Bastianelli (Pdl): 'II deficit della cultura anconetana? Lo pagheranno gli anconetani!'

Mentre la cultura italiana muore, i teatri chiudono, i musei licenziano e sprangano le porte, i centri di cinematografia e accademie varie piangono i bei tempi, nell’attuale drammatica situazione economica, sociale e culturale, la cultura paga più.
Dopo la corposa pronuncia della sezione regionale della Corte dei Conti della Marche in riferimento alla Fondazione Teatro Stabile delle Marche e delle Fondazione Muse che si ipotizza addirittura il rischio dissesto del Comune, penso che il commissariamento di entrambe le fondazioni è una delle ipotesi che il Sindaco dovrebbe prendere in considerazione immediatamente, almeno per limitare i danni. Con il commissariamento di entrambi, si dovrebbe così riuscire a salvare questi enti lirici, ma la crisi in cui ormai versa non solo impedirà l’approvazione del bilancio, ma vedrà compromesso il suo ruolo di contenitore in cui far sviluppare la vitalità teatrale e gli impulsi culturali ed artistici della Città, mettendo a rischio tanti posti di lavoro.
Non si riesce a comprendere come mai per anni ci sono stati amministratori silenti, che hanno sottovalutato la gestione, perchè non hanno parlato prima in presenza di un organo di controllo? Non vorremmo pensare che il prezzo della gestione allegra possa ricadere sulla pelle degli ignari cittadini, dovendo far pagare loro l’addizionale comunale e regionale più alto. Desidero richiamare con forza l’attenzione del Sindaco su quanto sta accadendo, poiché la cultura è un diritto costituzionale che va garantito e tutelato, ma per farlo è necessario invertire la rotta, la Fondazione è un soggetto di diritto che deve operare nel rispetto delle leggi, orientata alla cultura, allo sviluppo e al progresso, va riprogettato un futuro nel quale sempre di più chi merita e ha idee possa vivere grazie alla cultura stessa. In situazioni come questa, come di solito, chi ci va di mezzo sono i lavoratori e i cittadini, non se ne può più di assistere indifferenti a situazioni organiche della Fondazione orientate a veri e propri alberi genealogici delle famiglie maggiormente rappresentate al proprio interno, mentre tanti altri rischiano di perdere il posto di lavoro. L’angoscia che vivono i lavoratori e che si sentono traditi da chi ha alimentato false promesse e aspettative e forze a breve senza contratto, perchè in passato si è scelto sistematicamente di sforare la pianta organica.
La causa principale è una cattiva gestione, non da difficili situazioni di mercato, come per un’azienda privata. La ragione semplice è che si sono impegnati soldi che non c’erano e che si sapeva che non ci sarebbero stati. La difficilissima situazione economica che vive la cultura di Ancona, che si avvicina al commissariamento, deve vedere impegnati tutti sia il Governo che gli enti locali, per farla funzionare come si deve, nulla è più triste che vedere un teatro silenzioso che diventa simbolo di una cultura spenta. Serve un nuovo modello di gestione, contrassegnato da trasparenza, efficacia e competenza, che la sua presenza possa consentire lo svolgimento di concorsi pubblici per assumere il personale della Fondazione, poiché non si può assistere a drammi paralleli sia umani che artistici. In tempi di recessione, come tutti noi, può fare ben poco per risolvere i guai e le incognite dell’ economia mondiale, ma togliere ai cittadini non solo il lavoro, ma anche cultura e spettacolo, significa svegliare il cane che dorme.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 22-04-2012 alle 20:33 sul giornale del 23 aprile 2012 - 716 letture
SHORT LINK:
https://vivere.me/x8s