Torna alle Muse 'Racconti di Natale'

Torna la rassegna Racconti di Natale organizzata dal Comune di Ancona – Assessorato alla Cultura e dalla Fondazione Teatro delle Muse. Lunedì 3 gennaio, ore 21, Sala Melpomene del Teatro delle Muse (ingresso v. della Loggia), Carlo D'Amicis, anima di Fahrenheit, la celebre trasmissione radiofonica dedicata al mondo dei libri in onda tutti i giorni su Rai Radio 3, presenta il suo nuovo romanzo, La battuta perfetta (Minimum Fax, 2010). Interviene Paolo Marasca.
Carlo D'Amicis ha esordito, come altri autori di fama nazionale ospiti della rassegna Racconti di Natale, per i tipi di Transeuropa (etichetta editoriale anconetana fondata da Pier Vittorio Tondelli e Massimo Canalini), con il romanzo Piccolo Venerdì (Transeuropa, 1996), a cui sono seguiti, fra gli altri, Il ferroviere e il golden gol, edito di nuovo da Transeuropa nel 1998 (selezione Premio Strega) e Amor Tavor pubblicato nel 2003 da Pequod. Per Minimum Fax D'Amicis ha pubblicato i romanzi Escluso il cane (2006), La guerra dei cafoni (2008) e La battuta perfetta (2010).
«Quello di D’Amicis è un affresco narrativo della società italiana [...]. Tra le pagine del nostro passeggia nervoso e ammonitore uno scarno Pasolini, campeggia l’immarcescibile Andreotti ritratto in tutto il suo splendore arguto, si avvita disperato e sorridente l’uomo che di fatto ha unito i due binari della vita televisiva e della vita terrena: Berlusconi. Con questi personaggi il protagonista si trova ad armeggiare, sempre più dietro, e soprattutto dentro, lo schermo televisivo, sempre più padrone, e soprattutto schiavo, del proprio bisogno di piacere (agli altri). Un bisogno che coltivava innocente da bambino e si rivela colpevole adulto, sebbene egli continui a professarlo come alibi perfetto per ogni genere di mascalzonata, quasi fosse un alter ego del suo onnipotente datore di lavoro.» (Paolo Marasca, recensione a La battuta perfetta, www.argonline.it).
Martedì 4 gennaio, ore 21, Sala Melpomene: il critico e dirigente Rai Angelo Guglielmi presenta Il romanzo e la realtà. Cronaca degli ultimi sessant'anni di narrativa italiana (Bompiani, 2010).
Interviene Valerio Cuccaroni.
Angelo Guglielmi, scrittore, critico e dirigente televisivo, è stato tra i fondatori del Gruppo “63” con Umberto Eco e Edoardo Sanguineti. Come direttore di Rai Tre, tra il 1984 e il 1987 contribuisce alla nascita di programmi di successo come Quelli che il calcio, Avanzi, Samarcanda, Blob, Mi manda Lubrano, Chi l’ha visto? e Un giorno in pretura. Per anni critico letterario per “L’espresso”, dal 1995 al 2001 è stato presidente e amministratore delegato dell’Istituto Luce.
Ne Il romanzo e la realtà Guglielmi traccia un originale bilancio della letteratura italiana contemporanea, dal 1950 a oggi, attraverso il rapporto tra realtà e rappresentazione artistica, ovvero come i fatti si trasformano in racconto letterario. Un rapporto che chiama in causa categorie sfuggenti come quella di realismo o di imitazione: la fiducia nella capacità del linguaggio di rappresentare la realtà è entrata definitivamente in crisi alla metà dell’Ottocento, con Baudelaire, Flaubert, Manet − e lì bisogna cercare le radici delle avanguardie novecentesche, che usano la lingua per andare oltre le apparenze, per rivelare una verità nascosta.
Un percorso cronologico scandisce l’analisi pungente degli autori e delle correnti, individuando tre vie seguite in Italia dai narratori per “provocare” la realtà e renderla ancora rivelatrice: la linea del fantastico-fiabesco di Calvino, la linea del barocco linguistico di Gadda e la linea del lirismo vittoriniano. A queste scelte “progressive” si sono invece contrapposti i “conservatori” che continuavano a guardare all’Ottocento, Moravia e Pratolini su tutti. Oggi si parla infine di un “ritorno alla realtà”, di storie che nascono dalla cronaca e dall’attualità: per Guglielmi, tuttavia, il romanzo storico è l’unico genere che produce il distacco necessario affinché i fatti acquistino il valore metafisico che li rende narrabili romanzescamente.
