Alle Muse 'Il discorso del Re' con Luca Barbareschi

Il Teatro Stabile delle Marche porta in scena nella Stagione Teatrale 2012/2013 in abbonamento per il Comune di Ancona e con sostenitori Banca dell’Adriatico spa, Prometeo, AnconAmbiente, uno degli spettacoli più attesi di quest’anno, in anteprima regionale, dal 6 al 9 dicembre al Teatro delle Muse, come terzo spettacolo in cartellone, Il discorso del Re di David Seidler, con e diretto da Luca Barbareschi.
In scena con: Filippo Dini e con Ruggero Cara, Chiara Claudi, Roberto Mantovani, Astrid Meloni, Mauro Santopietro, Giancarlo Previati, scene Massimiliano Nocente, costumi Andrea Viotti, luci Iuraj Saleri, musiche originali Marco Zurzolo, produzione Casanova Multimedia. Il discorso del Re è ormai famoso in tutto il mondo per via dell'omonimo film del 2010 diretto da Tom Hooper e interpretato fra gli altri da Colin Firth, Geoffrey Rush e Helena Bonham Carter. E' stato pluripremiato con 4 premi Oscar su 12 candidature. In origine nasce però come testo teatrale, sempre scritto da David Seidler, autore anche della sceneggiatura del film. Una commedia umana, sempre in perfetto equilibrio tra toni drammatici e leggerezze, ricca di ironia ma soffusa di malinconia, a tratti molto commovente, ma capace anche di far ridere. Non di risate grasse o prevedibili, ma di risate che nascono dal cervello e si trasmettono al cuore. Così come le lacrime non nascono da un intento ricattatorio ma dall’empatia, da una condivisione sentimentale di difficoltà umane. Il discorso del Re parte dai fatti storici per addentrarsi in un dramma personale, senza abbandonare mai la Storia, che non è fondale sottofondo ma è presenza imprescindibile di ogni istante della commedia al fianco dei protagonisti.
La commedia è ambientata in una Londra surreale, a cavallo tra gli anni 20 e 30, ed è centrata sulle vicende di Albert, secondogenito balbuziente del Re Giorgio V. Dopo la morte del padre, il timido e complessato duca di York non sarebbe dovuto salire al trono d’Inghilterra. Il primogenito era infatti Edoardo, che divenne sì re ma che, per amore di Wallis Simpson, abdicò neppure un anno dopo. A Bertie, o meglio ad Albert Frederick Arthur George Windsor, toccò il peso della corona diventando sovrano con il nome di Giorgio VI. Un uomo atipico che fu re molto amato dal popolo, legato da vero amore alla moglie: la volitiva Elisabetta Bowes-Lyon, e che si portava appresso un fardello di costrizioni infantili e un bisogno di affetto difficili da trovare nell’anaffettiva coppia di genitori regali. Un’insicurezza che si esprimeva attraverso una balbuzie invalidante e impossibile da gestire nei numerosi e imbarazzanti discorsi pubblici cui era tenuto. In più, Giorgio VI si trovava a essere la voce del e per il popolo britannico in un momento difficile della storia, alla vigilia del secondo conflitto mondiale. Ma che voce poteva essere o quale guida per il popolo? Così venne portato dalla moglie in visita dal logopedista australiano Lionel Logue, dai metodi anticonformisti, capace di sondare le anime e di medicarle, attore mancato per eccessiva enfasi, insegnò al Duca di York come superare l’incubo di parlare in pubblico. Logue pretese subito il “tu” dal reale e sottopose il futuro re ad una cura che attingendo al laboratorio teatrale quanto alla seduta psicanalitica gli permise di salire sul trono. Una commedia umana, sempre in perfetto equilibrio tra toni drammatici e leggerezze, ricca di ironia ma soffusa di malinconia, a tratti molto commovente, ma capace anche di far ridere. Non di risate grasse o prevedibili, ma di risate che nascono dal cervello e si trasmettono al cuore. Così come le lacrime non nascono da un intento ricattatorio ma dall’empatia, da una condivisione sentimentale di difficoltà umane. Il discorso del Re parte dai fatti storici per addentrarsi in un dramma personale, senza abbandonare mai la Storia, che non è fondale sottofondo ma è presenza imprescindibile di ogni istante della commedia al fianco dei protagonisti. Il film, in origine nasce però come testo teatrale, Il discorso del Re sfrutta l’aspetto psicofisico della disarticolazione verbale per raccontare il rapporto tra il Paese colono e l’Impero per cui sacrifica i propri figli in guerra.
