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Libri & Cultura: Candidato al Consiglio d’Istituto

3' di lettura

Curioso testo quello di Massimo Cortese, Candidato al Consiglio d’Istituto (Montag, 2009, 54 pp.), dove, nel breve resoconto dell’esperienza personale dell’autore all’interno degli Organismi didattici scolastici, si tenta di offrire al lettore una riflessione spesso acuta e interessante sul mondo della scuola e dell’educazione.

Lo spunto viene offerto dalla concreta possibilità di Cortese di candidarsi all’elezione del Consiglio di Istituto della scuola frequentata dalla figlia, occasione che mostra tutti i limiti di un mondo eccessivamente burocratizzato e poco attento alle vere esigenze dei ragazzi.

Si tratta quindi di un’esperienza biografica, che segna in un certo senso la riflessione personale dell’autore e l’inizio (dichiarato) della sua esperienza di scrittore. Colpisce il fatto che nel corso della narrazione gli studenti non compaiono mai come i veri protagonisti del contesto scolastico, ma a volte al contrario come le vittime di un sistema che sta portando alla deriva un bene prezioso e un diritto di tutti, come quello dell’istruzione e – con essa - della conoscenza non solo di concetti e nozioni, ma anche di norme basilari di condivisone e di reciproco rispetto. Proprio quell’atteggiamento che spesso si denuncia come carente nei figli sembra nelle parole di Cortese mancare agli stessi genitori, che si muovono per le loro decisioni in base a criteri consumistici o – peggio – politicizzati. Il racconto è quindi una denuncia al mondo della scuola, vissuto dal punto di vista di un genitore interessato al bene della propria figlia e dei suoi coetanei. Un resoconto delle fasi che precedono e seguono l’elezione del Consiglio, esempio massimo di ipocrisia e concreto disinteresse.

Lettura agile e rapida, il libro presenta tematiche attuali e particolarmente sentite da chi si muove nel mondo della scuola. Il distacco tra organi amministrativi e realtà concreta è da questo punto di vista l’emergenza più evidente del sistema. Ma accanto a ciò, non si possono tacere i favoritismi e i trattamenti privilegiati riservati ad alcuni alunni, magari appartenenti a particolari classi sociali (se di classi sociali è ancora consentito parlare) e il generale silenzio delle istituzioni che spesso preferiscono evitare i problemi ignorandoli completamente.

Ultima tematica, ma non per importanza, trattata da Cortese è la questione del bullismo, rivissuto nella sua esperienza personale degli anni dell’adolescenza e spesso ricondotto dall’autore ad una profonda incomprensione da parte del mondo degli adulti, abituati a ironizzare, a sminuire, a sdrammatizzare. È la stessa ironia con cui adesso l’autore li dipinge, consapevole di come soltanto una mente ottusa, egoista ed egocentrica sia incapace di capire la vera natura dei problemi, l’abisso psicologico in cui un adolescente può trovarsi, senza sentirsi pienamente accettato e senza veder riconosciuta la propria individualità. Atteggiamento del mondo della scuola (ma più in generale del mondo degli adulti) distaccato e superficiale, evidentemente erroneo, sintetizzato nel dialogo tra alunno e preside in merito all’importanza del nome, segno distintivo di ciascuno, che non dovrebbe essere preceduto dal cognome (proprio perché riassume l’identità profonda di una persona e non una semplice serie di lettere) così come non dovrebbero essere presenti – dentro l’istituzione scolastica - tante altre piccole mancanze. Dare del tu è sinonimo di scarsa attenzione, questo l’ho sempre pensato, e probabilmente anche far precedere il cognome al nome nelle presentazioni lo è: così chiude la riflessione sull’episodio, lasciando al lettore la possibilità di aderire o meno alle riflessioni proposte.

Un testo breve, ma ricco di spunti concreti, dove la lacuna più evidente, visibile nella scrittura spesso poco attenta e frettolosa (ne sono testimonianza le sviste di battitura), non perde terreno di fronte ad uno stile nel complesso, rapido, diretto e a tratti incisivo.



Questo è un articolo pubblicato il 10-11-2010 alle 00:44 sul giornale del 11 novembre 2010 - 12355 letture