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Ancona, città che guarda al sociale

11' di lettura

Ancona, città attenta al sociale. Nonostante la crisi e nonostante i fondi da destinare ad attività socialmente utili siano sempre di meno, una miriade di associazioni, operatori, medici, cittadini, si impegnano e lavorano ogni giorno per aiutare chi è in difficoltà. Che siano persone con problemi di salute mentale, giovani con forme di devianza, anziani, immigrati o lavoratori che hanno perso il posto, nel capoluogo possono trovare numerose occasioni di sostegno. Vivere Ancona ha iniziato un viaggio tra alcune delle realtà che operano nella solidarietà.

Ancona, città attenta al sociale. Nonostante la crisi e nonostante i fondi da destinare ad attività socialmente utili siano sempre di meno, una miriade di associazioni, operatori, medici, cittadini, si impegnano e lavorano ogni giorno per aiutare chi è in difficoltà. Che siano persone con problemi di salute mentale, giovani con forme di devianza, anziani, immigrati o lavoratori che hanno perso il posto, nel capoluogo possono trovare numerose occasioni di sostegno. Vivere Ancona ha iniziato un viaggio tra alcune delle realtà che operano nella solidarietà.

Salute mentale

Sono passati 32 anni dalla legge 180 di Franco Basaglia che ha sancito la chiusura dei manicomi. E adesso c\'è chi, tra operatori e psichiatri, già pensa a riaprirli. Non ci sta l\'anconetano Roberto Grelloni, presidente dell\'Anpis (associazione nazionale polisportive per l\'integrazione sociale) che utilizza lo sport per combattere lo stigma che accompagna chi soffre di disturbi psichiatrici: presso la polisportiva Solidalea di Montedago, l\'associazione organizza tornei di calcio, volley, basket, eventi sportivi non competitivi per il recupero dell\' autostima e delle relazioni. Niente a che vedere con le vecchie strutture manicomiali attive prime della legge 180: quella che oggi ospita la sede dell\'azienda sanitaria conserva ancora la memoria di un\'epoca che non deve mai più ripetersi. Il manicomio di Ancona fu inaugurato nel 1901 e nonostante le ristrutturazioni conserva ancora sui muri i disegni delle persone che per i motivi più svariati vi furono rischiuse. “Il ritorno prepotente di una psichiatria che non tiene conto delle persone ma solo della malattia -afferma Grelloni- sta portando danni gravissimi nel campo della salute mentale. Nel nostro territorio i dipartimenti sono chiusi in se stessi e non guardano all\'attività associativa”. A parte il dipartimento di salute mentale che opera nell\'ambito dell\'Asur 7, nel capoluogo la rete di servizi comprende i centri di salute mentale, i centri diurni, i day hospital, le strutture residenziali. Servizi indispensabili visto che i disturbi psichiatrici sono le patologie che causano la quota più rilevante di disabilità soprattutto tra i 15 e i 44 anni. Il Centro di salute mentale svolge attività di accoglienza, trattamenti farmacologici e psicoterapeutici, attuazione di programmi terapeutici-riabilitativi e di progetti per inserimenti lavorativi in collaborazione con il Comune e la Provincia. Tra questi il progetto di auto mutuo aiuto con l\'Ama e il progetto Sollievo. Poi ci sono le strutture residenziali per la riabilitazione ed integrazione sociale: Il Gabbiano a Falconara e la Casa Rossa di Posatora, che puntano al reinserimento sociale degli ospiti. Tra le strutture semiresidenziali c\'è il centro diurno Solidalea che ospita fino a 20 pazienti psichiatrici che seguono attività di musicoterapia, sport, yoga, danza.

Disturbi dell\'alimentazione

Sono state ben 238 le persone ricoverate nel reparto “Malattie della Nutrizione” di Villa Igea dal 2003 ad oggi. 35 in media ogni anno, anche se i casi aumentano di continuo, come ha spiegato la direttrice Silvia Filipponi, responsabile provinciale Aidap (associazione italiana disturbi dell\'alimentazione e del peso). Circa l\'80% dei pazienti arriva dalle Marche, il 35% dal capoluogo. Per il 90% si tratta di ragazze, in genere adolescenti, anche se non mancano donne mature di 35-40 anni. Sette pazienti su 10 guariscono completamente grazie a nuovi approcci e nuove terapie. Il trattamento messo in campo nel reparto segue la terapia cognitivo comportamentale: in pratica si va ad agire su pensieri e comportamenti che portano al persistere del disturbo. Anoressia e bulimia nervosa, ma anche obesità e disturbo Bed (che porta ad abbuffate compulsive) e Bid (disturbo dell\'immagine corporea): è un mondo complesso e sfaccettato quello dei disturbi alimentari, che ogni giorno Silvia Filipponi, insieme alle dottoresse Paola Bartolini e Lucia Piccinini, affronta con grinta e professionalità per recuperare tante ragazze che qui arrivano spesso in condizioni disperate. “E\' importante riconoscere il fenomeno, soprattutto in famiglia-ha sottolineato la dottoressa- facciamo informazione nelle scuole, anche se con sempre meno fondi a disposizione. In genere chi soffre di anoressia e bulimia tende a nascondere il problema. Riconoscere la malattia è il primo passo verso la guarigione”. Nel reparto si seguono due percorsi: quello per i disturbi alimentari che prevede un ricovero fino a 4 mesi e quello per l\'obesità che segue un iter di tre mesi. La riabilitazione nutrizionale qui va di pari passo con la psicoterapia, per un completo recupero dei pazienti sia dal punto di vista fisico che psicologico. Le modalità di intervento riguardano l\'alimentazione assistita, terapia individuale e di gruppo, incontri con i familiari, attività motorie (nel reparto c\'è anche una palestra), sedute di fisioterapia.