E dimostra come aneddoti nascosti nelle pieghe della Storia possano elevarsi alla potenza dell’epica, se narrati con perizia e ritmo. Il merito è dello sceneggiatore David Seidler (Tucker. Un uomo e il suo sogno di Francis Ford Coppola), che nella sua vita ha sofferto di balbuzie. La Stagione prosegue nel 2013 dal 23 al 27 gennaio al Teatro Sperimentale con Il nipote di Rameau di Denis Diderot, adattamento di Silvio Orlando ed Edoardo Erba con Silvio Orlando, Amerigo Fontani, Maria Laura Rondanini per la regia di Silvio Orlando, clavicembalista Simone Gullì, scene Giancarlo Basili, costumi Giovanna Buzzi, produzione Cardellino srl. Aspro divertimento per un capolavoro satirico della seconda metà del Settecento. Una parabola grottesca che mancava dai palcoscenici italiani dagli anni ’90. Dal 6 al 10 febbraio al Teatro Sperimentale Arturo Cirillo, amatissimo dal pubblico delle Marche già applaudito con Le intellettuali, Otello, L’avaro, dirige Ferdinando un testo ricco di smascheramenti e passione di Annibale Ruccello portato in scena assieme alle attrici Monica Piseddu e Sabrina Scuccimarra. Le scene sono di Dario Gessati e i costumi di Gianluca Falaschi, produzione Fondazione Salerno Contemporanea e Festival Benevento Città Spettacolo. Cirllo è suo terzo incontro con le opere del drammaturgo stabiese dopo Le cinque rose di Jennifer, che lo Stabile delle Marche ha portato in scena anche a Parigi e L’ededitiera (premio Ubu).
Dal 27 febbraio al 3 marzo al Teatro Sperimentale arriva lo spettacolo Oscura immensità tratto dal romanzo “L’oscura immensità della morte” di Massimo Carlotto, con protagonisti Giulio Scarpati e Claudio Casadio per la regia di Alessandro Gassman, produzione del Teatro Stabile del Veneto. Un noir che mescola vendetta, perdono e voglia di giustizia, una pièce che non lascia scampo dove il pubblico dovrà per forza di cose schierarsi. Dal 20 al 24 marzo al Teatro Sperimentale tornano gli amatissimi Enzo Vetrano e Stefano Randisi che portano in scena un Pirandello, L’uomo, la bestia e la virtù insieme a Ester Cucinotti, Giovanni Morchella, Antonio Lo Presti, Margherita Smedile, Giuliano Brunazzi, Luca Fiorino. Le luci sono di Maurizio Viani, la scenografia di Marc’antonio Brandolini, i costumi di Ursula Patzak, produzione Teatro degli Incamminati / Diablogues. Una commedia o meglio come la definì lo stesso autore, “un apologo in tre atti”, tratto dalla novella Richiamo all’obbligo. Il tema farsesco si muove attorno a tre personaggi-maschera che sviluppano nella trama momenti esilaranti in un intreccio di legami di coppia, perbenismi e pregiudizi ambientato in una Sicilia di porte socchiuse e commenti malevoli. Dal 4 al 7 aprile al Teatro delle Muse arriva un evento europeo, in esclusiva per le Marche, la messa in scena di La Serata a Colono, l’unico testo teatrale di Elsa Morante. La regia è di Mario Martone che dirige Carlo Cecchi, unendo così due delle sensibilità artistiche più significative della scena internazionale.
La produzione dello spettacolo è del Teatro Stabile di Torino, Teatro di Roma e Teatro Stabile delle Marche che prosegue il suo rapporto ormai decennale con Carlo Cecchi. Elsa Morante lo inserisce all’interno della raccolta La commedia chimica, tratti da “Il mondo salvato dai ragazzini”. A fornire un primo suggerimento sulle generalità del testo è il sottotitolo della sceneggiatura attraverso cui l’autrice dichiara che, quanto si sta per leggere, altro non è che una “parodia”. Serata a Colono infatti si presenta come la parodia di una delle più famose tragedie del mondo antico, l’Edipo a Colono di Sofocle. Dal 17 al 21 aprile al Teatro Sperimentale la Stagione in abbonamento si chiude con Variazioni enigmatiche di Éric- Emmanuel Schmitt con Saverio Marconi e Giampaolo Valentini per la regia di Gabriela Eleonori, scene e costumi di Carla Accoramboni, luci di Valerio Tiberi, produzione Compagnia della Rancia. Saverio Marconi torna in scena come attore e sceglie ÉriEmmanuel Schmitt, con cui ha collaborato per l’edizione francese del musical Nine diretta alle Folies Bergère e le sue Variazioni enigmatiche, già straordinario successo di pubblico e critica in Europa (in Francia è stata interpretata da Alain Delon e in Inghilterra da Donald Sutherland). Un testo mai prevedibile che alterna sentimenti con colpi di scena in un crescendo di tagliente ironia, commozione, tenerezza e crudeltà. Informazioni sul cartellone uffici del Teatro Stabile delle Marche 071/5021631 info@stabilemarche.it Biglietteria Teatro delle Muse 071 52525 biglietteria@teatrodellemuse.org Si ringrazia per il sostegno all’attività del Teatro Stabile Pubblico delle Marche: il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione Marche, La Provincia di Ancona e i Soci della Fondazione “Le Città del Teatro”. www.stabilemarche.it.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 04-12-2012 alle 11:50 sul giornale del 05 dicembre 2012 - 2196 letture
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