Gnocchini: Gramillano revochi l’incarico assessorile all’architetto Panzini

Abbiamo potuto appurare come il sindaco Gramillano e i membri della sua Giunta comunale fossero tenuti all’oscuro del fatto che l’architetto Panzini avesse “donato” le sue quote della Marchingegno al marito anziché ad altra persona, come precedentemente ventilato dallo stesso assessore alla cultura.
Un silenzio probabilmente dettato dall’imbarazzo, che comunque risalta la gravità della situazione e configura i contorni di una vera questione morale nella nostra città. I problemi etici della politica non sono infatti quelli legati solo alle vicende giudiziarie che hanno interessato ex amministratori del centro sinistra, ma anche ad un sistema di gestione della cosa pubblica nel quale gli incarichi e le consulenze vengono elargiti sempre alle stesse persone.
Sempre e solo quei pochi che progettano e beneficiano del denaro di tutti i cittadini, facilmente collocabili in una precisa area politica. E molto spesso, il committente che non è di sinistra è costretto ad incaricare i “soliti noti” per poter lavorare. Nel caso dell’ex assessore Belligoni, il sindaco Gramillano si è comportato in maniera trasparente verso un amministratore sul quale pesava l’ombra di un avviso di garanzia della magistratura.
Vorremmo che la stessa correttezza di comportamenti venisse dimostrata nei confronti di chi in maniera candida rivendica il ruolo allo stesso tempo di artefice delle scelte amministrative e beneficiario, per interposto marito, delle medesime determinazioni politiche. Non può passare il principio che una città capoluogo di regione venga guidata da assessori che non dimostrano di essere al di sopra delle parti.
Per queste ragioni rinnoviamo, attraverso una mozione (vedi pdf) in consiglio comunale, l’invito al Primo cittadino di fare chiarezza e di garantire la piena trasparenza dell’azione amministrativa della sua giunta.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 07-09-2009 alle 17:13 sul giornale del 07 settembre 2009 - 1373 letture