Il Dubbio di Castellito in scena alle Muse

In scena questo weekend fino a domenica lo spettacolo tratto dall’opera dell’americano John Patrick Shanley per la regia di Sergio Castellito
Ci troviamo catapultati negli anni Sessanta in una parrocchia del Bronx dove protagonista è padre Flynn (Stefano Accorsi), giovane prete cattolico alla guida della comunità ed insegnate di educazione fisica nella Scuola Parrochiale. L’irruenza e la passione che lo spingono a voler essere presente in ogni modo nella vita dei suoi fedeli lo portano allo scontro con la rigida suor Aloysia (Lucilla Morlacchi), direttrice della Scuola, che non può o forse non vuole capire il comportamento del giovane prete. Tanta “modernità” di attegiamento e di pensiero non possono essere consentiti farebbero crollare la barriera di certezze che la suora si è costruita nel corso degli anni, nonostante poi la stessa avesse avuto un passato da “donna”, era stata infatti sposata.
Lo scontro tra i due personaggi esplode quando suor Aloysia accusa padre Flynn di avere nei confronti di uno degli studenti atteggiamenti ambigui alquanto discutibili, supportata in questa anche da suor James (la giovane Alice Bachi) che si trova ad essere testimone scomoda, avendo visto uscire il ragazzo dalla canonica e rientrare in classe con uno strano atteggiamento e con l’alito che sapeva di alcool.
L’accusa è pesantissima, pedofilia. Padre Flynn non accetta che il suo nome venga infangato in questo modo e nega con forza ogni accusa.
Ecco, quindi, che lo spettatore si trova a sperimentare il dubbio, l’altalena che a volte porta a credere all’innocenza del prete a volte invece alla sua colpevolezza. Nessuno è in grado di stabilire la verità, la certezza su quanto è accaduto; il vero protagonista è, quindi, il sospetto che si insinua nella mente impedendo di vedere con lucidità, generando invece caos e confusione. Non si può più tornare indietro. Per questo padre Flynn decide di abbandonare la parrocchia.
Nonostante l’argomento trattato sia molto forte il taglio datogli da Castellitto rende lo spettacolo scorrevole e attraversato da una giusta tensione emotiva; non ci sono forti eccessi il gioco ruota sul pathos creato dai “duelli” che si vengono a creare tra i personaggi. Sul palco, infatti, non ci sono mai più di due attori a volta, fatta eccezione per la scena dove le due suore decidono di affrontare il prete. Essenziale ma di effetto la scenografia, su tutto i pannelli neri del fondale che aprendosi e chiudendosi fanno emergere l’immagine della croce. I cambi di scena sono frequenti impartendo alla storia un bel ritmo accompagnato anche dalle suggestive musiche di Bob Dylan.
Buona la prova di Accorsi che torna in teatro dopo una lunga pausa dedicata al cinema, convince nei panni del giovane prete progressista. Ammirevole anche la sua volontà di confrontarsi spesso con tematiche importanti ma “scomode”, si pensi anche all’omosessualità ne “Le Fate ignoranti” o al tradimento ne “L’Ultimo Bacio”. Notevole anche l’interpretazione di Lucilla Morlacchi che non delude mai il suo pubblico, confermando sempre le sue doti di grande e poliedrica attrice.
Questo è un articolo pubblicato il 14-03-2009 alle 19:21 sul giornale del 14 marzo 2009 - 4268 letture