Centri giovanili

Rischiano la chiusura per mancanza di personale i tre centri di aggregazione giovanile del capoluogo. Sono rimasti in tre gli operatori-animatori, ognuno dei quali deve gestire oltre sessanta ragazzi, dislocati nelle sedi di via Marchetti, via Esino e via Flavia. “Una situazione insostenibile -ha dichiarato il consigliere comunale Tommaso Fagioli (Pd), che da mesi si sta battendo per risolvere la situazione- questi centri sono fondamentali per togliere i ragazzi dalla strada e favorire una crescita equilibrata. Così non si può andare avanti”. Pensare che all\'inizio le tre strutture non erano state neanche riaperte dopo la pausa estiva. “Avremmo dovuto riprendere le attività il primo di settembre- ha riferito un operatore- il 30 agosto ci hanno comunicato che la situazione era in stand-by”. Da qui una prima interrogazione in consiglio comunale di Fagioli al vicesindaco Franco Brasili, (datata 14 settembre), quindi la riapertura immediata dei centri. Ma con solo tre operatori, a dover gestire circa 250 ragazzi, molti dei quali in condizioni di disagio e disabilità. “Andrebbero bene anche ragazzi o genitori che decidono di prestare servizio in maniera volontaria e gratuita -ha detto Fagioli- l\'importante è non lasciare gli operatori isolati”. I centri offrono un servizio ricreativo per giovani dai 14 ai 18 anni e dai 19 ai 29 anni: sono aperti a tutti i ragazzi che vogliono fare amicizie ed interagire in attività che interessano la manipolazione, il laboratorio, il bricolage ma anche i giochi di società, il ping pong, il bigliardino e internet. Nei centri vengono anche organizzati tornei e corsi come quello di barman, deejay, strumenti musicali,murales. Vengono inoltre progettate feste, cene a tema, cineforum, uscite e scambi internazionali.

Gruppi di auto mutuo aiuto

“Arcobaleno”, “Oasi blu”, “Simpatia” sono alcuni dei gruppi dell\'Ama (associazione auto mutuo aiuto) di Ancona, onlus fondata nel 2003 in collaborazione con il dipartimento di salute mentale dell\'Asur zona 7. In cima ai disagi che colpiscono chi decide di affidarsi ai gruppi, la depressione, l\'ansia e gli attacchi di panico. “Disturbi” tipici della nostra società, che secondo diverse statistiche arrivano a colpire (almeno una volta nella vita) il 50% delle persone. Non c\'è da stupirsi dunque se anche nel capoluogo queste forme di disagio sociale e psicologico continuano ad aumentare, spinte magari dalla crisi economica, dalla perdita del lavoro, dall\'incertezza del futuro. L\'Ama oggi conta su 14 gruppi attivi, di cui nel 2009 hanno fatto parte circa 170 persone. Ogni gruppo segue un tema preciso, dalla depressione all\'ansia agli attacchi di panico, dal lutto, alla ricerca dell\'autostima, dalla separazione coniugale, all\'isolamento sociale a perdita del lavoro. 26 sono i facilitatori che coordinano l\'attività, e l\'80% di loro sono volontari. In un anno si svolgono circa 430 incontri, con cadenza settimanale dal lunedì al sabato presso la sede della II circoscrizione. Nel mese di febbraio sono stati avviati tre nuovi gruppi, in collaborazione con il Sert, per la dipendenza dal gioco d\'azzardo. In avvio anche il progetto “Conosciamoci” approvato dal Centro Servizi Volontariato regionale per promuovere tra gli adolescenti la consapevolezza della loro affettività e sessualità, e il progetto “Mi fido di te” per i giovani dagli 11 ai 18 anni che frequentano il centro di aggregazione giovanile di Collemarino. Oltre a mettere a disposizione i locali per i gruppi, la II circoscrizione guidata dal presidente Stefano Foresi aiuta l\'Ama ad organizzare ogni anno la “Giornata europea sulla depressione”, un convegno aperto alla cittadinanza che si tiene ad ottobre e vede grande partecipazione di pubblico e operatori.

