comunicato stampa
Comitato Marchigiano per la Vita Indipendente al comune di Ancona, 'Ripristinare la compartecipazione per gli utenti'

Da quel momento tale servizio, pian piano, si estende in diverse nazioni del mondo, e contestualmente si diffonde la filosofia della “Vita Indipendente delle persone con disabilità”. Per le persone con disabilità, “Vita Indipendente” significa, fondamentalmente, poter vivere proprio come chiunque altro: avere la possibilità di prendere decisioni riguardanti la propria vita e la capacità di svolgere attività di propria scelta, con le sole limitazioni che hanno le persone non disabili. Questo principio si può concretizzare tramite l'Assistenza Personale Autogestita. Il progetto denominato “Vita Indipendente” consiste dunque nell’erogazione da parte della Regione Marche e dei Comuni di un contributo alla persona con grave disabilità motoria e con capacità di autodeterminazione, la quale assume direttamente uno o più assistenti personali per aiutarla a svolgere gli atti quotidiani della vita. ASPETTI POSITIVI: Esistono esperienze consolidate di Vita Indipendente in altre regioni italiane e in altre nazioni, che nonostante la crisi, hanno continuato a investire in questo intervento dimostrandone le positività: la trasparenza dell’effettivo utilizzo delle risorse, il miglioramento della qualità di vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie, il minor costo rispetto alle altre soluzioni residenziali per la disabilità grave, il mantenimento dell’occupazione per le persone disabili e la creazione di nuovi posti di lavoro regolari per gli assistenti.
IL PROGETTO NELLE MARCHE E L’ATTIVITÀ DEL COMITATO Nelle Marche la sperimentazione della Vita Indipendente è stata avviata nel 2008, ha coinvolto 40 persone con disabilità ed è terminata ad aprile 2012, con un fondo di 275.000 euro annui. Proprio per dare continuità a questo intervento, consolidarlo ed estenderlo ad altre persone, il 10 settembre 2011 si è costituito il “Comitato Marchigiano per la Vita Indipendente delle persone con disabilità”, ad opera di alcuni soggetti fruitori della sperimentazione. Il Comitato, attraverso un Direttivo composto da 7 membri eletti democraticamente da tutti i componenti, lotta per il rispetto dei diritti delle persone disabili e sta collaborando con la Regione per le nuove progettazioni della Vita Indipendente. In questo anno il Comitato ha operato, in particolare, attraverso vari incontri con la Regione, per mantenere e rendere il progetto un servizio permanente. Di recente, grazie all’impegno della Regione Marche, l’intervento è stato consolidato: è stato infatti raddoppiato il fondo disponibile, salito a 600.000 euro annui, consentendo di dare continuità ai progetti esistenti e di attivarne di nuovi per il triennio 2012/2015. Gli atti emanati nel 2012 dalla Regione Marche per la prosecuzione del progetto sono: DGR 496 del 10/04/12: “Piani personalizzati di vita indipendente in favore di persone con grave disabilità motoria – Criteri di attuazione.” Decreto 42/POL del 17/04/12: “Piani personalizzati di Vita indipendente in favore di persone con grave disabilità motoria - Modalità e tempi per l’applicazione dei criteri di cui alla D.G.R. 496 del 10.04.2012.” Decreto 74/POL del 31/05/12: “Rettifica DDPF n. 42 del 17.04.2012” Decreto 99/POL del 13/07/12: “Approvazione graduatorie.” Decreto 106/POL dl 26/07/12: “Impegno, liquidazione ed erogazione del finanziamento anno 2012” La nuova DGR ha portato al finanziamento di 76 progetti (tra continuità dei progetti esistenti e attivazione di altri 38 nuovi), su 100 complessivamente presentati (la sperimentazione precedente aveva attivato 40 progetti, poi ridottisi a 38 nel corso dei 4 anni).
I progetti ammessi a finanziamento sono così distribuiti per province: Pesaro n. 18, Ancona n. 14, Ascoli n. 25, Fermo n. 7, Macerata n. 12. L’orario medio dei progetti ammessi a finanziamento è di 21,63 ore, con un minimo di 6 ore e n. 1 progetto sotto le 10 ore. Provincia Domande Ammesse a finanziamento % Ammesse Pesaro 26 18 69% Ancona 21 14 67% Ascoli 30 25 83% Fermo 9 7 78% Macerata 14 12 86% Totale 100 76 76% Una questione particolarmente problematica è il fatto che la compartecipazione del 25% ai costi dei singoli progetti da parte dei Comuni è prevista solo facoltativamente. Ad oggi, su 37 Comuni coinvolti: 16 non compartecipano ai costi, 5 compartecipano con una percentuale inferiore al 25%; 16 sono invece i Comuni che compartecipano col 25%. A riguardo, il Comitato ha inviato richieste di chiarimenti ad alcune amministrazioni comunali (San Paolo di Jesi, Fabriano ed Ancona) ed ha successivamente incontrato gli assessori ai Servizi Sociali di tali Comuni, chiedendo loro di ripristinare la compartecipazione per gli utenti. Sempre in relazione alla stessa problematica, il Comitato ha incontrato Luca Marconi, l’Assessore regionale ai Servizi Sociali, e Mario Andrenacci, il presidente dell’ANCI Marche, per cercare insieme una soluzione.
OBIETTIVI SU CUI É IMPEGNATO IL COMITATO Far sì che la filosofia della Vita Indipendente si diffonda maggiormente nella Regione, sia tra le persone con disabilità che tra gli amministratori. Questi ultimi dovrebbero comprendere che tale intervento rappresenta un risparmio rispetto ad altre modalità, che peraltro forniscono una peggiore qualità di assistenza: metà del costo del Servizio Assistenza Domiciliare, e un terzo se confrontato al ricovero in istituto. In questo senso, il Comitato sta lavorando insieme alla Regione e all’ANCI Marche per apportare alla Delibera regionale del progetto alcune modifiche e correttivi. Creare un’Agenzia Regionale per la Vita Indipendente (presente in altre regioni italiane) per servizi e supporto alla Vita Indipendente. Essa si configura come ufficio di collocamento per gli assistenti personali e come agenzia di servizi di assistenza legale e fiscale, gestita anche da persone disabili (consulenti alla pari). La presenza a livello regionale di un’agenzia composta anche da persone disabili consentirebbe di superare una delle maggiori difficoltà incontrate ad avvio di progetto, quella cioè della mancanza di formazione dei disabili stessi, soprattutto relativamente a competenze di tipo economico-finanziario. Si potrebbero prevedere dei corsi di formazione rivolti direttamente ai disabili. Oltre a tale supporto tecnico, l’Agenzia Regionale offrirebbe la possibilità di un confronto con chi sta già svolgendo il progetto e permetterebbe, a chi volesse intraprendere o rafforzare un percorso di emancipazione, di affrontare paure e limiti personali, nonché problemi oggettivi, individuando insieme le possibili soluzioni. Divulgare la propria attività attraverso i mass media

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