingegneri della Renco e del partner Pollarini Group (società proprietaria dell'area) nell’illustrare il progetto quasi come un'azione di filantropia e non per quello che è: un’iniziativa imprenditoriale volta a realizzare profitti. Assente la parte istituzionale: nessun rappresentante della Regione e la sindaca di Falconara Marittima se ne è andata non appena ha capito che i cittadini presenti le avrebbero posto delle domande scomode. Domande sulla trasparenza degli atti e autorizzazioni che, per un progetto del genere che impiega tante risorse pubbliche, dovrebbero essere resi pubblici automaticamente e a disposizione di tutti e che invece anche consiglieri dei comuni interessati hanno faticato ad ottenere.

Sono stati minimizzati i rischi che l’ubicazione e la tipologia di un impianto del genere comporta dicendo che "l'idrogeno è una sostanza altamente infiammabile MA SOLO in presenza di un fattore di innesco nelle vicinanze". Nessun dettaglio è stato fornito sul tema della sicurezza dell'impianto e nemmeno sulle ricadute occupazionali per il territorio (probabilmente 5 o 6 unità). Oltre all’impianto vero e proprio nell’area ex-Montedison verrà realizzato anche anche un impianto fotovoltaico a terra nel comune di Montemarciano a 1,9 km di distanza per alimentare l’elettrolizzatore, sottraendo ulteriore territorio alla comunità. In realtà tale impianto verrà utilizzato solo se le condizioni metereologiche lo permetteranno, altrimenti per l'approvvigionamento verrà utilizzata la normale rete elettrica.

Occorre poi rilevare che è stato presentato l’idrogeno verde come una forma di energia rinnovabile in quanto prodotto da fonti rinnovabili, non considerando che per produrre un kg di idrogeno vengono “scissi” 9 litri di acqua, che è una materia scarsa. L’acqua utilizzata dall’impianto sarà quella potabile dell’acquedotto in quanto è già molto “pulita” (serve poco per renderla pura), è già canalizzata e può arrivare direttamente nell'impianto, e costa pochissimo. Utilizzare l'acqua del mare comporterebbe la costruzione di un impianto di desalinizzazione che ha dei costi e quindi sarebbe meno profittevole per l’azienda.
Rispetto alla totalità dell’area ex Montedison, sito abbandonato da oltre 30 anni e fortemente inquinato, la società si occuperà della bonifica della sola porzione di terreno di interesse e la parte adiacente facente parte del comune di Montemarciano verrà lasciata nello stato fatiscente e di inquinamento in cui si trova ora.

La domanda che poniamo è sempre la stessa: perché andare a costruire nuovi impianti in un’area ad alto rischio di crisi ambientale?



Questo è un comunicato stampa pubblicato il 17-05-2025 alle 15:16 sul giornale del 19 maggio 2025 - 69 letture






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