Mercoledì 5 gennaio, ore 18.30, Musecaffè, il critico Massimo Raffaeli presenta il suo Sivori, un vizio. E altri scritti di calcio (peQuod, 2010).
Massimo Raffaeli, nato e residente a Chiaravalle (AN), è filologo e critico letterario, formatosi alla scuola di Franco Scataglini; scrive sui quotidiani il manifesto e La Stampa, oltre che su numerose riviste specializzate. Ha curato testi di autori italiani (Carlo Betocchi, Alberto Savinio, Massimo Ferretti, Primo Levi) e versioni di scrittori francesi (fra cui Zola, Artaud, Céline, Crevel, Genet, Duvert). Appassionato di calcio, nel 2007 cura per la BUR il volume antologico su Gianni Brera, Il più bel gioco del mondo. Scritti di calcio (1949-1982).
Gli eccessi del calcio di oggi, la sua stessa invadenza ed ipervisibilità, possono indurre nella tentazione della nostalgia per il gioco di ieri, quando il calcio era uno sport di massa ma non ancora uno spettacolo televisivo esclusivamente sostenuto dal business. Non è la nostalgia ma il recupero ostinato di antiche emozioni a giustificare Sivori, un vizio. E altri scritti di calcio (Italic/peQuod, 2010), che incrocia di continuo il calcio e la letteratura. Il mito di Omar Sivori e degli "angeli dalla faccia sporca", il Grande Torino, l'Inter di Herrera, il Milan di Nereo Rocco e Gianni Rivera, antiche fisionomie di campioni e di oscuri comprimari, qui si legano ai testi di scrittori e giornalisti che nel corso di un secolo, ormai, hanno saputo raccontare il calcio come un luogo cruciale dell'immaginario nazionale e della cosiddetta identità italiana, da Gianni Brera e Mario Soldati a Salvatore Bruno e Giovanni Arpino. Composto a mosaico, scritto in uno stile secco e tagliente, "Sivori, un vizio" rappresenta un omaggio alla duplice passione che è all'origine di una stessa vocazione critica, dove si incontrano in retrospettiva, come si trattasse dei frammenti di un romanzo di formazione, la Juve del grande Omar, la Lazio allo stadio Flaminio, immagini di Luigi Riva e Giacinto Facchetti insieme con le pagine di alcuni fra gli autori più amati, Pier Paolo Pasolini e Vittorio Sereni.
Giovedì 6 gennaio, ore 21, Ridotto: Altai in reading. Spettacolo tratto dal romanzo di Wu Ming, Altai (Einaudi, 2009).
Voce: Wu Ming 2
Musiche: Contradamerla
Wu Ming 2: scrittore, membro del collettivo Wu Ming, autore, fra gli altri, dei romanzi Q (Einaudi, 1999) e Manituana (Einaudi, 2007). Come “solista”, ha pubblicato il romanzo Guerra agli umani (Einaudi, 2004) e l'oggetto narrativo non identificato Il sentiero degli dei (Ediciclo, 2010).
Contradamerla: formazione musicale poliedrica, né folk, né popolare, sperimentatrice di linguaggi lontani da ambizioni commerciali e vicini alla letteratura e al cinema, nasce nel 1998 dall’incontro tra quattro salentini e tre marchigiani. Nel 2000 esce 1 (canto d’autore), nel 2003 Super 8 (film sonoro) e nel 2007 di Via dei dollari, con l’attrice Isabella Carloni (teatro-canzone).
Altai è il “sequel” di Q, il romanzo con cui il collettivo Wu Ming, che all'epoca si chiamava Luther Blissett, ha esordito sulla scena editoriale nazionale e internazionale. In Altai un travagliato viaggio verso oriente porta il protagonista fino a Istanbul, dove incontrerà Giuseppe Nasi, alias Joào Miquez, nemico numero uno di Venezia, potente giudeo che dal cuore dell'impero ottomano sfida e destabilizza l'Europa. Tra echi di rivolte, innovazioni tecnologiche, scontri di civiltà, l'intrigo si muove da Ragusa a Cipro, passando per Salonicco (la "Gerusalemme dei Balcani", capitale del giudaismo sefardita) e altre "colonie di funghi velenosi". Documenti segreti, battaglie, città assediate, biografie che si alimentano di leggenda. In una simile temperie ricompare, anziana ma indomita, una vecchia conoscenza. L'uomo non vede l'intero affresco, ma sa quello che deve fare.
Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso libero. Il programma completo è disponibile sul sito www.teatrodellemuse.org.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 02-01-2011 alle 17:57 sul giornale del 03 gennaio 2011 - 1081 letture
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