Marozzi: neve e Trenitalia, 'Inefficienza. Di sicuro? Il treno che non passava!'

Dopo aver isolato Ancona e le Marche dal resto d’Italia e desertificato il territorio regionale in fatto di collegamenti ferroviari, con l’emergenza neve Trenitalia mette in scena l’ennesima prova di inefficienza. Ritardi, ma soprattutto annullamenti di corse. E, in particolare, di treni regionali. Altro che mettere l’auto in garage per muoversi con maggiore sicurezza. Di sicuro, in questi giorni, c’è stato soltanto che il treno non passava.
Anche oggi, con il manto nevoso in qualche zona, specie sulla tratta adriatica, ormai praticamente quasi del tutto disciolto, le soppressioni delle corse sono state la colonna sonora nelle stazioni ferroviarie.
Ma poi perché? E’ quello che si chiedono le migliaia di passeggeri letteralmente lasciati a piedi da un servizio ferroviario gestito da un’azienda che troppo spesso e con troppa facilità dimentica di svolgere un servizio pubblico, peraltro essenziale. Lasciamo perdere, poi, la comunicazione prima e durante i collegamenti. Anche i marchigiani che sono rimasti intrappolati nei treni bloccati fuori regione, hanno dovuto affrontare situazioni impensabili nell’Italia del XXI secolo. Chi soli…e chi magari con bambini al seguito infreddoliti, affamati e sfiancati da un viaggio allucinante.
Una notte intera trascorsa senza una neppur minima assistenza, senza informazioni né su come proseguire il viaggio né su come trovare un’alternativa. L’Adoc Marche sosterrà le loro richieste di rimborso del biglietto, delle spese sostenute e degli eventuali danni morali. Costi di un’inefficienza che, naturalmente, però, non dovranno essere pagati ancora una volta dalla collettività.
Nella nuova cultura del “chi sbaglia paga” che dobbiamo cominciare sempre più a sostenere e rendere operativa, è necessario individuare le vere responsabilità di quanto accaduto. Non importa se per dolo o colpa, se per negligenza o vera incapacità di valutazione e gestione dell’emergenza.
Basta con le disgrazie cadute dal cielo. E poi, al di là dei risarcimenti, che sono giusti ed importanti, c’è di più. Chi protesta lo fa anche perché si sente ferito e offeso. Mortificato da un servizio pubblico che avrebbe dovuto tutelarlo. Che avrebbe dovuto garantirne l’incolumità. E, che invece, lo ha abbandonato mettendo a rischio la sua stessa sicurezza. Per Trenitalia potrebbe essere almeno una questione di onore… pensieri fuori moda, concetti d’altri tempi, di quando il treno era il mezzo di trasporto per eccellenza, un punto di sicuro riferimento, un punto fermo insomma, che adesso è solo fermo (alla stazione)…e basta!
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 09-02-2012 alle 20:19 sul giornale del 10 febbraio 2012 - 1250 letture
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