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Walter Veltroni racconta ‘Noi’ il suo ultimo romanzo

Venerdì 5 febbraio Walter Veltroni ha presentato presso il Teatro Sperimentale di Ancona il suo ultimo romanzo dal titolo emblematico \"Noi\". Noi come il più bello dei pronomi personali, ma anche come il cognome di una famiglia italiana che vive fra gli anni del \'43 e in un ipotetico 2025.
Il giornalista Maurizio Blasi lo ha intervistato cercando di cogliere di cogliere i punti nevralgici della storia.
Walter Veltroni racconta il suo libro così: \"Volevo narrare la storia di una famiglia come tante. Alfredo è il maggiordomo di un gerarca fascista ed è lui stesso fascista. Però nel \'43 avverte che qualcosa sta cambiando. Questa è la stagione dell\'Estate, titolo anche del primo capitolo, è un\'estate bollente che si consuma con gli uomini al fronte e con una grande fame. Si era convinti che Roma non sarebbe stata bombardata perché città del Papa. Gli alleati lanciarono dei volantini per avvisare dell\'imminente bombardamento. I fascisti li fecero sparire sperando così che l\'odio per gli alleati si accrescesse. Il bombardamento di San Lorenzo sarà l\'ultimo prima della caduta del fascismo. Nonostante questo la guerra non finì. 1020 persone, il 16 ottobre del \'43, furono portate via dal ghetto di Roma dai nazisti. Ne tornarono vive solo 16. Tutti sono pronti a dire parole di fuoco contro i nazisti, ma non contro i fascisti. Non dobbiamo però dimenticare che se quelle 1020 persone furono deportate è perché i fascisti le denunciarono.
Poi ho voluto raccontare che 20 anni dopo l\'Italia era un paese felice. Era come se tutto stesse sbocciando, questo capitolo è infatti intitolato \"La Primavera\". Una meravigliosa primavera italiana che, a mia memoria, non c\'è più stata.
Arriva poi il 1980. Questa è un\'altra Italia e così arriva \"L\'Autunno\". Piove sempre, è ciò che io ricordo di quegli anni. E\' l\'anno del terremoto in Campania, è l\'anno del mistero di Ustica, è l\'anno in cui il terrorismo fa di tutto.
L\'ultimo capitolo è \"L\'Inverno\". E\' quello del 2025. Arriva un\'Italia strana, la immagino così. Ha risolto dei problemi, come quello del multiculturalismo, ma non altri. Ha un sistema autoritario che non ha piacere che la gente s\'incontri. Tutto è incentrato sull\'individuo.
Voglio concludere dicendo che la memoria non deve solo essere conoscenza del passato, ma certezze che quello che è accaduto non si ripeta. Senza memoria siamo gattini ciechi\".
L\'evento è stato organizzato dalla \"Fondazione Primo Maggio\", i cui fondatori sono i Democratici di Sinistra delle Federazione Provinciale di Ancona. Il Presidente è Paolo Raffaeli.
