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comunicato stampa
Confcommercio: Parco commerciale di Monte Camillone, decisione illogica

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Una decisione contro logiche di sicurezza del territorio, contro logiche economiche, contro logiche occupazionali, contro logiche di pubblica viabilità.

Serve altro per definire incomprensibile la decisione del Consiglio Comunale di Castelfidardo che mercoledì sera ha approvato la seconda variante per la realizzazione di un Parco Commerciale a Monte Camillone? La Confcommercio della Provincia di Ancona ritiene inaccettabile questa deliberazione che potrebbe portare a conseguenze nefaste per il territorio individuato per la realizzazione di quello che solo a parole è un parco commerciale.



Si tratta infatti di un vero e proprio centro commerciale che è stato localizzato in una delle zone devastate dall’alluvione del 2006. Il tempo trascorso da quel tragico evento naturale, poco per la verità, ha probabilmente già cancellato i ricordi di quei drammatici momenti se con tanta facilità si dà il via libera ad un’operazione che potrebbe generare ulteriori rischi al territorio e alle persone. E’ illogico sottovalutare potenziali scenari di natura idrogeologica così come è assurdo non considerare l’impatto economico distruttivo generabile con l’apertura di un nuovo centro commerciale in una zona manifestamente in crisi. E’ un dato incontrovertibile, sotto gli occhi di tutti e sottolineato anche dalla stampa locale che ha etichettato come “scellerata” la scelta di approvare un parco commerciale a poca distanza da altri centri commerciali che soffrono i colpi della congiuntura negativa. E’ un suicidio economico.



Illusoria e cinica è poi la posizione di chi parla di nuova occupazione: un nuovo centro commerciale in quella zona rischia solo di destabilizzare ancora di più centinaia di posti di lavoro delle imprese limitrofe. E’ ancora più evidente la scelleratezza di un’operazione che ha anche una ricaduta negativa sulla viabilità locale in una zona già sofferente per l’alta densità di traffico. La prospettiva è dunque quella di un nuovo nodo in perenne sofferenza. Alla luce di tutto questo sembra difficile trovare una buona ragione per dare l’imprimatur a questa operazione che evidenzia una pericolosa assenza di pianificazione da parte della Regione Marche. Una svolta in questo senso è necessaria, indispensabile e va fatta immediatamente perché si rischia altrimenti di creare una nuova e pericolosa moltitudine di disoccupati.



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