Immigrazione

Un “mondo nella città” formato da tante etnie, culture e religioni, quello che vive nel capoluogo e che troppo spesso viene ignorato dalle istituzioni. “Nel nostro sportello -ha detto la presidente Anolf (associazione nazionale Oltre le frontiere) Neli Isaj - rilasciamo certificati e documenti per stranieri e offriamo assistenza ai tanti immigrati che ci chiedono aiuto”. Solo nel quartiere del Piano, il più multietnico della città in cui si trova la sede Anolf, 15,3% di abitanti è di origine straniera, più del doppio rispetto alle altre circoscrizioni. La comunità più numerosa è quella degli albanesi (962), seguita da bengalesi (872, aumentati del 300% negli ultimi tre anni) e rumeni (868). Seguono a ruota i cinesi (308), peruviani (311), marocchini (179), tunisini (272), ucraini (165), ghanesi (106), moldavi (104), senegalesi (57), nigeriani (83). Per venire incontro alle loro esigenze e favorire l\'integrazione, in via Scrima si trova l\'ufficio immigrazione del Cai (centro assistenza immigrati) in collaborazione con Inac (istituto nazionale assistenza cittadini) impegnato da oltre quarant\'anni nella tutela sociale. Per gli immigrati è a disposizione una consulenza gratuita in materia di assistenza socio sanitaria, visti d\'ingresso, rinnovo permessi e carta di soggiorno, consulenza legale. Gli immigrati possono anche compilare il certificato Isee per usufruire del servizio Conerobus agevolato. “Ne presentiamo 3200 ogni anno -ha detto il presidente della II circoscrizione Stefano Foresi- in questo quartiere oltre il 15% dei residenti è straniero e in molte classi si supera il tetto del 30% di alunni di cittadinanza non italiana. Ci stiamo battendo da anni contro le classi ghetto e per aiutare gli immigrati ad ambientarsi nella nostra città”. Nella seconda circoscrizione, il lunedì, mercoledì e sabato si tengono dei corsi di recupero scolastico per stranieri e italiani, a cui hanno aderito una cinquantina di bambini.

Carcere

Carcere di Ancona sovrappopolato, carenza di organico, perfino la muffa nelle celle. La denuncia arriva da un politico, il senatore radicale Marco Perduca, candidato alla presidenza regionale nelle Marche che ha effettuato a fine febbraio una visita ispettiva nella casa circondariale di Montacuto. I dati acquisiti dalla delegazione radicale affermano che i reclusi sono 367 ma la capienza massima sarebbe di 202: circa metà dei presenti (176) è di origine straniera, un terzo del totale in attesa di giudizio e solo un altro terzo con sentenza definitiva, percentuale più alta della media nazionale. Ma i radicali hanno messo in luce anche le scarse condizioni strutturali e igieniche dell”ex carcere d\'oro” come lo hanno definito. “La qualità dei materiali con cui è costruito è pessima -ha rincarato la dose il senatore- nei bagni ci sono infiltrazioni d\'acqua e muffa. Inoltre manca il personale medico, in infermeria abbiamo trovato solo la polvere, situazione questa che si è creata con il passaggio delle competenze sanitarie alla Regione”. In seguito al “tour” all\'interno del carcere, la delegazione ha rilevato anche carenza di personale. “Dopo i tagli -ha detto il candidato in consiglio regionale Mancini- sono rimasti solo 129 agenti, quando ne servirebbero 189. E il turno di notte è coperto solo da sei agenti che devono sorvegliare 367 detenuti”.

Nuovi poveri

La Conferenza episcopale italiana e l\'associazione bancaria italiana (Abi stanno promuovendo una nuova iniziativa di solidarietà per le famiglie in difficoltà. Si tratta del “prestito della speranza”, un fondo di garanzia straordinario lanciato con una colletta nazionale nel corso del 2009 in tutte le diocesi e le parrocchie. I destinatari del fondo sono le famiglie numerose (con almeno tre figli) o gravate da malattie e disabilità, che non abbiano più una fonte di reddito a causa della perdita temporanea o definitiva del lavoro. Solo nel capoluogo sarebbero circa un centinaio le famiglie che potrebbero beneficiare del fondo, che sarà erogato mensilmente con un importo di 500 euro e avrà durata annuale: il contributo potrà essere prorogato per un secondo anno se le condizioni di necessità dovessero restare immutate. Per presentare la domanda basterà recarsi presso la propria parrocchia, la sede Caritas o l\'ufficio diocesano (o consultare il sito www.prestitodellasperanza.it) che valuteranno se indirizzarla a una delle banche aderenti all\'accordo Cei-Abi. L\'iniziativa si avvale della preziosa collaborazione delle Acli e di varie associazioni di categoria, in un\'ottica di sistema che guarda alla solidarietà, come sottolineato dal presidente provinciale Acli Luigi Biagetti. In quest\'ottica si inserisce anche un secondo progetto, denominato “Lavoro vò cercando” che mette a disposizione 15 borse lavoro trimestrali da 1500 euro (finanziate dal Ministero del Lavoro) per incentivare l\'assunzione di soggetti svantaggiati come i senza fissa dimora e i minori stranieri non accompagnati, da collocare in aziende del territorio.





Questa è un'inchiesta pubblicata il 25-02-2010 alle 19:53 sul giornale del 27 febbraio 2010 - 2520 letture