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comunicato stampa

Cna: edilizia e impianti, i numeri fotografano il tracollo

3' di lettura

stefano sargentoni

CNA: “I dati del 2009 confermano tutti i timori. Ma ci sono ancora imprese che reggono l’urto e vanno sostenute al fine di tutelare l’occupazione”.

Che tracollo! Attesa con timore e annunciata già da tempo, è arrivata, confermata dai dati sulla movimentazione dell’Albo artigiani della provincia di Ancona, la notizia del collasso del settore edilizia. Accompagnato da quello degli impiantisti. “In sostanza – dice Stefano Sargentoni, vice direttore Cna provincia Ancona – l’edilizia ha chiuso l’anno 2009 con un saldo pari a –28 dato da 297 nuove imprese e 325 cancellazioni. Gli impiantisti hanno chiuso a –43 derivante da 49 iscrizioni e 92 cancellazioni”.

“Era esattamente ciò che sapevamo sarebbe accaduto – commenta Giuseppe Maddaloni, responsabile dell’Unione Cna Impianti della provincia di Ancona – la crisi edilizia ha portato in fondo al baratro anche il settore impiantisti che nel corso dell’anno precedente si era retto grazie alle ristrutturazioni. Fermate anche quelle, la situazione è chiara: non si costruisce, non si ristruttura, non c’è lavoro per gli impiantisti, pertanto le imprese che chiudono non vengono rimpiazzate da nuove aperture”. La grave difficoltà che sta investendo il comparto dell’impiantistica ha portato la Cna Unione Impianti a chiedere a livello nazionale la costituzione di un tavolo di lavoro che possa confrontarsi con il Ministero dell’industria. Lo stallo prima, e la caduta poi, di edilizia e impianti sono indicatori molto significativi dello stato della crisi: le sorti della nostra economia si sono sempre rette soprattutto su questi che, andando in blocco, rischiano di far peggiorare una situazione già critica.

“Anche i numeri dell’Istat – aggiunge Sargentoni – fotografano una realtà grave e preoccupante raccontando con dolorosa precisione la portata vera della crisi. Non oso pensare a cosa sarebbe successo se gli artigiani e le piccole imprese non avessero comunque fatto argine. A fronte di settori che danno chiari segnali negativi, infatti, oltre all’edilizia e agli impiantisti ci sono anche la meccanica e il tessile-abbigliamento-calzature, ce ne sono altri che invece continuano a reggere, come gli alimentari o i servizi alla persona. Ma queste imprese non possono fare tutto da sole. Azioni concrete e di grande portata vanno messe in campo senza indugi per rilanciare l’economia e salvare l’occupazione”.

Per quanto riguarda la situazione nelle zone territoriali della provincia, colpisce il –50 della zona di Senigallia che però è anche una delle zone più corpose in quanto conta parecchi comuni. Nella zona Sud il saldo tra nuove imprese e imprese cessate è pari a –31; nella zona di Jesi a –29; nella zona di Fabriano a –9 e nella zona di Ancona a –6. In quest’ultima area, colpisce il –10 di Falconara, un comune ormai alle prese con diverse problematiche. In linea generale, la Cna ricorda che per la prima volta dopo anni, l’Albo delle imprese artigiane della provincia di Ancona ha perso posizioni: le imprese sono scese a quota 12.339 (erano 12.466 nel 2008) e che il peggio, numericamente parlando, potrebbe ancora venire in quanto i dati delle cancellazioni verranno conteggiati nella loro globalità in questi primi mesi del 2010.



stefano sargentoni

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 11-01-2010 alle 18:32 sul giornale del 12 gennaio 2010 - 1609 letture