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comunicato stampa

BCC Ancona e Falconara: firma solo a Presidente e notai. Catana ottiene una modalità irrituale per autenticare le firme delle deleghe dei soci

3' di lettura

Troppa autoritarietà da parte del presidente e pochissima collegialità nei confronti del cda e violazione dei principi fondativi della Banca.

Ecco la sintesi delle motivazioni alla base delle quali, poco più di un mese fa, alcuni membri del cda della Bcc Ancona e Falconara hanno rassegnato le proprie dimissioni, di fatto una sfiducia della maggioranza del consiglio al presidente Catana

Per Luigi Giulietti, già Presidente della BCC di Ancona e Vicepresidente Vicario della BCC di Ancona e Falconara, “il CdA ha vissuto, nell’ultimo anno, una conflittualità costante. Le modalità di gestione adottate dal Presidente Catana hanno di fatto escluso tutti i consiglieri dalle decisioni violando costantemente il dettato regolamentare dell’istituto, anche attraverso interventi e dichiarazioni ritenute verbalmente non conformi al confronto collegiale, spesso concretizzatisi in atti di imperio”.

Per il consigliere Luca Calamita “Nonostante la previsione normativa che imponeva, per quanto riguarda l’ultimo dimissionario (quinto), la permanenza in carica fino all’assemblea elettiva per la sostituzione dei dimessi, sono stati messi in atto tentativi poi falliti di impedirmi l’esercizio delle mie funzioni. Sentendo forte la responsabilità nei confronti dei soci, sottolineo che il Presidente ha proposto in via del tutto irrituale una modalità di autenticazione delle firme necessarie alla presentazione delle liste elettorali inconsuete nella storia dell’Istituto”. Secondo gli ex consiglieri “la riserva esclusiva dell’autenticazione in capo al Presidente e ai notai, in deroga alle prassi consolidate che prevedevano l’autenticazione da parte anche degli altri amministratori, compreso Calamita e dei funzionari di Banca, avrà l’effetto di ostacolare la possibilità di una partecipazione libera e paritaria alle elezioni. Tale scelta, priva di ogni giustificazione, compromette le condizioni di democraticità del processo assembleare”.

La decisione di concentrare il potere di autentica al Presidente, grava sui soci sia per quanto concerne i costi notarili, i vincoli organizzativi, acuisce le tensioni interne e vanifica la possibilità di un ordinato rinnovo degli organi sociali, ad oggi limitata ai cinque dimissionari”. Proseguendo “con questa modalità di autentica, i soci che si sentono rappresentati dai dimissionari, costituenti la maggioranza dell’elettorato attivo, si troverebbero di fatto a manifestare il proprio dissenso nelle mani del Catana stesso.”

I consiglieri Giulietti e Calamita comunicano che, “pur avendo individuato forme concrete di opposizione, in questo momento abbiamo scelto, con senso di responsabilità, di non intraprendere battaglie elettorali operando puramente nell’interesse superiore della Banca e dei soci. La votazione dei cinque nuovi consiglieri, proposti dai dimissionari, riconfermerebbe la sfiducia già espressa a Catana nei fatti dalla maggioranza del cda, il tutto aggravato dalle decisioni dello stesso volte ad imporre un contesto di voto viziato da condizioni discriminatorie o da ostacoli procedurali surrettizi”. “Ci riserviamo tuttavia – è la conclusione - ogni iniziativa futura, sia in sede regolamentare che giurisdizionale, al fine di verificare e far valere il pieno rispetto delle norme statutarie, regolamentari e bancarie, a garanzia del corretto funzionamento della vita societaria e della trasparenza del sistema cooperativo tali da assicurare una completa sostituzione della governance a partire del Presidente Catana”.



Questo è un comunicato stampa pubblicato il 23-06-2025 alle 11:27 sul giornale del 24 giugno 2025 - 414 letture






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