Andrea Raschia: "Portonovo, Bene comune?"

Non ho purtroppo il piacere di conoscere Paolo Gubinelli, figura assai nota in città.
Ciò non ha comunque impedito di esser tra quanti hanno letto con apprensione notizie del grave incidente di cui è rimasto vittima. Mi unisco ai sinceri auguri di pronta guarigione.
A passeggio nella ciclabile del Conero solo alcuni giorni prima non ho potuto fare a meno di notare, tra bellezze uniche di questo nostro paesaggio, l'incuria cui è soggetto per l'assenza colpevole di adeguata manutenzione. Voragini nel terreno rendevano accidentato il solo passeggiare.
Ciononostante rimane tutto il fascino del progetto realizzato grazie alla geniale intuizione di Carlo Gasparrini nell'opera di recuperare uno dei percorsi storici che dal Conero si irradiano fino al Duomo.
Certo, vanno riconosciute le attenuanti per manutenere un percorso meraviglioso che presenta l'imbocco di Vallemiano e il tratto finale -una vecchia strada dismessa-, in stato di completo abbandono. Aree già degradate in origine. A differenza del tracciato centrale.
Sempre in tema di incuria, poi, a percorrere in auto la provinciale dall'abitato di Pietralacroce, lo spettacolo non cambia. Alta vegetazione invade la sede stradale, limitando visibilità, causando seri pericoli alla circolazione del traffico.
Per chi ha fortuna di giungere fino alla Baia il quadro non muta. Con l'aggravante di rifiuti e sporcizia in bella vista che non risparmiano neanche la splendida oasi del Laghetto profondo. A questo stato di cose l'attività quotidiana di operatori privati appassionati cerca di porvi rimedio, ma la situazione permane critica.
Portonovo è un Bene prezioso, risorsa che andrebbe adeguatamente valorizzata. Abbiamo il privilegio di godere di luoghi incantevoli.
Certo se la "Giunta degli eventi", tra un ballo e l'altro, trovasse tempo e modo per occuparsene a dovere, con interventi efficaci, tutti ne saremmo grati.
È sorprendente che la stampa locale, almeno parte di essa, solitamente attenta a contar buche pericolose, si accontenti dell'apertura del park Pieri ("Il caos è un ricordo!") invece di sollecitare senza tregua chi ha il dovere di provvedere.
Magari per rilanciare Portonovo Bene comune. Come non comprendere che si tratta di un interesse che va oltre quello legittimo di anconetani e operatori. È un patrimonio senza eguali: perla incastonata in uno splendido territorio.
Al contrario colpisce il disinteresse, il crescente degrado e l'assenza di interventi coerenti con un disegno complessivo.
Si pensi se solo il Consiglio comunale decidesse di dedicare finalmente una seduta sul tema, coinvolgendo tecnici, studiosi e Istituzioni in grado di concorrere ad un progetto complessivo. Argomenti non mancherebbero, né materia prima: uno scenario pazzesco con una delle più belle coste in assoluto.
Invece siamo in alto mare! Una marea di chiacchiere sul rilancio della Città e poi ci si dimentica di una risorsa unica, disponibile, strategica.
Eppure cambiamenti avvenuti dovrebbero far riflettere. La triste vicenda del "mosciolo selvatico" deve suonare d'esempio.
La costituzione dell'Area marina protetta vale più di cento bandiere blu. Ovviamente senza carrozzoni, gestita dal Parco, in una sede naturale: l'area dei "mutilatini", allontanata, come sembra, dal rischio privatizzazione. Forse.
Nessuno poi dimentichi un'altra meta turistica di rilievo, la Chiesetta romanica. Bene straordinario dello Stato, dentro una proprietà privata. Peccato non vi siano neanche cartelli turistici degni di questo nome, a presentarla a turisti che si spingono sin lì...
Servirebbe un progetto di riqualificazione della piazzetta; doverosa attenzione alla questione frane, ai passaggi d'emergenza, alla sicurezza antincendio. E quel Molo, forse, da rivedere ostacolo al ripascimento naturale della baia: "Offre una resistenza forte all'impatto delle onde, ma paradossalmente può aumentare gli effetti di erosione come quelli che si stanno verificando nel tratto di costa davanti al Fortino."
Ha scritto di recente il professor Roberto Danovaro suggerendo insieme ad altri colleghi "la sostituzione dell'attuale struttura in cemento con un molo passante a palio, per lasciar passare sotte le correnti non alterando la naturale configurazione della baia".
Ma non c'è mai stato vero interesse ne forse risorse per operare questa soluzione.
Non ultimo, l'area del campeggio "Adriatico": è ancora sotto sequestro?
Rilevate responsabilità, colpiti abusi, non sarebbe male finalmente restituire gli spazi alle autonome decisioni dell'istituzione cittadina.
Questo è un articolo pubblicato il 11-06-2025 alle 17:22 sul giornale del 12 giugno 2025 - 293 letture
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