comunicato stampa
Torna a Verona il prototipo di cella carceraria di piazza Roma

Il prototipo della cella portata in Piazza Roma ad Ancona, è tornata a Verona. Fra i tanti cittadini che l'hanno visitata anche alcuni agenti di custodia ed ex detenuti concordi nell'affermare che le celle sono molto peggio Abbiamo voluto offrire un esempio per far capire gli spazi poco dignitosi e rispettosi della dignità umana e per esortare i politici a trovare soluzioni.
La detenzione presso la casa circondariale di Montacuto è una realtà da paese incivile da terzo mondo!!! Tre detenuti debbono convivere in una cella di pochi metri quadri con pareti sporche e pavimento usurato. Letti a castello a tre piani con tavola di metallo rigida come rete con sopra un materasso in gommapiuma da 12 cm. vecchio e sporco. Mini armadietti con sportelli rotti tre sgabelli sgangherati ed una mensola a mo' di tavolino dove non e' possibile mangiare in tre. Alle finestre oltre alle grate e' saldata una rete di 2 cm.x 2 cm. che impedisce la visione e provoca vertigini a chi guarda fuori. Lo spazio ristretto induce a rimanere a letto per non dar fastidio agli altri. Il cibo e' scadente e monotono. Per sopravvivere e' necessario fare spesa ed attendere i pacchi dei cari.
C'e' carenza di personale e per le richieste del necessario e per l'assistenza medica. Il locale docce fatiscente gocciola di acqua dal soffitto con porta lampada arrugginito e senza lampada. Non e' permesso telefonare a l cellulare di una persona cara nonostante la circolare del DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) che lo autorizza. La posta non viene distribuita con regolarità e qualche volta si perde. Le richieste scritte per necessità personali vengono esaminate in ritardo ed alcune senza risposta. I locali per i colloqui sono sovraffollati con mancanza di aria e bisogna urlare per farsi sentire dai cari ed il tutto in piedi perche gli sgabelli fissi di cemento e tavole di legno sono distanti dal divisorio. Il detenuto smette di essere persona per mancanza di gestione del tempo, per assenza di spazio, e per la mancanza di relazione con i compagni e con chi lo assiste. Le uniche persone di riferimento su cui si può contare, sono gli assistenti volontari della Caritas di Ancona Osimo.
E’ possibile, anche se contrastati, ricevere un aiuto morale e fraterno, che permette di sopravvivere e sentirsi persone con la loro presenza. Un cordiale ringraziamento a questi "angeli custodi". Si spera che questi appunti di chi ha vissuto questa triste esperienza sia utile per modificare il concetto che chi entra in carcere e’ solo un delinquente e non più persona.

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