Zucchero e il suo pubblico danno spettacolo al Palarossini, foto e video

L'artista emiliano, con gli immancabili cappello ed impermeabile, ha mantenuto le promesse. E' veramente riuscito, infatti, a portare sul palco il suono della domenica, l'atmosfera della festa di paese, quella vera dove si balla e si canta, ma soprattutto è riuscito a trasmettere il concetto celato in questo suo ultimo album il Chocabeck, intriso di ricordi di bambino. Per lui non poteva essere che il sold out con più di 5mila presenze.
"Vi posso dire che trasporterò sul palco il concept di Chocabeck, il suono della domenica, l’atmosfera della festa di paese. Dove si balla e ci si diverte, dove c’è energia e calore che si espande nell’aria. E’ quello il suono che ho in testa in questo momento. Così anche i vecchi successi verranno riarrangiati secondo quello stile. La mia idea sarebbe di dedicare tutta la prima parte del concerto al nuovo disco, rispettandone la scaletta e la compattezza, e di lasciare i vecchi successi in fondo dopo un cambio di scenografia." E' così che commentava Zucchero annunciando il suo Tour 2011 intitolato Chocabeck, un'espressione dialettale che il padre quando era ancora bambino gli diceva quando aveva ancora fame. L'idea di un becco che si chiude a bocca vuota, mentre l'artista ancora piccolo credeva che fosse un modo per definire delle prelibatezze.
Uno scenario che si apre con parole battute a macchina da scrivere, come una volta, lettere che nello scorrere creano le parole che definiscono il concept del Chocabeck. Un concerto iniziato in sordina con una musica soft che apre sulle note di un 'Soffio Caldo' nata dalla collaborazione tra Zucchero e Guccini per proseguire con 'Il suono della domenica' che nel suo incipit spiega la motivazione di un palcoscenico costruito come una grande valigia piena di ricordi "Ho visto gente sola andare via sai tra le macerie e i sogni di chi spera vai Tu sai di me, io so di te ma il suono della domenica dov'è? Al mio paese vedo fiorire il grano a braccia tese verso l'eternità Il mio paese" fino a farsi portare via cullandolo nel cuore dalla ragazza d'estate con "Soldati nella mia città". Tra una canzone e l'altra uno scorcio scenografico di paese visto da una finestra dal quale uscivano petali, grappoli d'uva, colombe bianche e lucciole.
Un alternarsi poi di musica soffusa fino a quella più dinamica e ballabile che segna il passaggio tra il nuovo allbum e i vecchi successi di Fornaciari. E' così che si passa ai cavalli di battaglia di Zucchero che scaldano l'atmosfera portando in pubblico in delirio. Da Bacco perbacco, Baila morena, Overdose (d'amore), Dune Mosse con il suo ritornello 'un viaggio intorno ai tuoi occhi', Diamante con 'Pioggia tu sarai, Pioggia io sarò...' e poi Blu con 'Sere d'estate dimenticate C'è un dondolo che dondola, Che belle scene di lei che viene...' e l'immancabile 'Diavolo in me', dove non poteva mancare la maschera.
Trascinati dal blues il pubblico si è abbandonato, scatenandosi, a ritmo del sound. Un concerto che si conclude tra coriandoli colorati con una dedica al suo amico Luciano Pavarotti scomparso da anni con Miserere che i due cantaroni insieme nel lontano 1992. E poi le parole dell'artista emiliano che saluta Ancona con un "buonafortuna e un grazie per l'ospitalità" cantando 'Il gallo'. "Noi crediamo nel blues - ha detto Zucchero alla fine - ed il Blues non morirà." E qui veramente non poteva mancare a questo grande artista che ha accompagnato diverse generazioni una sentita standing ovation del pubblico.
Questo è un articolo pubblicato il 13-11-2011 alle 02:01 sul giornale del 14 novembre 2011 - 894 letture
SHORT LINK:
https://vivere.me/rBp