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Falconara: fucile a canne mozze sequestrato, madre e figlio arrestati

L'arma sequestrata 2' di lettura 17/08/2011 -

Due arresti per detenzione di arma clandestina messi a segno dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Jesi, che hanno rinvenuto, nei locali nella disponibilità degli stessi, un fucile a canne mozze calibro 12 e 16 cartucce del medesimo calibro.



Gli arrestati sono madre e figlio, P.K. di 42 anni e residente a Falconara, e S.M. di 20 anni, residente a Chiaravalle.

I Carabinieri, guidati dal Tenente Eleonora Spadati, sono arrivati al ritrovamento dell’arma seguendo il giovane che da tempo gravitava in giri un strani che si svolgevano tra Jesi, Chiaravalle e Falconara. Il ragazzo è stato varie volte oggetto di pedinamenti e riscontri da parte dei Carabinieri che hanno quindi deciso di intervenire: i militari si sono recati nell’abitazione della madre del giovane, ubicata tra Chiaravalle e Falconara, ed hanno dato corso a una meticolosa perquisizione. In un locale dell’abitazione, di cui aveva la chiave la donna, all’interno di un baule, è stato rinvenuto un fucile calibro 12 marca “Luigi Franchi” con canna e calcio segato. L’arma, che era perfettamente funzionante e manutenzionata, si trovava avvolta in vari strati di “cellophane” ed esternamente da un asciugamani. A seguito di ulteriori accertamenti, in una abitazione di Monsano in uso al giovane, sono state trovate 16 cartucce del medesimo calibro del fucile.

Madre e figlio sono stati posti in arresto e condotti rispettivamente presso la casa circondariale di Villa Fastiggi di Pesaro e ad Ancona Montacuto.

I due sono già comparsi ieri davanti al GIP del Tribunale di Ancona il quale, dopo aver convalidato gli arresti, ha disposto la scarcerazione della donna mentre il figlio è stato trattenuto in carcere.

L’arma in questione ha un potenziale offensivo di alto livello, inoltre le modifiche apportate (canna e calcio segati) consentono un facile occultamento. In questa zona non si erano mai rinvenute armi con tali caratteristiche che sono tipiche di regioni in cui la criminalità organizzata è più presente essendo tali tipi di arma usati spesso per commettere delitti di “mafia”.

Sono in corso accertamenti mirati a capire come mai l’arma fosse in possesso dei due, cercando di risalire al canale di provenienza: dai primi accertamenti sembra emergere che l’arma si trovasse lì perché lasciata in custodia.

Sono inoltre in corso indagini per risalire alla storia del fucile: non è da escludere che il magistrato titolare dell’indagine possa disporre l’invio dell’arma alla sezione balistica del RIS di Roma al fine di appurare se sia stata usata in qualche episodio criminoso in zona o in altre parti d’Italia.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 17-08-2011 alle 10:29 sul giornale del 18 agosto 2011 - 4261 letture

In questo articolo si parla di attualità, paolo picci, eleonora spadati

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