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comunicato stampa
Gli Amici della Musica celebra Liszt con il pianoforte di Enrico Pace

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“L’amore mi ha salvato da me stesso, l’arte mi ha salvato dall’amore, la religione mi ha salvato dall’arte. Perché tutto passa tranne Dio”(F. Liszt). Il concerto d’apertura della stagione concertistica Amici della Musica “Guido Michelli” celebra il bicentenario della nascita di Franz Liszt, uno dei maggiori compositori romantici, con Enrico Pace al pianoforte, Form Orchestra Filarmonica Marchigiana, diretti Giampaolo M. Bisanti.

Il concerto comprende la prima esecuzione assoluta del Canone Sinfonico (omaggio a Liszt) – opera su commissione FORM, di Tonino Tesei (Pollenza, 1961), seguito dal Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in Mi bemolle maggiore, S 124, Totentanz (Danza macabra), parafrasi del Dies Irae per pianoforte e orchestra, S 126, Les préludes (d'après Lamartine), poema sinfonico S 97, di Franz Liszt, e di Camille Saint – Saens, Danse macabre, poema sinfonico Op. 40. Protagonista della serata - accanto all’Orchestra Filarmonica Marchigiana e al direttore Giampaolo M. Bisanti - Enrico Pace, strepitoso vincitore del Concorso Internazionale Franz Liszt di Utrecht, vero e proprio punto di svolta per una carriera che l’ha portato ad esibirsi nelle più rinomate sale da concerto, tra cui il Concertgebouw di Amsterdam, la Sala Verdi del Conservatorio di Milano, il Teatro alla Scala di Milano, il Festival Pianistico di Brescia e Bergamo. Pace appare inoltre regolarmente a Roma, Firenze, Berlino, Monaco di Baviera, Dortmund, Salisburgo (nell’edizione del 1999 della Festspiele, come parte del progetto realizzato intorno a Maurizio Pollini), Dublino e Sud America.

“L’amore mi ha salvato da me stesso, l’arte mi ha salvato dall’amore, la religione mi ha salvato dall’arte. Perché tutto passa tranne Dio”. Con queste parole Liszt sintetizza la sua esistenza a lungo oscillante tra sensualità e misticismo, una vita in movimento, sia personale che artistico e professionale, una vicenda “strutturalmente” romantica. La critica musicale ha faticato ad esprimere un giudizio piano e condiviso su Liszt. Sembra quasi che i sentimenti forti e controversi, che Liszt ha ispirato in vita gli sopravvivano con la stessa intensità. “Il demone e la crisalide” il bel titolo scelto dal direttore artistico Guido Barbieri, che raggruppa concerti e altre iniziative dedicate nella stagione al compositore ungherese, mostra la dicotomia che attraversò personalità e vita di Liszt. Donnaiolo impenitente al centro delle cronache mondane, a sessanta anni decide di prendere gli ordini minori divenendo abate della Santa Chiesa Cattolica, virando decisamente verso quel lato mistico che l’aveva sembra attratto. Personaggio affascinantissimo, simbolo del romanticismo e precursore dello star system – moderna icona hollywoodiana o rock star - il pianista della difficoltà “trascendentale” meritò la longeva e modernissima definizione da icona pop quale è stata, di “Lisztomania” creata da Heinrich Heine (1844 circa) e ripresa fino ai giorni - “Lisztomania” è tra le altre cose un film di Ken Russell e una canzone del gruppo rock alternativo francese Phoenix del 2009. Diavolo e acqua santa è l’aporia che attraversò la vita di Liszt. L’interesse romantico per il macabro e per il demoniaco, aspetto quasi “gotico”, è rappresentato nella composizione Totentanz - parafrasi dalle impervie difficoltà, sull’antica sequenza gregoriana del Dies Irae, nata dalle suggestioni riportate dalla visita di Liszt agli affreschi del Trionfo della Morte a Pisa – forse il brano più “potente” in concerto.

Totentanz è stata una composizione ingiustificatamente sottovalutata dalla critica fino alla sua riabilitazione ad opera della magnifica interpretazione di Arturo Benedetti Michelangeli che la riportò in repertorio. Noi l’ascolteremo da Enrico Pace che non fa rimpiangere l’esecuzione del leggendario maestro bresciano.

Si ricorda che l’ingresso fino a 15 anni è gratuito, ridotto extra, 6 euro, fino a 19.

Info: www.amicimusica.an.it

Biglietteria Teatro delle Muse: 071 52525