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comunicato stampa

Andrea Raschia: "La Giunta degli eventi tra-balla? Dalle elezioni regionali una spinta verso un cambiamento radicale se..."

5' di lettura

Se abbiamo ben inteso, la "Giunta degli eventi" comincia a perder smalto. Se non vacilla, tra-balla! 

È quanto emerge dalle critiche -più che altro vere bordate- di un assessore che, di fronte a quotidiane emergenze, è costretto a sbottare: "Meno feste, servono risorse per manutenzioni scolastiche". Magari anche altro, no?

Se lo dice lui deve, però, esser segno di una misura davvero colma! Insomma, chi da tempo esprime l'avviso di una Giunta cittadina gaudente, volta più alla gestione di momenti ricreativi e svago piuttosto che adatta a guidare un Capoluogo, riceve inaspettata conferma.

Non bastasse, ecco, l'assessore ai grandi eventi: chi meglio di lui per chiarire le idee al povero Tombolini. Ma quali scuole? Il nostro è un "cambio di passo epocale rispetto al passato". Altro che iniziative concentrate negli spazi della Mole: tutta la città dovrà sembrare un palco. "Avanti tutta, noi non ci fermiamo". Parola di Eliantonio, il verbo. Che va oltre e non risparmia strali per commercianti critici e imprenditori che farebbero di tutto pur di non collaborare. Insomma, un colpo al cerchio e uno alla botte.

Loro non si fermano più: hanno altro per la testa. E si vede. Purtroppo!

Si deve solo auspicare che cresca la consapevolezza di una moltitudine di cittadini, quella parte sempre più inquieta, fragile e insoddisfatta, sulla natura della crisi e delle difficoltà generali. Superabili esclusivamente intensificando impegno e partecipazione. In una parola, serve il ritorno della Politica: si muoveranno passi decisivi solo attraverso l'azione di persone, gruppi e movimenti capaci, insieme, di assurgere a soggetto collettivo. Una Politica in grado di orientare il cammino e non prendere atto del declino, limitandosi, quando va bene, a piccoli aggiustamenti. E come unica preoccupazione la salvaguardia di orticelli, interessi particolari, di bottega, con tanti saluti al Bene comune.

È il male di questo tempo, ove ognuno pensa a sé, alla propria sopravvivenza. L'individualismo sfrenato si contrappone all'interesse generale. Spazio pubblico, per definizione luogo di solidarietà e coesione sociale, ridotto ormai a brandelli. Almeno fino al momento del prossimo bisogno. Sanità docet.

Intanto, l'un contro l'altro...armati.

Lontani da valori costituzionali fissati per un Paese bramoso di Pace, Giustizia sociale, Uguaglianza, Opportunità; ove i figli migliorano la condizione dei padri e realizzano sogni ed aspirazioni. Qui, adesso. Senza dover cercare fortuna lontano dalle proprie comunità. Un cruccio anche per la stampa locale periodicamente alle prese con report, statistiche, e appelli che puntualmente cadono nel vuoto. I giovani laureati fuggono alla faccia di Confindustria che, sulle stesse pagine, dichiara senza pudore e senza voci dissonanti: "Non certo per colpa di bassi salari"! Per carità: guai ad iniziare da lì, finirebbe la cuccagna per i profitti. Ma quanto farebbe bene al sistema...

Il direttore del Corriere Adriatico giorni fa, a commento di intenzioni di voto definite "farlocche" -davano Ricci avanti di una spanna sull'Acquaroli-, ha invitato tutti a smetterla e trattare argomenti seri. Come non ringraziarlo per l'irruzione in questa campagna elettorale tutta "chiacchiere e sondaggi" e avvisi di garanzia. Un invito a riflettere per l'indispensabile risveglio di coscienze. Tanto da inviargli una lettera, ma dubito vedrà mai luce. Un comune amico ha infatti commentato: "Non credo che abbia la minima intenzione di parlare di contenuti." Per parte mia, ho comunque provato a richiamar l'attenzione generale su temi che, così li ha ben definiti Laurenzi, "atterrano sulla pelle delle persone come carta vetrata".

Economia, Trasporti, Università. E Sanità.

A tal proposito, lunedì scorso una banale caduta mi ha tenuto al Pronto soccorso dalle 20.45 alle 05.23 del giorno successivo. Ho così avuto la sventura di vivere da dentro quel girone dell’inferno più volte raccontato. Angeli in camice blu e verde dispensano miracoli, ma per quanto si prodighino non riescono ad evitare attese che costringono incolpevoli pazienti a bivaccare sofferenti per lunghissime ore. Come ne sono uscito? A parte cerotti e punti di sutura, con la forte convinzione che questa priorità richiede urgenti soluzioni concrete. Soprattutto impegni. Servono risorse, personale, competenze, organizzazione. Volontà, capacità e serietà. La Politica deve tornare a parlare un linguaggio di umiltà e mettersi a servizio delle Comunità: le persone al centro dell'agire pubblico.

Per molti, una novità, ma è la Costituzione a parlare.

Non servono scienziati per capire che la soluzione sta nel ripristinare quelle condizioni che oggi non sono più date. In questi lunghi anni il Servizio Sanitario Nazionale è stato svuotato. Continue privatizzazioni hanno determinato l'esplosione di spese per acquisizione di beni e servizi. Il 50% delle risorse, una marea, finisce in mano alla sanità privata convenzionata.

Ciò ha messo in ginocchio Medicina territoriale e Prevenzione.

Un patrimonio di civiltà, pensato per tutelare Diritti fondamentali, rischia di finire in malora. La decantata "modernità", col modello di sviluppo, ha richiesto altre logiche: aziendalizzazione, produttività, tagli e tetti alla spesa, vincoli e blocco assunzioni. Ecco come si è snaturata la Medicina che non persegue più obiettivi di salute, ma di bilancio.

Le responsabilità sono generali: se a destra si perseguono obiettivi di smantellamento del Servizio pubblico, a sinistra ci vorrebbe più coerenza per affermare pienamente i valori costituenti.

Serve un pensiero nuovo per una prospettiva di cambiamento e una vera azione riformatrice in grado di incidere nelle storture del Paese. Oggi più di ieri. Basti pensare alla condizione dei salari reali in Italia, fermi a livelli di 30anni fa!

Occorre agire. Il prossimo appuntamento elettorale può rappresentare uno snodo, un punto di svolta, la leva per invertire la pericolosa tendenza. A condizione che si torni ad un altro spirito, orientato a rafforzare coesione sociale; con un cambiamento radicale di politiche interpretato da una nuova classe dirigente, motivata, disinteressata, onesta e capace di vera discontinuità. Riaprire una stagione di democratizzazione e partecipazione: ecco la vera sfida delle prossime Regionali. Partiamo da qui per mobilitare energie sane.



Questo è un comunicato stampa pubblicato il 26-07-2025 alle 13:05 sul giornale del 28 luglio 2025 - 221 letture






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